La mia esperienza con le riviste, gioie e dolori…

Nella pagina denominata “riviste” potrete trovare qualche informazione riguardo i  periodici con cui collaboro attualmente.
Ho deciso di scrivere questo breve editoriale, perché qualche giovane appassionato mi ha domandato se valga ancora la pena investire tempo ( e in certi casi denaro) per collaborare con il cartaceo. 
La mia risposta, in sintesi, è: dipende.

Come ogni relazione interpersonale esistono sempre dei compromessi, scrivere per una rivista è un po’ come sposarsi, dopo la prima fase di innamoramento, si potrà rafforzare il vincolo concependo dei figli, in alcuni casi, purtroppo, si finirà per divorziare più’ o meno in maniera consensuale, anche se spesso rimarranno pessimi ricordi o rancore. 


Attualmente collaboro con grande profitto con l’ editore “Editoriale C&C “,  che gestisce varie riviste nel settore del turismo, della caccia e dei motori.

Mi sono state assegnate delle rubriche stimolanti e svolgo molto volentieri questa nuova avventura, fornendo mensilmente testi e immagini. C’e’ una buona comunicazione tra i capi redattori Gianluca Salcioli e Matteo Brogi e il sottoscritto: sono molto professionali, precisi e cordiali.
L’editore è molto attivo e attento alle esigenze dei lettori ma anche a quelle dei propri autori, infatti, paga i propri collaboratori. 

Questa asserzione parra’ assurda ai non addetti al settore, ma ci sono anche degli editori scaltri che non pagano, dei veri furboni millantatori e disonesti che accampano scuse per non ricompensare il lavoro altrui.

Forse ritengono che scrivere testi, compiere ricerche, uscire per sessioni fotografiche, sia cosi’ appagante da non dover essere ricompensato, in realtà, sono tutte ore perse nei confronti della propria famiglia e- nel mio caso- nella gestione di Binomania.

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Detto questi, cari ragazzi che mi avete scritto, cosa suggerirvi? Purtroppo anche per me non è sempre stato tutto “rose e fiori” e ancora adesso devo percepire varie centinaia di euro da siffatti personaggi che mai ripagheranno l’enorme mole di lavoro proferita per produrre contenuti.

Non scendete mai a compromessi, se il vostro lavoro è valido, frutto anche di anni di passione o di studio, non svendetevi, non accettate scarsi pagamenti o solo un “grazie”. meglio allora sfruttare le vostre competenze sul web, creandovi un vostro spazio personale.

Se, invece, ambite alla pubblicazione di un vostro articolo su una rivista cartacea, badate sempre a come si relazioneranno con voi, sin dall’inizio

Un editore serio, vi darà delle scadenze, ma anche un compenso per pagina, vi suggerirà come inquadrare fiscalmente le collaborazioni e vi farà immediatamente entrare in contatto con il redattore capo e il grafico.

Un editore serio vi invierà gratuitamente la rivista, oppure vi aprirà sempre gratuitamente un abbonamento on-line.

Un editore serio non vi farà, quindi pagare, come è successo a me- durante una fiera, una rivista dove avevo collaborato, scrivendo molte pagine.

Un editore serio non continuerà a procrastinare i pagamenti accampando scuse.

Un editore serio non vi parlera’ della Grande Recessione Editoriale, asserendo che anche lui soffre come voi, che anche lui non guadagna un euro a fine mese, ma che… si devono fare sacrifici e lavorare gratis.

Potrei continuare all’infinito.

Evitate, quindi, come la peste, situazioni, che si prospettano incerte e fumose sin dall’inizio, insomma, meglio arrossire oggi che impallidire domani.

Detto questo: comprereste ancora una rivista, sapendo che non paga i propri collaboratori? Beh,io no, ed ho già iniziato a farlo da molti mesi.