Si tratta di un binocolo robusto per impiego naturalistico, impermeabile, riempito d’azoto, in lega di magnesio, è estremamente ergonomico, leggero e molto, molto nitido al centro; ai bordi invece si perde sensibilmente di definizione, più di quanto la foto faccia vedere (quella con il paesaggio di alberi e case, scattata con metodo afocale).Nell’uso generico naturalistico (motivo per il quale l’ho acquistato) uno quasi non se ne accorge, mentre nell’uso astronomico appare in tutta la sua debolezza
![](https://www.binomania.it/binocoli/gallery/vixenforesta/DSCN0895.jpg)
.Non penso quindi sia molto adatto ad uso astronomico a meno di avere l’esigenza di un vasto campo (8.8°) al solo scopo di cercare di comprendere più che si può un certo asterismo che serva poi da orientamento e al contempo avere un binocolo per uso generico da portarsi in montagna o al mare.
![](https://www.binomania.it/binocoli/gallery/vixenforesta/DSCN0911.jpg)
Il contenimento delle aberrazioni cromatiche è eccellente e non mi risulta monti ne lenti asferiche nè apocromatiche, potrò darvi maggiori informazioni fra breve.
![](https://www.binomania.it/binocoli/gallery/vixenforesta/DSCN0896.jpg)
Le pupille d’uscita soffrono di un certo effetto cat’s eye, specie a sinistra, tuttavia l’immagine in cui compare l’intero binocolo accentua oltre il reale il difetto che invece è minimamente accennato a destra e più pronunciato a sinistra e corrispondente alle foto eseguite in linea sul singolo oculare.
Su questo aspetto vorrei aggiungere un mia impressione: di recente Astrotech mi ha sostituito (senza alcuna spesa aggiuntiva e celermente, va detto) un 15×70 con l’11×70, in quanto con il primo non mi trovavo molto bene, mentre con il secondo va decisamente meglio (parere anche condiviso da Astrotech): ebbene su tale binocolo le pupille d’uscite sono perfettamente tonde ma la resa globale è sicuramente inferiore al Vixen; mi rendo conto che due binocoli così diversi non possano essere paragonati, ma il dubbio che ho è fino che punto il difetto del cat’s eye può incidere sulla globale qualità di uno strumento?
Pignatta Piero: visualista puro del cielo profondo, con qualche divagazione di panorami montani e avi-fauna. Osserva solo con il binocolo, strumento che per lui è stata una vera rivelazione; è un fissato dei binocoli Miyauchi sui quali è meglio transigere e non contraddirlo, pena gravi scompensi del suo equilibrio cosmico-esistenziale. Il suo mito è l’ormai introvabile, esaurito, costosissimo 25×141 per il quale potrebbe copiosamente commuoversi al solo sentirlo nominare. Non escludo ne conservi una foto nel portafoglio.