Canon Eos 7D e Canon EF400mm f5.6L USM: la mia esperienza sul campo

Fra i vari sentimenti che sicuramente avranno colpito molti binofili in azione ci sarà stato spesso il desiderio di immortalare una particolare scena, probabilmente irripetibile. Perché dunque non dotarsi dunque di una moderna reflex ed un buon teleobiettivo?

In questo articolo vi parlerò dell’abbinamento fra Canon Eos 7D e Canon EF400mm f5.6L USM. E’ l’accoppiata che io utilizzo principalmente in ambito naturalistico e che ritengo abbia il rapporto qualità-prezzo (in questo specifico genere fotografico) migliore in assoluto. Andiamo a descriverli brevemente per poi passare all’utilizzo pratico.

La Canon 7D è una reflex digitale lanciata da Canon nel 2009. E’ una macchina con sensore APS-C (ossia 1.6 volte più piccolo rispetto alle classiche dimensioni della pellicola 36×24) da 18 megapixel, ottimo sistema autofocus, raffica da 8 fotogrammi al secondo e prezzo medio che si aggira ad oggi attorno ai 1000-1100 €. Ha un corpo robusto, un’impugnatura molto ergonomica ed è parzialmente tropicalizzata (non potrete usarla sotto la pioggia battente ma non teme un po’ d’acqua o di sabbia).
Il 400mm è un obiettivo leggero, nitidissimo e dal costo relativamente basso (1200-1300€). Facendo parte della serie L di Canon rappresenta una delle eccellenze della casa giapponese, sia in termini di costruzione che come qualità d’immagine. Nonostante infatti sia una lente un po’ datata (1993) rimane ancora oggi validissima grazie ad uno schema ottico relativamente semplice ma efficace. Più volte si è parlato di una possibile versione stabilizzata ma nulla di concreto è stato mai ufficializzato.
Sul campo la parola per questa accoppiata è una sola: eccellente. L’insieme macchina obiettivo si dimostra ben bilanciato e la leggerezza di questo sistema permette un trasporto senza eccessiva fatica anche per lunghe camminate. Ciò permette inoltre di inquadrare rapidamente una scena senza perdere alcuno scatto, velocità che sarebbe già più difficile con un 300mm f2.8 e praticamente impossibile con obiettivi più lunghi e pesanti.
Le alternative al 400mm f5.6 per rimanere nella stessa fascia di peso e prezzo sono due in casa Canon: il 300 f4 IS ed il 100-400 f4-5.6 IS. Entrambi però non raggiungono l’eccellenza del 400mm sia in termini di AF che come nitidezza. Certo, hanno il vantaggio dello stabilizzatore, ma personalmente non ne ho mai sentito particolarmente bisogno. Al contrario, per scene assai rapide lo stabilizzatore può inficiare l’AF, motivo per cui fra le tre lenti non ho avuto dubbi sulla mia scelta. Un’altra soluzione sarebbe quella del 300 2.8 IS ma la nuova versione costa 6000€ e parliamo quindi di un’altra categoria di lenti. Il peso superiore di quest’ultimo inoltre, sebbene sopportabile a mano libera, ne rende più faticoso l’utilizzo, soprattutto in montagna dove ogni grammo in più si fa sentire. Un’altro punto di forza di questa lente è la resistenza al flare. Lo schema ottico semplice e non appesantito dal sistema di stabilizzazione permette infatti un contenimento notevole dei riflessi quando i raggi del sole entrano nell’inquadratura e questo non può che essere una nota positiva per chi cerca di realizzare delle foto particolari in controluce.
Per quanto riguarda la 7D è una macchina ottima pur con i suoi limiti: l’AF seppur molto performante non arriva ai livelli di eccellenza delle serie 1 ed ho notato qualche tentennamento fastidioso nel caso inquadrature di soggetti piccoli, anche sul punto centrale, che teoricamente dovrebbe essere il più preciso fra tutti i punti di AF. Il secondo limite notevole è quello degli alti ISO e lo si nota soprattutto quando si va a ritagliare l’immagine. Se infatti a pieno formato anche
una foto a 1000-1250 iso è lavorabile senza troppi problemi, un minimo ritaglio fa emergere una notevole quantità di rumore digitale che è possibile rimuovere pagando il prezzo di una certa riduzione del dettaglio. Anche qui le soluzioni migliori ci sono: la più economica (2500€) è la 5DIII: sistema AF molto migliorato, resa ad alti ISO eccellente, ma raffica ridotta a “soli” 6 fps al secondo e lo svantaggio di un sensore full frame, che è ottimo per chi fa paesaggi poichè consente l’uso corretto dei grandangoli, ma una condanna per chi, come il sottoscritto, fotografa la fauna, in quanto costringe all’utilizzo di lenti più lunghe o crop più spinti. Tutte le altre soluzioni (1D IV e 1DX) sono ancora più costose.
La domanda è: vale la pena spendere molto di più per avere dei miglioramenti? La risposta non è semplice. Personalmente sono molto soddisfatto di questa accoppiata che consiglio a chiunque si voglia avvicinare al meraviglioso mondo della fotografia naturalistica cercando degli ottimi risultati ad un prezzo abbordabile.

 

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