Swarovski Habicht 7×42 GA:seeing in the rain

Anni fa, io ebbi modo di presentare fra le pagine di Binomania una recensione dello Swarovski Habicht 7×42, il binocolo con prismi di Porro che ha decretato il  successo della azienda austriaca nel settore delle ottiche naturalistiche.  . In seguito trattai una comparativa con il suo miglior contendente, nel formato di 32 mm, il Nikon 8×32 SE (ormai fuori produzione.)

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Per questo motivo eviterò di ripetere le caratteristiche tecniche che potrete leggere, ancora una volta, navigando fra le pagine dei due articoli, tuttavia, vorrei condividere con i lettori la mia nuova esperienza fatta a cavallo dei mesi di Maggio e di Giugno, sotto la pioggia torrenziale che sta contraddistinguendo la fine di questa primavera.

Avevo ricevuto da Swarovski Optik Italia un esemplare del notissimo  Habicht 7×42 GA – gommato verde militare-  per la festa delle Oasi LIPU. Vista la ghiotta occasione, avevo anche provato, chiedendo collaborazione a Docter ad organizzare una comparativa con un altro mostro di robustezza: il Docter B/GA 7×42, purtroppo una serie di circostanze non mi hanno concesso di iniziare questa piccola sfida, per tale motivo ho deciso di “trastullare” il binocolo austriaco fra i boschi e i prati  della mia valle per cercare di ritrovare quelle sensazioni percepite vari anni fa.

Devo ammettere che, seppur nel corso degli ultimi anni io abbia posseduto e utilizzato vari binocoli di alta qualità, lo Swarovski Habicht 7×42 ha dimostrato ancora una volta di essere un intramontabile classico di alta qualità. Il suo diametro, unito ai bassi ingrandimenti e ad un’ampia pupilla di uscita lo rendono ancora imbattibile, per certi tipi di osservazione.
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La sua resa ottica, al centro del campo, è confrontabile con le migliori soluzioni attuali, soprattutto se si rammenta l’enorme differenza di prezzo, è luminoso e molto robusto. L’ergonomia, poi, è eccellente: presa salda, sia per la conformazione dei prismi, sia per l’ampia gommatura di protezione. L’ho utilizzato alla presenza di pioggia, vento e in condizioni in cui, talvolta, era meglio rimanersene al calduccio. Il carrello centrale impermeabilizzato è decisamente performante cosi come la gommatura si è rilevata in grado di assorbire anche qualche urto, spesso inevitabili durante l’uso naturalistico. Con cotanta dote era quasi cinico criticarne il modesto campo di vista.

Insomma, in tutte queste occasioni il fido Swarovski Habicht 7×42 non ha mai fatto una piega, al ritorno dalle escursioni  necessitava soltanto di una piccola asciugatura con un panno e, in presenza di schizzi di  fango, di una lieve sciacquata sotto il rubinetto (con getto leggero meglio se sotto un miscelatore per la doccia).
Durante le mie escursioni ho avuto modo di imbattermi anche in paio di anziani escursionisti, cacciatori durante la stagione, che hanno riconosciuto immediatamente la sagoma di questo binocolo, fattore, che invece non accade spesso con le ultranovità con prismi a tetto.

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Se avessi una sola parola per descrivere questo binocolo citerei in grassetto sottolineato: tridimensionalità.

Sono rimasto incantato di come fosse netta la differenza di piani osservando in un ampio prato costellato da piccole colline, il tutto sotto la luce affascinante, tersa di giallo, che contraddistingueva la fine di un temporale serale.

Insomma che dire? Molto probabilmente fra dieci anni potrei essere ancora qui a scrivere di questo prodotto, sempre che Swarovski non abbia intenzione di presentarne un aggiornamento.

Un saluto a tutti i possessori di Habicht e ..non vendetelo, mi raccomando.