Recensione Fujifilm X-T3 (fotografia di paesaggio) I parte

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Inauguro la rubrica dedicata alla fotografia con la prova sul campo della Fujifilm X-T3 una mirrorless equipaggiata con il famoso processore X-Trans™. Sarà in grado di accontentare i  fotografi paesaggisti e naturalisti più’ esigenti?
di Piergiovanni Salimbeni

La Fujifilm X-T3 con il XF 50-140mm f/2.8 R LM OIS WR durante una prova sul campo
La Fujifilm X-T3 con il XF 50-140mm f/2.8 R LM OIS WR durante una prova sul campo

Dati tecnici dichiarati dalla Casa Madre

Fotografo il paesaggio e la natura da molti anni: prima con le fotocamere analogiche, poi con le prime fotocamere compatte digitali.
Con l’arrivo delle reflex digitali mi convinsi che il formato quattroterzi facesse al mio caso, infine, optai per il formato APS. Sempre alla ricerca di maggiori prestazioni giunsi ben presto al formato Full Frame che mi concedeva una buona resa agli alti ISO, con i lunghi tempi di posa, mantenendo allo stesso tempo una soddisfacente gamma dinamica.

Fu così che, dopo decine di prove, mi convinsi che la miglior attrezzatura per me non poteva che essere una “full frame” e una compatta mirrorless micro-quattroterzi per praticare la mia passione durante le vacanze con la famiglia o per le uscite occasionali. Memore della mia esperienza con il formato APS-C, lo consideravo una via di mezzo scevra di ogni virtu’, forse adatta solo alla caccia fotografica, tuttavia, nel mese di dicembre, Monica di Fujifilm ha inviato la mirrorless X-T3 ed è stato …amore a prima vista.

Il bellissimo grandangolo di casa Fujifilm..
Il bellissimo grandangolo di casa Fujifilm..

Non scriverò un articolo tecnico colmo di dettagli tecnici, fortunatamente sul web  e sulle riviste specializzate sono presenti decine e decine di pagine riguardanti questa piccola ma performante macchina fotografica.

Vi illustrerò, invece, la sua resa sul campo, una prova pratica, insomma. Per questo motivo ho deciso di dividere questa recensione in due parti: la prima tratterà delle mie impressioni nella fotografia di paesaggio, la seconda, riguarderà la caccia fotografica, grazie all’utilizzo dello splendido Fujifilm 100-400 che dovrebbe essere stato spedito proprio nel momento in cui sto preparando questo articolo.

Ho fotografato il paesaggio, attraverso due ottiche professionali: un grandangolare un po’ estremo e un eccellente teleobiettivo.
Il tempo è stato abbastanza inclemente e non ho avuto la possibilità di raggiungere località molto suggestive e affascinanti, vi dovrete quindi accontentare di alcune fotografie ottenute nelle spiagge più note del Lago Maggiore e nella mia valle: la Valganna.

Una piccola foto ricorda della uscita fotografica in Valganna
Una piccola foto ricorda della uscita fotografica in Valganna

Non penso del resto che ne avrei avuto bisogno, la qualità ottica e le prestazioni di un sistema fotografico si possono apprezzare e utilizzare anche senza compiere viaggi epici. E così è avvenuto.

Ho deciso di citare le mie impressioni per punti, proprio per consentire al lettore una scelta più accurata, non solo nel leggere ciò che si ha voglia, ma anche per verificare con rapidità, eventuali caratteristiche che si cercano e che non si è mai riusciti a trovare in un sistema fotografico.

 

Compattezza

La Fujifilm X-T3 non è compatta come una mirrorless microquattroterzi, ma la differenza rispetto a una reflex è palese.

Costruzione e pulsanti

Scordatevi chassis plasticosi e scricchiolanti, conchiglie dei mirini che si staccano, pulsanti poco sensibili. La cura adoperata per la costruzione di questa mirrorless è esemplare. È un perfetto connubio tra la piacevolezza del design classico (possiede infatti un discreto fascino vintage) l’affidabilità e la modernità che proviene da soluzione interessanti come il monitor basculante, il touch screen o l’incredibile velocità di scatto.

La X-T3 è compatta, come visibile in questa immagine
La X-T3 è compatta, come visibile in questa immagine

Per ciò che concerne la disposizione dei comandi, posso confermare di essermi trovato rapidamente a mio agio. A sinistra è presenta la ghiera per la regolazione della sensibilità  che è compresa tra 160 e 12800 ISO, a onore delle vero, esiste anche la modalità automatica e la modalità L (low)  ottima per creare mossi intenzionali anche in assenza di filtri ND.

Di fronte è  stata inserita la levetta per la modalità di avanzamento e per la selezione della modalità ripresa.
Nella parte opposta del “ponte di comando” sono ben incastonati, il pulsante per configurare il metodo di visualizzazione (display – mirino –  modalità automatica con sensore di prossimità). C’è poi il comodo pulsante per la rapida regolazione dei tempi, la ghiera per la regolazione dell’esposizione e ovviamente il pulsante di scatto.

Una fotografia ottenuta con il grandangolo qualche minuto dopo il crepuscolo
Una fotografia ottenuta con il grandangolo qualche minuto dopo il crepuscolo

Non ho avuto l’esigenza di utilizzare le connessioni sul lato sinistro che sono protette da uno sportellino molto spesso. Sono disponibili, infatti, l’ingresso per il microfono, il jack per le cuffie e una comoda porta USB-C (oltre alla micro-HDMI.  Dalla parte opposta, invece, è presente il doppio slot per le schede SD (si possono utilizzare anche le nuove UHS-II) ma anche l’ingresso per il comando di scatto remoto che invece si è rilevato essenziale per le fotografie di paesaggio.

La X-T3 è impermeabilizzata ed ho potuto utilizzarla senza problemi anche durante una giornata piovosa
La X-T3 è impermeabilizzata ed ho potuto utilizzarla senza problemi anche durante una giornata piovosa

Mirino elettronico e Display

Quando fotografo il paesaggio utilizzo spesso la modalità live view, raramente osservo nel mirino che prediligo, come è ovvio, nella caccia fotografica. Le varie mirrorless che ho utilizzato mi hanno mai entusiasmato per ciò che concerneva la qualità di questo componente elettronico. In molti casi le immagini erano affaticanti, poco luminose con un evidente “effetto trascinamento” sui soggetti più rapidi. La Fujifilm X-T3, invece, è stata equipaggiata con un mirino con oltre tre milioni e mezzo di pixel, per la precisione 3.69, è un piacere per gli occhi sia da un punto di visto visivo, sia per la facilità osservativa che concede.  Si attiva rapidamente anche grazie al sensore di prossimità (basta accostare il viso e si accende).

Anche il monitor è degno di lode, misura tre pollici, nel formato 3:2 con ben 1,04 milioni di pixel.  Esso bascula di novanta gradi verso il basso e di quarantacinque verso il basso. Per il mio genere di fotografia ritengo siano più che sufficienti.

Ho molto apprezzato anche la modalità notte, perfetta per le fotografie astronomiche o paesaggistiche crepuscolari, giacché consente di disturbare l’adattamento visivo coni e bastoncelli che il nostro corpo attua in assenza di luce.

Fotografia di paesaggio ottenuta sulle rive del Lago Maggiore
Fotografia di paesaggio ottenuta sulle rive del Lago Maggiore

Messa a fuoco


Non citerò con precisione tutte le caratteristiche perché nella fotografia di paesaggio ho sempre usato la modalità AF singola o la messa a fuoco manuale, tuttavia, una breve sessione con il 50-150 duplicato mi ha fatto comprendere le sue potenzialità anche nella caccia fotografica Sarò quindi in grado di scrivere un’altra recensione dopo aver provato le sue prestazioni con il Fujifilm 100-400.

Vi anticipo soltanto che è utilissima la possibilità di spostare rapidamente il punto di fuoco, grazie al piccolo joystick nei pressi del display. Questa caratteristica è molto utile, quando dopo aver scelto l’inquadratura, decidevo su che soggetto in primo piano mettere a fuoco per poi verificare di quanto chiudere il diaframma per ottenere la profondità di campo che più mi aggradava.

Una situazione un po' critica, gestita alla perfezione dalla X-T3 e dal grandangolo
Una situazione un po’ critica, gestita alla perfezione dalla X-T3 e dal grandangolo. In questo caso sono riuscito a poggiare un vetro ND GRAD REVERSE da 150 mm di fronte all’obiettivo

 

Nella fotografia con il sistema di messa a fuoco manuale è possibile, oltre all’immagine spezzata e al focus peaking, avvalersi di una serie di quadratini che spariscono quando è stata perfettamente raggiunta la messa a fuoco sul soggetto prescelto. 

Esposizione

Si sa, la giusta esposizione è indispensabile nella fotografia di paesaggio, soprattutto quando si attua in condizioni crepuscolari o in presenza di foschia, nebbia. Non è molto utile fotografare in pieno giorno con il cielo sereno. Quindi anche un fotografo paesaggista necessita che il reparto esposizione sia in grado di sostenerlo durante le sue escursioni in mezzo alla Natura.

Ci sono le quattro misurazioni classiche: la SPOT, la media pesata al centro, la Multi e la Media.
Non ho mai verificato particolari esigenze di sovraesporre o di sottoesporre. In caso di cieli molto più chiari, visto che la gamma dinamica di questo sensore è buona ma non ancora paragonabile a quella della nostra vista, mi avvalevo degli insostituibili filtri ND Grad.

Ho fatto alcune prove con il comando per la estensione della gamma dinamica, ciò avviene impostando gli ISO a 320 e 640, in questo modo è possibile avere più dettagli per le luci e le ombre, ma visto che nel mio caso mi avvalgo sempre di filtri esterni non ho mai avuto un grande desiderio di estendere la gamma per migliorare le ombre o abbassare le luci. Diciamo che la stessa soluzione è possibile alzando l’esposizione di un paio di stop alla bisogna con il trucchetto della sovraesposizione, facendo attenzione a non bruciare troppo le luci.

La Fujifilm X-T3 durante una sessione fotografica nell'abetaia del monte Sette Termini
La Fujifilm X-T3 durante una sessione fotografica nell’abetaia del monte Sette Termini

Bilanciamento del bianco

Beh, la Fujifilm X-T3 si è trovata a suo agio in tutte le condizioni di illuminazione affrontate, proponendomi sempre una buona rappresentazione della gamma tonale dei colori. Ovviamente da paesaggista “old style” porto con me sempre un cartoncino grigio per una taratura sul campo, ma devo ammettere che alla lunga ho sempre preferito quanto calcolato direttamente dalla X-T3. Sono lontano gli anni in cui, dovevo urlare tra boschi e spiagge: ” il mio regno per un cartoncino grigio!”.

Resa ad alti ISO

Anche in questo caso ne parleremo quando vi informerò sulle sue prestazioni nella caccia fotografica, dato che adoro riprendere gli ungulati, che popolano i prati della mia valle, al calar del sole.
 In linea di massima, la resa è ottima sino a 1600 ISO a 3200 ISO ho notato che inizia a perdere un po’ di gamma dinamica e si percepisce un po’ di grana (invisibile però nella stampa. Sono forse ancora uno dei pochi pazzi nostalgici che stampa ancora da casa e che predilige la carta opaca)

Nella lunga esposizione ha dimostrato di lavorare egregiamente non facendomi rimpiangere le fotocamere full frame che uso di solito nella fotografia crepuscolare di paesaggio

Giochi di luce e nebbia nell'abetaia
Giochi di luce e nebbia nell’abetaia

Impressioni sul campo

Ho utilizzato spesso la X-T3 in due modi: con treppiede e cavalletto ma anche a mano libera, sfruttando la stabilizzazione (ottima) delle ottiche che ho utilizzato.

Le prime fotografie di paesaggio le ho ottenute impostando la macchina sulla messa a fuoco in modalità manuale per compiere una fine regolazione del fuoco, osservandone il risultato dal display.
Questo mio modus operandi traeva origine da alcuni problemi, sofferti con l’attrezzatura fotografica di altre marche che ho utilizzato negli anni precedenti.
In realtà, dopo aver verificato, la possibilità di prendere il punto di fuoco direttamente tramite il touch screen, mi sono accorto che la FUJIFILM X -T3 era precisa anche con diaframmi molto aperti e sempre nell’ora d’oro del paesaggista che non è di certo ben illuminata. Dopo solo un paio di uscite avevo trovato la mia ricetta per scattare rapidamente e con precisione, le foto di paesaggio: otturatore elettronico, cavetto di scatto, ISO 80, ricerca del punto di fuoco con touchscreen, chiusura successiva del diaframma di campo e controllo della profondità di campo.

Peccato non aver avuto la possibilità di utilizzare i miei filtri ND, ND Grad e ND reverse Grad con l’obiettivo grandangolare, ma la qualità delle immagini ottenute mi ha fatto ben comprendere le potenzialità di questa mirrorless (e delle ottiche Fujifilm) in questo genere fotografico.

A volte è meglio possedere un’attrezzatura più compatta e leggera e con un sensore leggermente più piccolo ma che nulla ha da invidiare per gamma dinamica  e resa (sino ad almeno 1600 ISO) al formato full frame.

In attesa del 100-400 ho scattato qualche immagine naturalistica con l'eccellente 50-140  F 2.8
In attesa del 100-400 ho scattato qualche immagine naturalistica con l’eccellente 50-140 F 2.8
Immagine non elaborata che mostra la qualità ottica del teleobiettivo
Immagine non elaborata che mostra la qualità ottica del teleobiettivo

Per la fotografia paesaggistica itinerante e per la compressione dei piani mi sono letteralmente innamorato del teleobiettivo Fujifilm XF 50-140mm f/2.8 R LM OIS WR, è un’ottica sopraffina, nel cui complesso schema ottico sono presenti ben cinque elementi ED e un elemento Super ED.  È composta di metallo, possiede una messa a fuoco velocissima, è impermeabile e la stabilizzazione di ben cinque Stop non delude mai.


Ho scattato foto a mano libera, alla massima focale disponibile, spingendomi su tempi di posa decisamente bassi, che non riesco a sfruttare con la mia attuale attrezzatura.

Anche il moltiplicatore è decisamente valido, la qualità è elevata e la perdita di nitidezza e contrasto sono minimi. Guardate ad esempio questo “crop” di un fringuello ottenuta scattando a mano libera con il 50-140 e il Fuji 1.4x Teleconverter

Molto astuta mi è parsa la scelta di inserire uno sportellino nel paraluce che consente di far ruotare con le dita un eventuale filtro polarizzatore, molti concorrenti dovrebbero prendere esempio da Fujifilm che studia con attenzione anche questi piccoli particolari perfetti per aiutare il fotografo durante l’utilizzo sul campo.

Questo risultato mi fa ben sperare in una grande capacità di ottenere immagini naturalistiche interessanti.

Non tutti amano i grandangoli, spesso sono difficili da gestire, mostrano evidenti aberrazioni geometriche, in primis la distorsione e quasi sempre non possiedono la nitidezza di un’ottica fissa.

Il Fujifilm 8-16mm XF f/2.8 R LM WR ASPHERICAL, invece, è uno dei migliori obiettivi grandangolari che ho avuto il piacere di utilizzare nella fotografia di paesaggio.

E’ nitido anche al bordo grazie agli elementi asferici, corregge molto bene l’aberrazione cromatica grazie alle lenti ED. È inoltre impermeabilizzato come ogni bravo paesaggista, esige.

Ecco qualche scatto ottenuto durante il test della X-T3. Altre foto sono visibili sul mio sito personale www.piergiovannisalimbeni.com
Ecco qualche scatto ottenuto durante il test della X-T3. Altre foto sono visibili sul mio sito personale www.piergiovannisalimbeni.com

Le immagini sono nitide, sature e contrastate, la resa ai bordi è ottima anche ai medi diaframmi ed è in grado di resistere egregiamente ai flare durante gli scatti in controluce. Parrebbe avere solo pregi, beh, qualche lato negativo potrebbe esserci ma dipende unicamente dalle sue caratteristiche un po’ estreme.
È ovviamente un po’ pesante, non consente l’utilizzo di filtri UV per proteggere l’ottica e necessita, nel caso in cui si utilizzassero dei filtri ND GRAD, di una slitta porta-filtri dedicata e più grande rispetto a quella che alloggia i classici 100 mm x 150 mm.

L'immagine non è stata corretta per la distorsione, notate solo un poco di distorsione lineare verso il bordo, ma la resa è eccezionale
L’immagine non è stata corretta per la distorsione, notate solo un poco di distorsione lineare verso il bordo, ma la resa è eccezionale



Se tali caratteristiche dovessero spaventarvi vi ricordo che esiste il più sobrio e compatto 10-24, che accetta anche di buon grado i filtri in vetro o in resina da 100 mm. In ogni caso se uscirete a fare fotografia di paesaggio con questa ottica vi potrete lamentare solo di aver trovato una serata decente o cieli drammatici.

Ritengo che il kit che ho utilizzato sia uno tra i migliori mai provato nel corso degli anni.

Tra i pregi della Fujifilm X-T3 posso citare:

La costruzione impareggiabile
La impermeabilizzazione
I controlli fisici completamente personalizzabili
La possibilità di inquadrare e scattare con facilità grazie al touch screen molto preciso
La raffica velocissima (ma non interessante al fotografo di paesaggio)


L’unico lato negativo che ho riscontrato è la batteria che tende a scaricarsi abbastanza rapidamente anche durante sessioni di fotografia di paesaggio. Consiglio quindi di comprarne almeno un’altra di scorta

Per chi ha le mani molto grandi, forse sarebbe consigliabile l’acquista del battery grip o dell’impugnatura aggiuntiva. 

Come notate i dettagli sono ottimi anche agli angoli.
Come notate i dettagli sono ottimi anche agli angoli.

In sintesi

La Fujifilm X-T3 è una delle migliori mirrorless presenti sul mercato: robusta, affidabile, con pulsanti personalizzabili, un mirino eccellente e un sensore con una ottima gamma dinamica. Le ottiche della serie professionali hanno un eccellente controllo delle aberrazioni geometriche e cromatiche, la nitidezza è elevata  e consentono di scattare senza badare troppo alle condizioni atmosferiche.

Ringraziamenti


Ringrazio  Matilde Cicchelli dell’ Ufficio Stampa Fujifilm Italia per aver fornito l’esemplare oggetto di questo test.