Premessa.
Il binocolo è uno strumento insostituibile per gli amanti della natura: compatto, leggero, facile da trasportare, tuttavia vi sono alcune situazioni in cui è indispensabile usufruire di maggiori ingrandimenti.
Celestron, nota azienda americana di prodotti astronomici e naturalistici ha presentato sul mercato la nuova serie di telescopi terrestri Hummingbird (Colibrì) che sono disponibili in due formati: un microscopico 7-22×50 e un compattissimo ma luminoso: 9-27×56 ED.
Viste le esigue dimensioni in gioco ho deciso di provare la versione di maggior diametro che ha, in ogni modo, dei numeri da capogiro: 604 g, oculare zoom compreso che arrivano a meno di 425 g per il solo tubo ottico.
Il piccolo “colibrì” è lungo soltanto 15 cm, dopo l’angolazione del prisma, l’ingombro dipenderà dalle dimensioni dell’oculare. Sottolineo la cosa, in quanto è possibile utilizzare tutti gli oculari astronomici con un diametro del barilotto di 31.8mm!
Caratteristiche tecniche dichiarate dalla Casa Madre.
Diametro obiettivo | 56 mm |
Ingrandimento con zoom di serie | 9-27 X |
Campo reale | 4.2° 1.9° |
Pupilla di uscita | 6.2 mm – 2 mm |
Estrazione pupillare | 15 mm |
Minima distanza di messa a fuoco | 3 m |
Lunghezza focale | 200 mm |
Trattamento delle lenti | Multi-strato su ogni superficie ottica |
Trattamento sul prisma | Trattamento di fase |
Impermeabilizzazione | si, con riempimento in azoto |

Esteticamente lo ritengo un passo avanti rispetto a tutte le serie di spotting scopes Celestron. La linea è molto pulita ma nel contempo funzionale ed elegante. La gommatura è spessa, il colore nero è perfetto per diventare “anonimi” in mezzo alla foresta, mentre il sistema di messa a fuoco a collare, indispensabile nel settore fotografico e da qualche anno redivivo anche nel settore prettamente osservativo, fornisce una resa molto efficace.
La ghiera zigrinata, infatti, è priva di incertezze, giochi o quant’altro possa distogliere l’osservatore dal proprio soggetto di interesse. Inoltre il suo maggior diametro garantisce una migliore precisione nelle micro-regolazioni.

Molto carino mi è parso anche il logo stilizzato che rappresenta il rapidissimo e minuscolo volatile. Anche in questo caso i costruttori hanno optato per un discreto colore grigio. L’unica nota “accesa” è data dalle due ghiere arancioni che contraddistinguono l’oculare zoom di serie.
Questo accessorio fornisce un campo quasi totalmente piatto, ovviamente il campo di vista a 9X non è paragonabile a quello di un binocolo, ma il range di escursione è risultato perfetto sia per le comuni osservazioni naturalistiche sia per sfruttare l’obiettivo da 56 mm di diametro.
Microscopico, ma efficace, dato il peso esiguo, il piccolo supporto dove alloggia la filettatura per collegare il telescopio terrestre alle più comuni piastre fotografiche.

Le ottiche sono composte da pregiato vetro ED (a bassa dispersione) le immagini fornite, infatti, in proporzione al diametro sono decisamente brillanti, nitide e contrastate e con una ottima correzione dell’aberrazione cromatica.
Al centro del campo le immagini sono prive di aberrazione cromatica, anche nelle condizioni di illuminazione molto critica il piccolo telescopio ha mostrato prestazioni di tutto rispetto, ben comparabili a quelle di spotting scopes da 65-67 mm di alta qualità.
La nitidezza e il contrasto variano anche al variare dell’oculare utilizzato.
Un astrofilo che possiede un buon parco oculari e che vorrebbe acquistare un piccolo telescopio terrestre per brevi escursioni e per le vacanze natalizie o estive, avrebbe di che divertirsi grazie alla universalità del Celestron Hummingbird.

Le mie impressioni sul campo.
Negli anni passati ho avuto modo di osservare con alcuni piccoli telescopi terrestri da 50mm e da 60mm. Il primo lato positivo che si nota è la sua estrema compattezza: il 56mm che ho provato è poco più grande della versione da 50mm.

Come noterete da questa immagine che ho estrapolato dal sito Birdwatching.com di Michael and Diane Porter, il 50 mm è piccolissimo, ma vi assicuro che anche il 56 mm è compatto. Se poi calcolate che sino a 10X riuscirete a tenerlo in mano sfruttando una generosa pupilla di uscita e che si accontenta di un treppiede da tavolo, di un gorillapod o di un monopiede, il suo ingombro nel vostro zaino e nella vostra valigia “da viaggio aereo” sarà veramente insignificante.
Con un filtro solare, lo trasformerete, inoltre, in uno strumento da viaggio per osservare le eclissi solari e collegando il vostro smartphone al suo oculare farete delle riprese impossibili da ottenere sino a pochi lustri fa con telescopi decisamente piu’ ingombranti.

Ovviamente non raggiunge le prestazioni di un luminoso e “risolutivo” 82mm, ma fa certo la differenza, nella percezione di dettagli lontani, rispetto al classico binocolo. Del resto se calcolate che la maggior parte dei birdwatcher utilizza il proprio strumento quasi sempre sotto i 30X, comprenderete che nell’uso diurno, averlo con noi, potrebbe fare senza dubbio una enorme differenza.
In sintesi.
Il nuovo Celestron Hummingbird 9-27×56 ED si è rilevato uno spotting scope decisamente performante, la sua qualità costruttiva e ottica è elevata e la possibilità di fare uso di oculare astronomici mi è parsa una ottima idea.
E’ adatto a chiunque necessiti di una attrezzatura molto compatta ma che non voglia cedere a compromessi per quanto riguarda la qualità dell’immagine .
Ringraziamenti.
Ringrazio ancora una volta Valerio Zuffi di Auriga, distributore ufficiale dei prodotti Celestron in Italia per avermi concesso di testare in anteprima questo nuovo spotting scope.
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Piergiovanni Salimbeni: Lavora in qualità di Opinion leader nel settore ottico sportivo da oltre quindici anni. E’ l’autore e fondatore di Binomania. Collabora ed ha collaborato, inoltre, con varie riviste italiane: Itinerari e Luoghi, Cacciare a palla, Armi e Tiro, La Rivista della Natura, Nuovo Orione, Le Stelle, Coelum. Appassionato di fotografia di paesaggio, potete vedere le sue fotografie visitando: www.piergiovannisalimbeni.com
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