Dopo molte settimane di attese, congetture e riflessioni, ho finalmente aperto la confezione del nuovo Zeiss Victory SF. Le mani erano tremanti, non tanto per l’eccitazione ma per la premura di “indossarlo” immediatamente cercando una risposta alle varie domande che io e vari appassionati ci eravamo posti sin dal momento della sua presentazione.
Avendo un pomeriggio a disposizione ho deciso di prendere contatto con Andrea Bertoncello, mio “collega” di Astor (Associazione per lo Studio e l’ Osservazione dei Rapaci) nonché valido birdwatcher. Andrea ha utilizzato vari binocoli di alta gamma nel corso degli ultimi tre anni e in questo periodo si avvale di un binocolo Swarovski Swarovision da 42 mm di diametro. Per questi e altri motivi mi è parsa una delle persone, più vicine a me, in grado di aiutarmi a verificare le prestazioni di questo binocolo.
In un eccezionalmente assolato pomeriggio di fine Agosto che spezzava la noia del crepitio delle gocce sulle finestre della mansarda, colma di binocoli desiderosi di essere provati, ci siamo recati sul Monte Sette Termini in compagnia dello Zeiss Victory SF e degli Swarovision 8.5×42 e 10×42 di nostra proprietà.
Anticipo ai miei cari lettori che questa non è una vera e propria prova, la recensione sarà pubblicata fra qualche settimana, quando avrò avuto maggior tempo ed organizzato nuove comparative, tuttavia mi pare doveroso informare i lettori su ciò che abbiamo evidenziato.
Non è possibile, inoltre, comparare scrupolosamente un binocolo che fornisce otto ingrandimenti e mezzo con un binocolo che ne fornisce soltanto otto. Sembra una differenza di poco conto, in realtà sono coinvolti cosi tanti fattori da far dubitare anche l’appassionato più sicuro.
I pregi del nuovo Zeiss Victory SF sono innumerevoli, poco modestamente credo che siamo riusciti a scovarli quasi tutti, ci saranno successive sorprese o smentite tramite il testo con le USAF Chart, la prova crepuscolare e l’osservazione astronomica. Per ora, accontentatevi.
La prima cosa che stupisce quando s’impugna è la sua ergonomia: perfetta! La finestra centrale è molto ampia, consente di inserire tutte e quattro le dita per una presa sicurissima, inoltre, la posizione della manopola di messa a fuoco è stata posta in maniera eccelsa per consentire al dito medio di utilizzarla. Ci si accorge di tale perfezione solo provenendo da altri sistemi a finestra centrale. Chiudendo i tubi ottici per regolare la mia distanza interpupillare ho notato, inoltre, un maggiore spazio rispetto a quello disponibile nel mio Swarovision 8.5×42. Questo fattore è positivo soprattutto in inverno quando faccio uso dei guanti.
I nuovi prismi, il ponte di comando e la doppia cerniera anteriore forniscono un perfetto bilanciamento del binocolo verso gli oculari. Avvicinando il binocolo al viso si capisce immediatamente quanto hanno fatto i progettisti. Il feeling con questo binocolo è stato molto alto sia per me sia per Andrea.
Anche a livello meccanico abbiamo apprezzato la buona costruzione dei componenti: i bordi del ponte, non coperti con la gommatura sono arrotondati, i paraluce in gomma si estraggono con grande fluidità senza rumori, scrocchi o cigolii, lo stesso dicasi per il sistema di messa a fuoco che è fluido, morbido e più preciso del mio esemplare di Swarovision 8.5×42.
Abbiamo osservato degli insetti convenendo che la distanza minima di messa a fuoco è praticamente identica fra i due antagonisti di questo pomeriggio. Di contro lo Zeiss Victory SF utilizza un giro e un quarto di manopola per passare da questa distanza all’infinito mentre allo Swarovski Swarovision 8.5×42 occorrono perfettamente due giri di manopola.
Data la scarsa presenza di avi-fauna, non siamo stati in gradi di testare minuziosamente il nuovo sistema smart-focus. Le prime impressioni sono, però, molto incoraggianti: rapido, preciso e con un punto di fuoco molto preciso.
Poggiando le lenti agli oculari altre sorprese giungono rapide e anche un poco sconfortanti per noi possessori di binocoli Alpha, acquistati con sudore e sacrificio.
Il campo di vista dello Zeiss è un nuovo punto di riferimento, osservare la catena delle Alpi dal monte Sette Termini riempie il cuore similmente all’acqua salmastra di una mareggiata nei polmoni di città. E’ una folata di novità. Dopo aver passato un quarto d’ora con lo Zeiss Victory SF, la differenza di campo di vista, fornito dallo Swarovski Swarovision, pareva insufficiente. Questa è un’asserzione molto forte, giacché lo Swarovski per anni è stato uno dei migliori performer, ma il tempo passa ed è bello notare migliorie nel settore delle ottiche da osservazione, che pareva ormai giunto a una maturazione priva di evoluzione.
Anche l’estrazione pupillare è un’ottima caratteristica: Andrea fa uso degli occhiali da vista e più volte, durante, il test ha dovuto allontanare di un paio di millimetri il bordo dei paraluce dalle lenti degli occhiali per quanto è generosa. Inutile dire che il campo fornito è totalmente usufruibile.
Per ciò che concerne la nitidezza, di primo acchito ci sono parsi molto simili, sarà il test con le Usaf Chart a decretare le reali prestazioni del Victory SF. Dopo un’attenta analisi abbiamo notato che le lenti Ultra FL dello Zeiss forniscono una tonalità “leggermente” più calda di quella fornita dallo Swarovision, nulla a che vedere con il classico colore freddo glaciale della vecchia Victory.
Per ciò che concerne le aberrazioni cromatiche sono visibili ai bordi del campo e ci sono parse leggermente più percepibili rispetto allo Swarovski Swarovision che però, inquadra decisamente meno campo, quasi un grado. Al centro del campo, invece, la battaglia è stata dura. Io e Andrea però, ci sentiamo in grado di confermare che i nuovi vetri Ultra FL consentono una miglior correzione dell’aberrazione cromatica in asse (anche se di pochissimo) rispetto ai vetri alla fluorite che equipaggiano i nostri prodotti austriaci. Anche durante le osservazioni contro-luce abbiamo notato una maggior propensione dello Zeiss a contenere i riflessi.
Il campo di vista non è totalmente piatto, in questo frangente lo Swarovision è ancora il miglior performer, tuttavia dobbiamo sempre tenere conto del maggior campo di vista fornito dallo Zeiss Victory SF che alla fine potrebbe prevalere nella scelta di un ipotetico acquisto. Una breve sessione astronomica appurerà quanto scorto nell’uso diurno
Un plauso a Zeiss per aver messo sul mercato questo nuovo binocolo che ha portato non solo una ventata di freschezza ma anche la cancellazione di alcuni primati che dovranno necessariamente far alzare dalla sedia i progettisti della concorrenza.
Per ora è tutto, Gente!
Non dimenticate di visitare Binomania.it per nuovi aggiornamenti.
[print_gllr id=6997]
Piergiovanni Salimbeni è un giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica.Nel 2021 è entrato a far parte della Patagonia PRO Team come professionista dell’outdoor. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero pratica fotografia di paesaggio, caccia fotografica, fototrappolaggio, digiscoping, enduro con la mountainbike.