Kowa Telephoto Lens/Scope e Kowa TX10 T: dalla natura al cielo.

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Quasi un anno or sono, io ricevetti una comunicazione da Kowa che mi avvisava di essere entrata nel settore astronomico, grazie alla collaborazione con Borg e Takahashi.

Il comunicato, rapido e conciso, era il seguente: “Abbiamo creato due nuovi adattatori astronomici che consentiranno di migliorare l’universalità del nostro  Telephoto Lens/Scope. Saranno presentati al Photokina 2014. Le sigle dei due prodotti sono le seguenti: TX07-T 350mm F4.0, Astro-Adapter e TX10-T, 500mm F 5.6, Astro-Adapter”.

Come di consuetudine, appena gli accessori arrivarono in Europa, Kowa Optimed (Germania) m’inviò un esemplare di TX-10-T .

Come visibile nella tabella qui di seguito pubblicata, grazie a questi nuovi raccordi, è possibile collegare sia accessori di 31,8 mm di diametro che quelli da due pollici.

Il sottoscritto possedendo un telescopio alla fluorite minerale Takahashi FS128 e vari accessori della stessa azienda ho preferito avvalersi di un prisma di Takahashi 31.8 mm e dei nuovi oculari Takahashi Abbe Ortho, oltre a ciò per raggiungere il punto di fuoco con questo kit ho applicato anche un  correttore 2.7X Baader Planetarium  ed un semplice anello di raccordo .

Da un punto di vista astronomico, per un appassionato di pianeti come me, è possibile sfruttare il Telephoto Lens/Scope in un range d’ingrandimento compreso fra i settanta e i 250 ingrandimenti, traendone ottime soddisfazioni, soprattutto per l’osservazione della superficie lunare.

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Il nuovo raccordo astronomico Kowa, a cui ho collegato un prisma Takahashi e i nuovi oculare Abbe Ortho Takahashi.

 

Visto con “l’occhio dell’astrofilo” il Kowa Telephoto Lens/Scope è un rifrattore apocromatico (che utilizza  una lente  alla fluorite Kowa e altre due lenti XD (eXtra low Dispersion) . Il campo è spianato e privo di vignettatura anche con le reflex 35mm.

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In questa immagine sono ben visibili i vari componenti che ho scelti per l’osservazione lunare e planetaria.

 

Gli elementi che compongono lo schema ottico, sono quindi simili a quelli di un eccellente astrografo. Lo schema standard è composto di 7 elementi in 7 gruppi, mentre è possibile, con appositi accessori, trasformarlo in un  850mm aperto a F 9/6 ,composto di 14 elementi in 13 gruppi e in un notevole 350mm aperto a F/4   il cui schema è suddiviso di  10 elementi in 10 gruppi. Per  mostrare la resa fotografica di questo prodotto pubblico queste due stupende fotografie di Mr. Masanori Sensyu .

Consiglio, inoltre, di visitare il seguente sito: http://kowa-prominar.com/special/space/index.htm

photo01 Data: 13.10.2013Località: GiapponeJapanFoto di Mr. Masanori SensyuSetup: PROMINAR500mm F5.6 FLAdattatore: TX07(350mm)

Rapporto focale: F/4

Camera: CanonEOS- 6D

Montatura: Takahashi EM200Temma2M

 photo04  Data: 27.10.2013Località: GiapponeJapanFoto di Mr. Masanori SensyuSetup: PROMINAR500mm F5.6 FLAdattatore: TX07(350mm)

Rapporto focale: F/8

Camera: CanonEOS-6D

Montatura: Takahashi EM200Temma2M

Pare chiaro che quest’obiettivo potrebbe essere una valida scelta per l’astrofilo-fotografo itinerante perché il solo corpo è certamente meno costoso di obiettivi classici dotati di AF (inutile nell’uso astronomico) ma che presentano circa la stessa qualità ottica. Rispetto ai telescopi, inoltre è ben impermeabilizzato e leggero.

E’ abbastanza evidente l’alta qualità del teleobiettivo giapponese che è anche leggero ed impermeabilizzato  e che, rispetto ai telescopi astronomici consente la regolazione dei diaframmi (F5.6 -11). V’è da dire che, in ambito fotografico, la qualità sfoggiata al massimo diaframma è già molto elevata, anche se i risultati migliori li ho sempre ottenuti, chiudendo almeno a F/8.

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Un setup pregiato: sotto tutti i punti di vista.

 

Da un punto di vista estetico (che non guasta mai) il Kowa Telephoto Lens/Scope è decisamente affascinante: ben curato, modulabile, con inserti “rosso Kowa”. Quando è installato su un treppiede in carbonio Sirui con testa Manfrotto 502, diventa anche uno strumento “cool” per palati fini, appassionati esigenti.

Nel corso dei mesi ho osservato spesso i pianeti e la superficie lunare.

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La possibilità di chiudere i diaframmi si è rilevata piacevolmente utile anche nella mera osservazione astronomica.

 

La prima cosa che si apprezza, seppur gli elementi ottici in gioco sia innumerevoli è l’assenza di aberrazione cromatica sia in asse sia ai bordi. Del resto durante le sessioni fotografiche ho sempre potuto apprezzare questa caratteristica che è un test ancor più severo, rispetto alla mera osservazione visuale. Ritenevo, in realtà, che l’aggiunta del correttore, del prisma e degli oculari avrebbe, in qualche modo generato ulteriori ab.cromatiche, ma sbagliavo, almeno sino a 200X sono praticamente invisibili, bordo lunare compreso.

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Ottima la modularità di questo sistema e la sua leggerezza.

 

L’unica cosa che si nota, rispetto all’osservazione con il prisma Kowa dedicato, è una maggiore tonalità calda, difficile, per me, comprendere se dipenda dal prisma, dal correttore o dall’intero setup. L’unica cosa che posso confermare e che i nuovi Abbe Takahashi sono sicuramente neutri.

Luna: è costellata da decine di crateri e si percepiscono dettagli visibili in un ottimo rifrattore astronomico da 80-90 mm. Le rime in Gassendi, la Rupes Recta e la Rima Birt, i crateri piroclastici di Alphonsus e la rima omonima, i domi di Birt, Kies, Hortensius e altro, altro ancora.

Ho anche apprezzato, per la prima volta, la possibilità di chiudere i diaframmi durante l’osservazione planetaria. Venere, ad esempio, chiudendo di un paio di diaframmi, mostrava un bordo incredibilmente netto, senza luce diffusa Devo ammettere di essermi divertito, durante ogni sessione osservativa, a chiudere i diaframmi da F 5/6 sino a F/8 per analizzare le differenze. In sintesi seppur si perdesse un poco di luce e  di risoluzione, aumentava  non solo la precisione della messa a fuoco ma anche  la nitidezza planetaria, soprattutto osservando la ostica superficie atmosferica di Venere. Anche Saturno, con la regolazione del diaframma chiusa a F/8, mostrava gli anelli veramente molto nitidi.

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Le eccellenti ottiche Kowa.

 

La domanda nasce quindi spontanea: Il Kowa Telephoto Lens/Scope è migliore di un più economico rifrattore apocromatico di pari diametro. Direi di no, tuttavia per chi possiede questo sistema o per chi vorrebbe acquistarlo per osservare la natura e fotografare, quest’accessorio potrebbe, senza dubbio, aprire nuovi orizzonti.

La mia vacanza ideale sarebbe simile a questa: una settimana in tenda in montagna, con zaino e treppiede. All’interno dello zaino, inserendo il sistema Kowa Telephoto Lens Scope, un diagonale astronomico e qualche oculare si potrebbero coprire in pratica tutte le esigenze osservative.

  • Fotografia classica a fuoco diretto con reflex sia APS- Full Frame o M4/3 fra i 350 mm e gli 850 mm nel formato 35 mm.
  • Digiscoping e videoscoping con reflex sia APS- Full Frame o M4/3, smartphone, videocamere etc., etc.
  • Osservazione naturalistica con prisma Kowa dedicato e oculare zoom.
  • Osservazione astronomica con i raccordi e gli accessori di vostro gradimento.

Insomma: il Cielo e la Natura a portata di mano, il tutto in un solo zaino!

Disclaimer. <

Questa recensione è stata pubblicata nel mese di   Luglio dell’anno 2015. Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di visionare direttamente la pagina dedicata dell’importatore italiano Auriga o Alpinhunting.