Spesso mi chiedono consigli sulle caratteristiche che devono possedere i binocoli per praticare Birdwatching , forse è giunto il momento che io scriva due righe su questo argomento. Non perché io sia un “GURU” del B.W. e tanto meno di binocoli, bensì perché queste due mie passioni si sono sommate nel corso degli anni e dopo vent’anni di pratica mi consentono di scrivere rapidamente qualche suggerimento utile a chi si avvicina al mondo dell’osservazione naturalistica.
Spero, quindi, che questo sia solo l’inizio di una serie di articoli interessanti.
Veniamo al sodo e vediamo insieme le singole caratteristiche che deve possedere un buon binocolo per il B.W.
La prima caratteristica molto importante che spesso tutti sottovalutano è la tonalità fornita dallo strumento che deve essere neutra: soltanto provando fianco a fianco vari modelli ci si potrà rendere conto delle loro differenze che potrebbero indurre in errore durante la fase di identificazione del soggetto inquadrato. Anche per tale motivo sconsiglio di osservare, in questo hobby, con i vecchi binocoli militari che mostrano una predominanza gialla.
Il secondo punto molto più complesso per i non addetti ai lavori è la pupilla di uscita.
In sintesi la P.U. consente ad un binocolo di essere utilizzato al crepuscolo, di inquadrare rapidamente un volatile, di osservare al meglio i dettagli dei rapaci in controluce ed altro, altro ancora.
Per verificare la P.U. del vostro binocolo dovete dividere la larghezza in millimetri degli obbiettivi per il numero degli ingrandimenti. Guardando il vostro binocolo da una ventina di centimetri dalla parte degli oculari noterete che all’interno c’è un “cerchietto” che possiede un diametro pari al totale in millimetri della divisione calcolata in precedenza. Ad esempio: Il classico 7×42 = 42/7 avrà un cerchietto (P.U) di 6mm” ; il 7×50 = 50/7 =7.1mm; oppure nel caso di un 8×56 = 56/8 si avrà una pupilla di uscita di 7mm.
E adesso cosa ce ne facciamo di tutti questi numeri ?
Abbiamo detto che il primo numero sono gli ingrandimenti che di solito partono dai 7x indicati per i binocoli classici e marini (agevolano l’uso con le onde), per poi salire a 8x e poi a 10x che viene ritenuta un po’ la linea di confine degli ingrandimenti a mano libera, dopo di che sarebbe preferibile acquistare un binocolo stabilizzato oppure un valido supporto, in quanto la visione su un punto fermo, che può essere un uccello o un oggetto lontano, diventa tremolante e quindi stancante e poco efficiente; ecco perché i normali binocoli marini si fermano a 7 x. Tuttavia un birdwatcher ha spesso l’esigenza di portare con sè il miglior ingrandimento utile gestibile a mano. Per tale motivo troverete, di sovente, tanti “vecchi” birders con un classico e ancora gestibile 10×42.
Ovvio che più gli ingrandimenti salgono e più il campo inquadrato diminuisce. Ad esempio un 7x , sovente, inquadra 140 m a 1 km, un 8x inquadra 125 m mentre un 10X inquadra soltanto 100 m. Per ottenere il campo in gradi, partendo dai metri, sarà indispensabile dividere il totale per 17,45. Ad esempio 100 m a 1000 m corrispondono a circa 5.7° (100/17.45)
La seconda cifra, quella del diametro degli obiettivi, è proporzionale alla luminosità: più è grande e più è luminosa la visione del nostro binocolo, ma esso diventa anche più pesante ed ingombrante da portare in giro, caratteristica da non sottovalutare per le lunghe camminate. Tuttavia con l’arrivo di binocoli con prismi a tetto, molto compatti, anche gli appassionati di rapaci notturni potranno alleggerire la propria attrezzatura. Siamo tutti curiosi di ammirare le prestazioni dei nuovi Zeiss HT da 54 che potrebbero primeggiare in questo settore, mantenendo un peso eccellente (ma anche un costo elevato) .
Cerchiamo ora di comprendere l’importanza della Pupilla di uscita nel B.W.
L’occhio umano possiede una pupilla che al buio può superare i 7 mm (per i ragazzi sopra “gli anta” è triste asserire che più si andrà avanti con l’età più questa performance a malincuore peggiorerà), per poi arrivare sotto i 2 mm in caso di forte luminosità.
Anche per tale motivo dovreste propendere sull’acquisto del “vostro” formato ideale, ragionando principalmente in che fascia oraria sarà utilizzato.
Facciamo conto di osservare prevalentemente di giorno con un ipotetico binocolo 8×16 mm, in tal caso avrebbe una P.U di 2 mm molto simile alla nostra pupilla contratta dalla forte luce solare. All’atto pratico avremmo le due pupille simili, (binocolo e occhio) tuttavia, il mio consiglio è quello di acquistare un binocolo che possieda una pupilla di uscita “più comoda” anche nell’uso diurno. Questo servirà, come anticipato, a fornire una visione meno stancante, a centrare “il cerchietto luminoso” in maniera più rapida, inquadrando un soggetto rapido con maggiore velocità, nonchè per notare dettagli in controluce che spesso risultano invisibili nei binocoli poco luminosi.
Per questi motivi sarebbe preferibile fare uso di un 8×32 o ancor meglio di un 8×42. Quest’ ultimo è il formato prediletto possiede, infatti, una buona luminosità, una buona pupilla di uscita rimanendo, nel contempo, discretamente compatto.
Di contro, qualora usassimo il binocolo principalmente al crepuscolo dovremmo sfruttare al meglio la nostra dilatazione pupillare, per tale motivo, un 7×50 o un 8×56 sarebbero più confacenti.
Adesso è giunto il momento di discutere, anche se in maniera sintetica, di una virtu’ posseduta da pochi binocoli e che è semplificabile con una piccola sigla: “W”
Questa lettera rappresenta l’aggettivo “WIDE” ampio, e la troviamo sui binocoli che di solito forniscono ampi campi apparenti superiori a 65°
Usandoli si ha una sensazione d’immersione nella scena, unica, e rendono più semplice trovare un soggetto grazie al maggior campo inquadrato ed in certi casi donano una parvenza di maggiore tridimensionalità della scena inquadrata. Spesso ho perso un falco pellegrino, a causa della sua enorme velocità in fase di picchiata a causa di un binocolo con il campo stretto e spesso ho perso alcune scene stupende, come il volo in formazione delle anatidi o le fasi di mobbing ” a distanza”, sempre celato dal piccolo campo di vista del binocolo.
Purtroppo è giunto il momento di passare alla parte dolente di questo articolo: ossia il prezzo di acquisto. Posso anticipare che spesso un binocolo non è “caro”, ovviamente si dovrà, di volta, in volta, verificare se la cifra investita per acquistarlo sarà veramente allineata con la sua qualità.
Sino a dieci anni or sono, se una persona voleva acquistare un buon binocolo ad un prezzo modico doveva prevalentemente rivolgersi al mercato dell ‘EST.
Con l’arrivo della Cina in questo settore le cose sono cambiate notevolmente.
Posso ad esempio raccontarmi un piccolo aneddoto riferitomi dal collezionista e collaboratore di Binomania, Paolo Monti.
Su un binocolo “russo” da lui acquistato v’erano delle diciture stampante in lingua russa, che parevano essere le mere specifiche del formato. In realtà il buon Monti fu sorpeso, a traduzione avvenuta, che parte di quella sigla significasse semplicemente “Made in China”
Potremmo dividere la fascia di acquisto in varie fasce, la prima quella sotto i 70 euro fa parte , del mercato cinese.
Questo è un mondo colmo di sigle, formati e caratteristiche, evitate come la peste i binocoli zoom e cercate sempre quello che vi pare il più robusto, waterproof e con una buona qualità ottica. Dato che i loro difetto principale, spesso, è l’assenza di controllo di qualità, sarà proprio utile controllarlo minuziosamente.
Nella seconda fascia, dove pensiamo d’investire fino a 250€ circa, è possibili trovare dei binocoli con marchi famosi (Ad esempio, Nikon, Minox, Kowa, etc.etc) . Questi sono quasi sempre waterproof con un bel riempimento in azoto.
In realtà il riempimento in azoto e solo un aggiuntivo rispetto alla presenza di O-Ring, tuttavia la sua presenza evita la formazione di condensa e di muffe interne.
Analizzando questi binocoli rispetto alla fascia precedente, noterete un bel salto di qualità, sia per la costruzione meccanica che per la qualità ottica.
Di solito un birder appassionato esce in qualsiasi condizioni meteorologica: neve, vento, pioggia, sabbia, etc.etc. Questo perchè le abitudini dell’avi-fauna sono molteplici ed è giusto essere pronti in ogni condizioni. Spesso è proprio nell’uso critico che rimpiangerete alcune caratteristiche del binocolo che non avete scelto a causa del suo alto costo. Meditate quindi su queste mie parole.
Arriviamo poi alla terza fascia ove è possibile investire sino a 700 euro, anche se, ovviamente, il discorso che sto facendo vale per i diametri e ingrandimenti inferiori che costano un pò più della metà del nostro budget.
Al momento in cui sto scrivendo è la fascia che è più in fermento dato che sono iniziati a comparire binocoli con ottiche a bassa dispersione di ottima qualità (Vetri HD, UD; XD, etc etc)
Questo consente di non notare un grandissimo divario rispetto alla fascia regina e un po’ snob dei TOP DI GAMMA.
Quest’ ultimi infatti sono l’eccellenza attualmente disponibile, Si va dalla Zeiss con in nuovi HT con vetri SHOTT di ultima generazione a Swarovski con il sistema Swarovision, a Leica con le lenti al fluoruro Ultravid e cosi via.
Vediamo le diverse strade scelte dalla triade per rendere i propri prodotti unici.
In questo settore, da anni, sono presente anche le due marche fotografiche nipponiche più famose, Nikon e Canon, sia con binocoli stabilizzati, (eccellente quello di Canon, il 10×42 IS WP) e con ottiche apocromatiche con campo quasi piatto come i Nikon EDG.
Vi sono poi, marchi meno noti, per i non adetti ai settori ma senza dubbio validi, come Kowa, Minox, Docter, Meopta, ed altri ancora, che hanno deciso di fornire TOP DI GAMMA a prezzo inferiore di circa il 20- 30% ai classici Europei.
Adesso passiamo all’ultimo argomento: Nuovo o Usato ?
Diciamo subito che col nuovo si sa cosa si compra e quindi è inutile soffermarsi , dato che qualora sorgessero difetti prevarrà la garanzia. Acquistando, invece, un binocolo usato,sarà utile perdere un po’ di tempo.
Se internamente è difficile trovare difetti, a meno che non sia caduto brutalmente, una rapida visione esterna e del sistema di messa a fuoco, consentirà di comprendere se il proprietario ne ha avuto cura o se lo ha trattato con poco ritegno.
Controllate anche lo delle lenti, se sussistono graffi, o danni al trattamento superficiale anti-riflesso, controllate il rotore di messa a fuoco per verificare se presenta troppi impuntamenti, la regolazione delle diottrie e l’apertura della cerniera che regola la distanza inter-pupillare.
Ultima ma non meno importante la collimazione del binocolo, ossia il disallineamento degli assi ottici. Come scritto da Salimbeni in un suo articolo è possibile controllare rapidamente questo difetto osservando un oggetto lontano e cercando di mantenere gli occhi in asse, spostarsi di 10-20 cm dalla lente degli oculari, in tale modo, il cervello non sarà più in grado di fondere le immagini ed un eventuale disallineamento si noterà.
Non dimenticate, inoltre, di osservare all’interno dello scafo ottico per vedere se il binocolo è stato aperto e presenta polvere, pezzi di vernice o ancor peggio impronte digitali sulle lenti o sui prismi.
In sintesi: un buono binocolo da B.W deve essere discretamente luminoso, compatto, con un buon ingrandimento per percepire i volatili più lontani, possedere una tonalità neutra ed essere robusto ed impermeabilizzato e se possibile fornire un ampio campo di vista.
Per ulteriori informazioni consiglio di leggere il Glossario di Binomania.
Concludo qui questo mio rapido intervento. Buone osservazioni a tutti voi.
Giusto Abramo: Nato a Gorla Minore, vive a Marnate (VA). Sposato con due figli, si è tuffato nel mondo dell’ottica più di vent’anni or sono, acquistando il suo primo binocolo che usa tuttora. Agonista di MTB, sino a pochi anni or sono, ha sempre amato il contatto con la natura. Questa sua passione lo ha portato ad immergersi in essa e ad apprezzarla sempre di più sino a specializzarsi nel Birdwatching. Attualmente partecipa ai censimenti e agli Studi dei Parchi Naturali della Lombardia.
Possiede una piccola collezione di binocoli Hensoldt Dialyt e si diverte, nel tempo libero, a restaurarli.
E’ membro, insieme con Piergiovanni Salimbeni del team Astor (Associazione e Studio per l’Osservazioni dei Rapaci)