La mirrorless OM-5 è la regina del digiscoping?

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PREMESSA

Chi segue il mio sito dal 2006 e il forum di Binomania sa che mi dedico con profitto al digiscoping da molti anni. Si tratta di una tecnica fotografica che consente di collegare una macchina fotografica (o uno smartphone) all’oculare di un telescopio terrestre. Nel corso degli anni -come penso sia prassi anche per voi – ho ottimizzato sempre di più la mia attrezzatura per scattare e riprendere video sino a raggiungere circa 3500 mm di focale. Per questo motivo, grazie alla collaborazione di PolyPhoto– distributore ufficiale del marchio OM- Digital ho avuto il piacere di testare la nuova mirrorless OM-5. Costa attualmente 1173 euro (solo corpo) ha tantissime frecce al suo arco e io, dopo la mia esperienza con la OMD EM-5 e la OMD E-M5 Mark II, vorrei parlarvene all’interno del video e di questo breve articolo.

 

OM DIGITAL SOLUTIONS – UNA NUOVA ERA

 

Qualche anno fa, la Japan Industrial Partners (JIP) ha acquisito tutto il pacchetto delle fotocamere e accessori Olympus inserendolo nella nuova sussidiaria OM Digital Solutions. Se la ammiraglia OM-1 è ancora proposta con il marchio Olympus, la O;-5 è la prima mirrorless a mostrare il marchio Om-System in bella vista.

LA MIA ESPERIENZA CON LE OMD E-M5

 Si tratta di un prodotto decisamente interessante, soprattutto per il digiscoping. Non farò un’ampia disamina delle sue caratteristiche tecniche perché esistono ottime recensioni sia su YouTube sia su specifici siti web.  La mia, in realtà, sarà una riflessione sul campo che ho potuto maturare nella settimana di test in cui l’ho usata e che deriva, però, anche da anni di utilizzo della OMD E-M5 e successivamente della OMD EM-5 Mark II.  Non aspettatevi quindi molte riprese naturalistiche all’interno del video, dato che il tempo a disposizione è stato molto risicato visti i miei impegni che mi portano a produrre 6-8 recensione al mese e la breve visione proposta da PolyPhoto. Ritengo, però sia stato un tempo più che sufficiente per carpire le caratteristiche tecniche della OM-5.

 

COSA E’ CAMBIATO?

Ma cosa è a è cambiato rispetto alla OMD E-M5 e alla OMD E-m5 Mark II?

Nel 2012, all’epoca della presentazione della E-M5 utilizzavo ancora uno spotting scope Kowa 883 con una fotocamera compatta Canon Powershot S95, comprenderete, quindi, che il passaggio alla nuova mirrorless Olympus fu un netto passo avanti per le mie riprese video e le fotografie a lunga distanza. La E-M5 aveva un sensore da 16 Mp, con una gamma ISO tra i 200 e 25600, un display da tre pollici e un mirino elettronico da circa 1.4 milioni di punti. Poteva riprendere video in FULL HD (1920×1080 pixel). Rispetto alle reflex Quattro Terzi che avevo utilizzato negli anni passati  (E-1- E-500 E-3 e E-5) che ancora possiedo, non solo vinceva per pesi e ingombro (circa 420 grammi su 12×90 mm) ma il nuovo sensore consentiva di lavorare a ISO medio alti senza particolari problemi.

FIG.1 – Dal basso: OM-5, OMD E-M5 MARK II, OMD E-M5

Utilizzai la E-M5 per cinque anni, anche se nel 2015 Olympus presentò la Mark II, in tal caso i pixel erano rimasti invariati, sempre sedici, ma era migliorato il mirino elettronico che era migliorato sino a raggiungere i 2.36 milioni di punti . Si poteva beneficiare, inoltre, di una maggior velocità per gli scatti continui. Non avevo sostituito il mio kit FULLFRAME +  teleobiettivo per la caccia fotografica classica ma continuavo sempre a prediligere i pesi e gli ingombri del sistema Micro Quattro Terzi anche se la nuova E-M5 Mark II pesava circa 50 grami in più della precedente.

 

PERCHE’ SCEGLIERE LA OM-5?

 Ho letto qualche parere dei noti guru del settore che eufemizzando, potrei definire “tiepidi” riguardo questa mirrorless. Secondo alcuni, infatti,  la OM-5 non ha portato particolari innovazioni rispetto alla OMD E-M1 Mark III, visto che propone la maggior parte delle sue caratteristiche tecniche.

In realtà, è indubbio, che il suo pregio maggiore per la tecnica del digiscoping sia la compattezza, una caratteristica che ha sempre contraddistinto la serie “5”. Inoltre, ciò che più mi interessava era la capacità di riprendere video in 4K e  usufruire  di una maggior risoluzione fotografica, necessaria, in alcuni casi per verificare con facilità dettagli dei rapaci o dei loro nidi che sono la mia passione principale.

Inoltre con la OM-5 è possibile girare dei video a 120 fotogrammi al secondo che possono essere utili in alcuni tipi di ripresa video naturalistica.

FIG.2 – La nuova OM-5 è ben tropicalizzata

Oltre a ciò la nuova OM-5 rispetto ai modelli “OMD” che utilizzavo negli anni passati, possiede un nuovo processore d’immagine, TruePic IX simile a quella a corredo della E-M1 Mark III, un sistema AF aggiornato più affidabile e funzionale, una migliore stabilizzazione dell’immagine e un sistema di fotografia computazionale decisamente più moderno, oltre a usufruire di maggiori opzioni video. Insomma, come avrete compreso, il passaggio a questa macchina, per un appassionato di digiscoping non è poi così scontato.

Rispetto alla E-;5 Mark III, che non ho avuto il piacere di provare, fornisce una stabilizzazione migliore, di ben 6,5 stop, contro i 5,5. Può sembrare una impostazione inutile usando un treppiede fotografico, in realtà come vi spiegherò tra breve, non è così. Un altro pregio di questa nuova mirrorless è la tropicalizzazione che per un appassionato di natura che usa spotting scope di alta qualità ben impermeabilizzati è fondamentale. Infatti la protezione dalle intemperie è migliorata con un grado di protezione IP53, che conferisce all’OM-5 lo stesso livello attribuito alla fotocamera di punta OM-1. IP53 significa beneficiare di una mirrorless impermeabile alla polvere ma anche agli spruzzi di acqua.

 

LA OM-5 E IL DIGISCOPING


Personalmente, come potrete vedere nel video l’ho utilizzata con il telescopio terrestre Top di Gamma, Zeiss Harpia 95 che è un’ottima scelta per la ripresa naturalistica visto che possiede un sistema di ingrandimento variabile che parte da 23 X e arriva a 70X con un campo apparente molto elevato. Pensate che rispetto a molta concorrenza, che fornisce un ingrandimento minimo di 30X, propone quasi due volte e mezzo il campo lineare di vista. Le mie due ottiche predilette per questo genere di ripresa sono lo Zuiko 17 mm F/1.8 e il 25 mm F/1.8. Per calcolare la lunghezza focale di ripresa è sufficiente moltiplicare la focale (su Full Frame) dell’obiettivo per gli ingrandimenti del telescopio, quindi usando l’obiettivo da 25 mm a 70X posso raggiungere una lunghezza focale di 3500 mm, un valore molto più elevato, rispetto al mio classico kit “reflex +obiettivo da 400 mm”.

FIG-3 – La nuova OM-5, lo Zuiko 17 mm F/1.8 e l’adattatore Zeiss per il Victory Harpia con passo M58

Si utilizza tramite un adattatore specifico Zeiss con un anello adattatore da scegliere in proporzione alla filettatura dell’obiettivo da utilizzare che garantisce una ottima sicurezza sia per fissaggio sia per il centraggio dell’obiettivo. Queste ottiche Zuiko, inoltre, sono piccole, leggere perfette per questo genere di riprese.Non è, ovviamente, un tipo di tecnica che fornisce una elevata nitidezza come la fotografia classica ma devo ammettere che nel corso degli anni sia la qualità, sia la costruzione dei telescopi  terrestri è migliorata notevolmente, così come le prestazioni delle mirrorless e questo consente di scattare ottime fotografie di animali “posati” e di riprendere video anche in movimento.

 Il reale degrado delle immagine dipende dalle grandi distanze in gioco e quindi anche dalla turbolenza atmosferica, meglio optare per riprese diurne in giornate poco “turbolenti “o magari divertirsi nelle prime ore del mattino o poco prima il tramonto.

I PREGI DELLA OM-5


Cosa ho apprezzato nella nuova OM-5 in questo genere di riprese? Come sempre la possibilità di avere un ottimo compromesso tra prestazioni, sensore, sensibilità qualità di messa a fuoco  e nitidezza del mirino elettronico. La OM-1 è una eccellente mirrorless, ma secondo me è troppo pesante per questo genere di tecnica, dove personalmente prediligo dei corpi macchina molto leggeri.

FIG.4 – Lo Zeiss Victory Harpia 95 e la nuova OM-5 presso la Riserva Naturale Palude Brabbia

Rispetto ai modelli precedenti che ho utilizzato per anni, oltre alle innovazioni citati ho prediletto la confidenza che già conosco dei menu e apprezzato il modus operandi di OM System che ha deciso di mantenere gli stessi menu della serie Olympus OMD. L’ergonomia dei pulsanti è senza dubbio migliorata, così come la qualità del mirino che è eccellente se paragonato a quello della mia vecchia E-M5.  Nella tecnica del digiscoping utilizzo, di solito, due metodi. Metto a fuoco con la ghiera del telescopio e poi uso la messa a fuoco continua della mirrorless per inseguire i soggetti in rapido movimento. Di solito questa tecnica funziona particolarmente nella ripresa di soggetti distanti, dato che la profondità di campo consente di non aver alcuna perdita apprezzabile di nitidezza e di messa a fuoco.  A volte, invece, mi affido totalmente alla messa a fuoco manuale del telescopio e inseguo i rapaci attraverso il mirino.

Certamente non è molto semplice inquadrare e inseguire il mobbing tra una aquila anatraia e una cornacchia grigia, soprattutto se si prova a farlo a 3000mm di focale ma sono tecniche che si imparano con il tempo. Ottima, come sempre, la possibilità di ingrandire l’immagine visibile nel display per migliorare la qualità di messa a fuoco su soggetti a lunga distanza.  Anche l’ottima stabilizzazione del sensore è utile nelle riprese a lunga focale su cavalletto perché consente di diminuire le micro-vibrazioni, fotografando, ad esempio, dalle torrette di osservazione o in caso di forte vento.

FIG.5 – La OM-5 fissata saldamente sullo Zeiss Harpia, alla ricerca dei rapaci.

Esiste sempre la possibilità di gestire tutte le impostazioni anche tramite l’applicazione per smartphone.
Nel mio caso, dato che studio le nidificazioni di vari corvidi e rapaci nella mia zona, trovo etico, ottimale e performante l’utilizzo del digiscoping. Anche nelle riprese crepuscolari (dove si sfrutta la luminosità dell’obiettivo unita al diametro del telescopio) ho notato una miglior gestione del rumore, soprattutto rispetto alle vecchia E-M5 e questo, ha ancor di più chiuso il gap rispetto alle riprese ottenibili con sistemi dal formato più grande ma che spesso sono  più ingombranti.

FIG.6 – Da sempre appassionato del marchio Olympus ho apprezzato la rinascita del marchio sotto OM-SYSTEM

IN SINTESI

In sintesi, ritengo che la nuova OM-5 sia attualmente la mirrorless più performante, se consideriamo pesi, ingombri, qualità intrinseche e tecnologia applicata da sfruttare con la tecnica del digiscoping. Oltre a ciò è anche una ottima macchina per la fotografia classica anche se questo settore non è quello che volevo evidenziare all’interno di questo breve articolo

RINGRAZIAMENTI

Io ringrazio Gianni Trevisani e di  Giacomo fabbri  di Polyphoto distributore ufficiale di Olympus-OM System Imaging   per avermi prestato la nuova OM-5, consentendomi di citare le mie impressioni personali sul campo. Ricordo che è possibile acquistare la om5 tramite l’ampia catena di rivenditori italiani. www.polyphoto.it/rivenditori