Monarch HG 8×42 “sul campo”: l’emozione della natura.

Mettersi davanti alla tastiera per scrivere qualcosa non dovrebbe mai essere un gesto banale, scrivere deve essere una forma alta di comunicazione, una comunicazione “destinata a rimanere”, come dicevano gli antichi. Tanto più se ti capita di compiere questa particolare azione il giorno che ci ha lasciato un maestro dello “Scrivere” come Camilleri, pare quasi di compiere un gesto sacrilego, se non gli si sa dare una ricchezza di significato, un contenuto anche solo un minimo emotivo, vivo.

In fondo anche un binocolo è un mezzo di comunicazione emotivo, un meraviglioso tramite tra i nostri occhi e “quello che ci pare lontano”: a volte tenuto a distanza perché forse minaccioso, a volte illusoriamente avvicinato per tentare di carpirne i segreti, altre volte spiato per poterne rubare la vita stessa, anche definitivamente.

Allora andiamo un po’ a vivere questo viaggio emozionale sul campo tramite il Monarch HG 8×42. Il binocolo in se è già stato recensito ottimamente dall’amico Piero Pignatta (vi sembrerà strano ma il binocolo in generale per me è sempre stato “principalmente” fonte di amicizia), perciò qui vi eviterò dati, tabelle e altre “misure”; cercherò invece, come mi è stato chiesto, di raccontarvi cosa ho provato nell’utilizzare “sul campo”, soprattutto per per il bird watching, questo strumento di casa Nikon.

Innanzi tutto vi dirò della “piacevolezza” del contato con questo binocolo: ben rifinito, gradevole al tatto, dall’impugnatura ferma senza nessun segno di “sfuggevolezza”. Ottimo anche il senso di “levità” nel portarlo al collo nel girovagare per campi e boschi, tale da non pesare più del dovuto sul collo pur essendo comunque un 8×42, compatto e poco ingombrante ma non certo di formato tascabile.

Binocolo dalla visione “ariosa e gradevole”, a campo ampio e “naturale” e ricco di dettagli ben disegnati fin quasi al bordo; preciso e dosato nel proprio lavoro anche nella messa a fuoco, senza irritanti impuntature o noiose lungaggini della propria corsa quando i soggetti osservati si allontanano o inaspettatamente si avvicinano.

Un messaggero fedele, il Monarch, di colori caldi e ricchi ma senza esagerare, attento a non contornare troppo di fantasia ( sia essa verde o viola ) quella che è la realtà. “Rigoroso” nel non permettere alla luce di andare troppo oltre, anche quando le sue sorgenti finiscono troppo vicine a ciò che l’osservatore guarda.

 

A conti fatti, in queste settimane di compagnia sul sul campo il Monarch HG 8×42 è stato “un amico” fedele, preciso e discreto; certamente “solo un po’ distante” dalle grandi emozioni che suscitano ben altre “amanti”, dalle prestazione travolgenti e appassionanti, ma ahimè anche di ben altro prosaico valore.

 

Grazie a Nital e a Pier Salimbeni che mi hanno permesso di “conoscere” da vicino questo amichevole binocolo.