In ambienti umidi è facile che sulle superfici ottiche si formino delle colonie di microfunghi (o muffe). Questi organismi colonizzano quasi ogni tipo di substrato e il vetro non fa eccezione. I moderni trattamenti antifungini applicati alle ottiche prevengono in larga misura questo inconveniente, come pure l’assemblaggio degli apparecchi – siano essi binocoli, oculari, telescopi, cannocchiali, ecc. – in ambienti a contaminazione controllata e, quando possibile, il riempimento con gas inerti come l’azoto. Tuttavia per quanta cura si possa mettere nel conservare questi oggetti nel migliore dei modi, l’uso intensivo outdoor può determinare l’ingresso di umidità all’interno dello scafo o del barilotto. Le spore dei microfunghi – naturalmente trasportate dal vento e presenti in gran parte dei substrati – si insinuano facilmente ovunque, grazie alle piccole dimensioni delle spore, e attecchiscono in presenza di umidità e nutrienti, ad esempio rivestimenti ottici, sostanze grasse lasciate dalle impronte digitali, sporcizia, ecc. I funghi sono particolarmente comuni nelle ottiche vintage se non sono state conservate adeguatamente.
La miglior prevenzione contro i funghi consiste nella pulizia dopo l’uso in condizioni severe – telescopi e oculari esposti all’umidità notturna, binocoli dopo l’uso in condizioni di maltempo, al mare, ecc. – e nella conservazione dello strumento ottico in un ambiente a umidità controllata. Il gel di silice rigenerabile è un ottimo ausilio a questo scopo.
I microfunghi non sono di per sé pericolosi ma i prodotti del loro metabolismo (acidi ed enzimi) lo sono perché attaccano non solo i rivestimenti ma anche il substrato vetroso, e quindi ogni volta che si riscontra la loro presenza occorre eliminarli anche se ciò comporta lo smontaggio dello strumento (operazione delicata che esula dallo scopo di questa breve nota).
Data la capacità delle spore di diffondersi, la pulizia dei microfunghi richiede un impegno maggiore rispetto a quella della polvere o delle macchie di sporcizia che si depositano normalmente sulle ottiche. Bisogna infatti smontare le lenti dalla loro sede perché vanno pulite su entrambe le superfici e anche sui bordi, e bisogna pulire anche le celle delle ottiche in particolare nei recessi dove le lenti vengono alloggiate.
Di solito si consiglia di usare pochi millilitri di una soluzione 1:1 di idrossido d’ammonio (soluzione acquosa di ammoniaca) e perossido d’idrogeno (acqua ossigenata) commerciali, depositandoli sulle ottiche, precedentemente adagiate in una vaschetta, usando una siringa. Si lascia agire la soluzione per almeno 30 minuti, si risciacqua con acqua distillata e si asciuga accuratamente (indossare i guanti quando si maneggia la soluzione!). Con un bastoncino per le orecchie intinto in alcol etilico di grado farmaceutico si puliscono poi le parti meccaniche, avendo cura di non lasciare pelucchi. Dato che l’alcol evapora subito non presenta il problema di doverlo asciugare.
C’è da dire che molti prodotti per la pulizia delle ottiche come il Baader Optical Wonder – che raccomando senza riserve – svolgono anche la funzione di fungicida e perciò si possono impiegare a questo scopo al posto della soluzione anzidetta, spruzzandole direttamente sulle lenti (precedentemente rimosse dalla loro sede) e poi rimuovendo l’eccesso di soluzione con un panno specifico per ottiche o con le cartine Tiffen.
Riferimenti utili
Robert Schalck, The Proper Care of Optics, SPIE Press (2013)
http://www.astro-physics.com/products/accessories/cleaningproducts/optcs-instructions.pdf
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3864060/
E’ nato nel 1964 a Milano dove tuttora vive con la moglie Cecilia e la piccola Tecla Elisabetta. Di professione chimico, si interessa da sempre di osservazioni del Sistema Solare, di stelle variabili e di microscopia naturalistica. Appassionato di ottica in generale e di ottica astronomica in particolare, ha scritto svariati articoli e manuali di prove strumentali per alcune riviste del settore con cui collabora dal 1997. Ha inoltre curato le rubriche dedicate all’osservazione delle stelle doppie e della Luna per le riviste l’Astronomia e Coelum. E’ socio dell’Unione Astrofili Italiani (UAI) di cui è stato consigliere e responsabile della Sezione Luna. Attualmente coordina il programma osservativo del pianeta Venere nell’ambito della Sezione Pianeti. E’ membro della British Astronomical Association (BAA), dell’Association of Lunar and Planetary Observers (ALPO), dell’American Association of Variable Star Observers (AAVSO) e dell’American Geophysical Union (AGU).