Binocolo angolato Geoptik 20-26-32×88 Semi APO

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Oggi vi propongo le mie impressioni riguardo un binocolo angolato di produzione cinese che testai nell’anno 2025.  All’epoca, disquisendo con il proprietario di Geoptik, Ezio Bonafini, in merito alle novità del settore astronomico, mi confermò la sua decisione di importare un binocolo con ottiche intercambiabili, noto in America sotto il nome di Apogee 20-32×88 e venduto in Italia da Aleph Zero di Gianluca Carinci (chi se la ricorda?).

Dopo poche settimane, Bonafini mi avvisò che la prima campionatura era arrivata; a questo punto, gli chiesi se fosse possibile ricevere in prova un esemplare per i lettori di Binomania: fui accontentato e dopo pochi giorni ricevetti un voluminoso pacco con dentro il binocolo. Passo ora a presentare l’articolo scritto nel Giugno del 2005, lasciandovi liberi di considerare che le mie impressioni erano dettate dalla qualità ottica e meccanica disponibile all’epoca. Buona lettura.

Immagine: un primo piano sul binocolo angolato a 90° gradi proposto da Geoptik

PRIME IMPRESSIONI

La valigetta di alluminio che lo contiene riprende il design di tutte quelle che proteggono i grossi “Bigbinos Made in China”: E’ in grado di contenere alla perfezione il binocolo da urti accidentali e, finalmente, la pessima culla interna di gomma mal ritagliata delle prime custodie, che ho avuto modo di esaminare, è stata sostituita con un materiale spugnoso ritagliato con maggiore dovizia.
E’ più larga e più bassa di quella che equipaggiano i comuni  binocoli con prismi di Porro dritti “25x100FB”.

Aprendo la valigia, si nota la strana presenza di un paio di guanti bianchi che sono posti in bella mostra sopra lo scafo dello strumento. Il loro utilizzo è immediatamente comprensibile dopo aver preso fra le mani il binocolo, che è dotato di una verniciatura talmente lucida da concedere ai RIS di analizzare vita, morte e miracoli di tutte le persone che vengono in contatto con tale strumento: di fatto è sufficiente avere le mani leggermente sudate per lasciare impronte digitali ovunque.

Devo dire di non essere rimasto poi così stupefatto di questa decisione aziendale, giacché la tendenza attuale, riscontrata anche su molti rifrattori, è quella di proporre delle verniciature molto appariscenti e, anche in questo caso, gli amici con gli occhi a mandorla mi pare vi siano riusciti.

DOTAZIONE DI SERIE

La dotazione del Geopitk 88 è decisamente completa, dato che nel kit sono comprese ben tre coppie di oculari in grado di sviluppare 20, 26, 32 ingrandimenti, mi pare che la loro configurazione ottica sia del tipo “Reversed Kellner”con trattamento antiriflesso multistrato Chinese Green.
 In ogni modo, sia per la fattezza costruttiva che per il contenimento delle aberrazioni mi pare che questi nuovi trattamenti, riescano a fornire delle prestazioni superiori a quelle esibite dagli oculari del clone Miyauchi di 100mm, testato tempo fa. Peccato che il diametro del barilotto sia superiore a 31.8 mm e non consenta di testarli con il mio visore binoculare. Parlerò fra breve della loro resa sia nell’osservazione diurna sia in quella astronomica.

Nel kit è presente anche una maniglia smontabile in alluminio, che seppur presenti un lieve gioco, quando viene fissata nella propria sede, ha svolto alla perfezione, nell’arco delle serate, il proprio compito. Cito, inoltre,  i “sempre presenti” panni per la pulizia delle ottiche.

Immagine: un primo piano sugli oculari in dotazione

DIMENSIONI

Il peso di questo binocolo è notevole: bilancia alla mano è pari a 6.8 Kg.
Le dimensioni in larghezza sono di circa 23 cm nei pressi degli obiettivi, mentre in lunghezza variano dai 45 cm ai 39 cm, a seconda che siano utilizzati i para-luce estraibili.
Ho provato varie soluzioni di montaggio e quella che mi ha maggiormente soddisfatto (all’epoca N.d.A) l’ho avuta utilizzando il cavalletto GHIT di mia proprietà.

A 20x, lo smorzamento delle vibrazioni è di circa 3-5 secondi, un fattore variabile a causa dell’ingrandimento o utilizzando la colonna centrale estensibile. Ritengo che uno strumento del genere debba necessariamente disporre di una buona montatura a forcella simile a quella venduta dalla Orion, non so quale montatura fornisca Geoptik, ma penso che ve ne sia una dedicata, fornita dal medesimo produttore dei binocoli.

 

OTTICA

Gli obiettivi da 88mm sono composti da un tripletto che la Casa Madre definisce “semi-apo”. Le lenti che lo costituiscono sono spaziate in aria, le prime due sono alquanto ravvicinate, mentre la terza è situata a circa 8-9mm da esse. Seppur i lettori siano consapevoli che “otticamente parlando” non esistono classificazioni tra ottiche ED, Semi-APO, ED-Apo, etc.etc, posso confermare che il residuo cromatico è decisamente inferiore rispetto a un comune doppietto acromatico utilizzato sui classici binocoli astronomici dritti con prismi di Porro.   Lo potrei definire un ottimo acromatico di nuova concezione, senz’altro tra qualche anno conieranno nuovi termini. (infatti è nato il termine HD. N.d.A)

Immagine: sono ben visibili i tripletti che compongono questo binocolo

I paraluce degli obiettivi sono estraibili e mi sono parsi ben funzionali, i tappi copri-ottiche si devono fissare con forza affinché non si spostino dalla loro sede.

La regolazione della distanza interpupillare avviene attraverso un sistema molto originale che prevede l’utilizzo di un pomello centrale a vite, che non consente erronei disallineamenti dei due prismi, anche se l’operazione risulta più lenta rispetto a quella manuale presente sulla maggior parte dei binocoli con prismi a 45 e 90°.

MESSA A FUOCO

La messa a fuoco è ovviamente singola su ogni oculare ed è possibile apportare una regolazione diottrica di +/- 5. Il movimento è preciso anche se la regolazione non è dolcissima. La sede centrale, posta dopo gli oculari dove si alloggia la maniglia, mi pare possa essere utilizzata anche per inserire un raccordo porta-laser di puntamento oppure un piccolo cercatore.

In verità non ho sentito molto il bisogno di tali accessori, giacché gli oculari a venti ingrandimenti forniscono un campo reale corrispondente a 52° di campo apparente, che diventa ben 66° i con gli oculari a 32X.

Immagine: ho apprezzato il sistema per la regolazione della distanza inter-pupillare

PRISMI

Durante l’osservazione dei prismi, ho notato come sia presente un cut-off in entrambi i prismi. In un primo tempo ritenevo fosse un problema relativo al loro disallineamento, in realtà osservando con maggiore attenzione ho verificato che dipendeva dalla presenza di una specie di pellicola nera. Dopo un paio di e-mail con amici d’oltre-oceano che avevano avuto modo di testare la versione marchiata Burgess, ho saputo che tale pellicola, è in realtà un particolare nastro adesivo nero, che viene utilizzato per coprire, durante la fase di assemblaggio, la sede esterna dei prismi. Questo problema potrà quindi presentarsi, in maniera più o meno preoccupante o addirittura non essere presente. Alcuni astrofili americani, hanno semplicemente rimosso la pellicola, altri hanno inviato nuovamente il binocolo all’importatore per un intervento rapido.
Questo difetto è evidente durante lo star test, quando sfuocando una immagine stellare, si osserva la sfera circolare prodotta, deformata propria dalla linea orizzontale provocata dal nastro adesivo.

 

IMPRESSIONI SUL CAMPO


OSSERVAZIONE DIURNA

Che dire? Non è di certo un 8×40 con i prismi a tetto: le osservazioni vanno compiute attraverso un supporto robusto e di primo acchito, si è disorientati a utilizzare la visione a 90°.
A 20X, nelle osservazioni a breve distanza (40-50 metri), l’aberrazione cromatica è presente osservando oggetti a forte contrasto, esemplificando posso dire che si percepisce un alone bluastro, osservando le foglie degli alberi con un cielo molto luminoso, mentre con gli oggetti all’infinito, come i profili delle montagne, l’alone tende al giallastro.

Il residuo cromatico mostrato mi è parso di poco inferiore a quello visibile nei classici doppietti acromatici Made in China e simile a quello reso dall’obiettivo del clone Miyauchi di 100mm. Sono consapevole che attualmente vi sia molta confusione nel definire gli obiettivi che possiedono delle prestazioni inferiori a quelli apocromatici ma superiori agli acromatici, tuttavia ho osservato in obiettivi definiti semi-apocromatici con un residuo decisamente inferiore. A difesa di tale strumento, se mai ve ne fosse bisogno, posso citare, la presenza di maggiori superfici in gioco rispetto a un comune telescopio a rifrazione e la sua corta focale.


GLI OCULARI

Come preannunciato mi pare siano dei Reversed Kellner, presentano una buona cura costruttiva e dei paraluce in gomma adeguati, la coppia che sviluppa i 32x possiede però una estrazione pupillare minima e questo potrebbe generare problemi per chi utilizza gli occhiali anche nella fase osservativa.
In ogni modo ecco i dati precisi:
20x= 22,2mm
26x=15mm
30x=12mm

Immagine: gli oculari del Kit forniscono degli ingrandimenti perfetti per la maggior parte delle osservazioni astronomiche

Negli Stati Uniti, lo stesso binocolo è venduto con solo le prime due coppie di oculari, Geoptik, invece, offre tutto il kit senza ulteriori esborsi.
A 26x l’immagine è ancora chiara e contrastata, seppur l’escursione termica del mese di giugno non mi abbia consentito di compiere con soddisfazione le osservazioni diurne. Il senso che traggo da tali oculari è che i siano più contrastati ai bordi e presentino meno distorsioni rispetto a quelli a corredo del clone di 100mm poc’anzi citato: forse il costruttore ha curato molto di più questo frangente, consapevole, che spesso nei binocoli sono proprio gli oculari a fare la differenza.

Ho potuto utilizzare con profitto gli oculari che sviluppano 32 ingrandimenti, solo all’alba o al tramonto, proprio per il problema relativo alla turbolenza, sopra esposto. La distorsione ai bordi è minima, ma non mi fido mai di tale analisi nell’osservazione diurna, dato che il test stellare è decisamente più severo.
Chi possedesse una distanza interpupillare minima, come il sottoscritto, toccherà il bordo del naso contro lo scafo degli oculari.
il problema è risolvibile, accostando perfettamente gli occhi al bordo dei paraluce, permettendo solo alla parte superiore del naso di poggiarvi contro.

OSSERVAZIONE ASTRONOMICA

Un plauso al costruttore per aver creato un binocolo con prismi a 90° in un settore poco concorrenziale, non mi pare, infatti, vi siano altri binocoli di 80 90 mm con tali caratteristiche e il rapporto prezzo-peso-prestazioni.

Le immagini astronomiche sono ben contrastate, anche la superficie lunare mostra vari crateri, dettagli nei mari e innumerevoli zone di albedo chiare e scure, a 32X la visione binoculare concede di osservare dettagli che riesco a percepire con il telescopio senza visore binoculare a circa 50X.

Il residuo cromatico è percepibile sul bordo lunare come un alone bluastro, questo accade anche nella zona prossima al terminatore, seppur in questo caso non sia poi così fastidiosa. L’esemplare da me testato è risultato scollimato per circa il 5% del campo, fortunatamente il cervello riesce a compensare bene il disallineamento sull’asse orizzontale e le immagini si sono sempre fuse perfettamente senza generare nausea o mal di testa, anche ai massimi ingrandimenti possibili ,sull’asse verticale la collimazione era molto precisa.
Osservando Giove si notano, ai massimi ingrandimenti possibili, due bande, ma la visione delle stesse è resa difficoltosa dalla forte luminosità fornita dalle lenti e dall’evidente alone bluastro che circonda il disco del gigante gassoso.

Immagine: il binocolo angolato Geoptik 20-26-32×88 Semi APO durante una osservazione astronomica

Il solito test per evidenziare la presenza di luci riflesse ha mostrato come a 20X e  26X ,anche spostando la luna di un quarto al di fuori del campo visivo, compaiono dei riflessi alquanto fastidiosi.
Ovviamente questo strumento non è stato progettato per l’osservazione della Luna e dei pianeti, meglio acquistare un visore binoculare per il proprio telescopio se si vogliono ottenere delle belle soddisfazione in questo settore. Il suo reale campo di utilizzo è l’osservazione degli oggetti del cielo profondo e della Via Lattea, che nel mese di luglio, inizia ad essere la protagonista, a patto di osservare dopo la mezzanotte.

Le prestazioni ai bordi variano, ovviamente al variare degli oculari
A 20x ho calcolato: 75% CN 15%CU 10%CI
a 26X ho calcolato: 80%CN 10%CU 10%CI
A 32 X ho calcolato addirituttura 85%CN 5%CU 10%CI

(CN: campo nitido, CU: campo utilizzabile seppur le stelle inizino a non essere piu’ puntiformi, CI: campo inutilizzabile per colpa delle varie aberrazioni)

Sotto un cielo discreto, quest’ ultimo setup mi ha concesso, di osservare alla perfezione la bellissima coppia di galassie nell’Ursa Majior: M81 ed M82 e le stelle circostanti
Anche M57 nella Lyra si mostrava come un piccolo dischetto, mentre M13 iniziava a svelare la sua vera natura. Grazie alla possibilità di cambiare gli oculari è davvero possibile compiere delle osservazioni mirate su oggetti che richiedono cieli migliori oppure ingrandimenti più elevati rispetto a quelli concessi dai classici binocoli ad ingrandimenti fissi 20x-25x)
In questo tipo di osservazioni la puntiformità stellare mi è parsa maggiore rispetto ai vari cloni cinesi di 100mm che ho provato e ben superiore al mio Astrotech Optik 25×100 che però vinceva in luminosità osservando ad esempio M 51 ed M108.
Anche il doppio ammasso di Perseo è un oggetto affascinante da osservare con il Geoptik, le stelle sono molto puntiformi e sono presenti decine e decine di stelle colorate.
Un plauso va anche alla visione a 90°, che è realmente comoda. In passato ho avuto modo di citare la mia difficoltà di orientamento con tali strumenti, ma dopo una decina di ore di osservazione devo dire che è decisamente comodo e rilassante utilizzare il treppiede alla minima estensione, stare seduto comodamente e navigare nel Cigno sorseggiando una bella bibita fresca.

PREGI E DIFETTI
PREGI

La visione a 90 gradi
Le tre coppie di oculari in dotazione che permettono di fare delle proficue osservazioni del cielo profondo
 Le ottiche contrastate ed il residuo cromatico inferiore ai cugini acromatici, seppur abbia osservato in “semi-apo” migliori

DIFETTI

 Gli oculari hanno un passo superiore ai 31.8mm, è però possibile utilizzare quelli astronomici creando un lieve spessore con un giro di nastro adesivo (operazione non molto precisa ma fattibile) alcuni astrofili americani utilizzano con profitto gli oculari della Orion.

Il cut- off dei prismi generato dalla plastica adesiva anti-riflesso.

 

IN SINTESI

Il binocolo importato da Geoptik si è dimostrato una valida e soprattutto comoda soluzione per chi desidera osservare in tutta comodità il cielo, senza dover sborsare cifre piu’ elevati per prodotti di fattura giapponese.