Recensione del rifrattore Takahashi TSA-102

PREMESSA AL TEST DEL TAKAHASHI TSA-102

Nel piccolo mondo dell’astronomia amatoriale, la Takahashi è da molti anni sinonimo di qualità ottica e meccanica. Per questo motivo, con grande interesse, ho deciso di testare il nuovo rifrattore Takahashi TSA-102S, che, secondo i progettisti giapponesi, è ancora più performante del ben noto FS-102.

Grazie alla collaborazione della SkyPoint di Udine, importatore italiano dei prodotti Takahashi, ho avuto il privilegio di osservare attraverso questo strumento durante la tarda primavera. Sono rimasto frequentemente piacevolmente impressionato dalle prestazioni che questo rifrattore, con soli 102mm di diametro, è in grado di offrire. 

P.S. Questo articolo è stato scritto nell’anno 2007.

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FIG.1 – Il TSA 102 montato su una Sky-Watcher EQ6 – anno 2007

 

SISTEMA OTTICO, RIFINITURE, MECCANICA

Esteticamente, il rifrattore riprende il piacevole design a cui l’azienda del Sol Levante ci ha abituati da anni: una linea classica che rivela uno scafo ottico molto robusto, di colore bianco con accenti verde chiaro, e una verniciatura con rifiniture molto curate. La cura con cui è sagomato il feltro anti-graffio all’interno della cella porta tubo ottico fa presagire l’attenzione al dettaglio durante la fase di assemblaggio.

FIG.2 – Un primo piano sul Takahashi TSA 102

 

Il tubo ottico, con il paraluce e il fuocheggiatore non estratti, risulta compatto, misurando 790mm di lunghezza. Arrivando a estendersi fino al metro di lunghezza, incluso il lungo tubo di prolunga che consente l’osservazione in visione diretta senza l’ausilio di un diagonale. Il diametro effettivo di questo strumento è identico a quello dichiarato, ossia 102 mm, mentre la lunghezza focale è pari a 816 mm, risultando in un rapporto focale sviluppato di F/8.

Per gli appassionati di riprese deep-sky, è possibile utilizzare l’apposito riduttore per raggiungere la minima focale di 610mm, trasformando così il TSA da un performante telescopio ad alta risoluzione in un astrografo mediamente luminoso con rapporto focale di F/6.

Lo schema ottico è composto da un nuovo tripletto apocromatico. Con questa particolare configurazione, utilizzando vetri speciali, è stato possibile ridurre il cromatismo residuo dello spettro blu di ben 1/3 rispetto a quanto consentivano i vecchi doppietti alla fluorite. In particolare, l’elemento centrale è composto dal noto vetro ED FPL-53, mentre i due vetri spaziati in aria di tipo crown sono citati più genericamente come sistemi a bassa dispersione.

Osservando gli spot diagram forniti dal costruttore (http://www.takahashi-europe.com/en/TSA-102.optics.php), si nota che rispetto al FS-102, che resta comunque un ottimo apocromatico, le prestazioni del TSA 102 sull’asse ottico appaiono ancora superiori e, soprattutto, ottimizzate per una lunghezza d’onda di 550 nm, tanto che a questa lunghezza d’onda lo Strehl dichiarato è praticamente pari all’unità. Le eccellenti prestazioni anche alle lunghezze d’onda superiori sono apparse evidenti durante le prove fotografiche.

FIG.3 – Un primo piano sul sistema di serraggio della culla

 

Il trattamento antiriflesso è ovviamente multi-strato e ha dimostrato, nel corso delle sessioni osservative e fotografiche, di svolgere alla perfezione il suo compito.

La modularità del TSA 102 è davvero eccellente: Takahashi fornisce di serie un tubo di prolunga suddivisibile, che consente l’utilizzo in visione diretta o con un diagonale. Inoltre, sono disponibili una vasta gamma di accessori per le applicazioni foto-visive, tra cui un diagonale a prisma, un diagonale a specchio, una lente di Barlow dedicata, una torretta porta-oculari, vari raccordi per l’uso di oculari da due pollici e un’incredibile torretta binoculare con prismi a 45 gradi.

Inoltre, sono presenti due differenti adattatori per le reflex 35mm che consentono l’uso sia con le SLR e le DSLR di ultima generazione che con le camere CCD. Non ho avuto la possibilità di testare lo spianatore di campo per entrambi i sistemi di ripresa appena citati, così come non ho avuto l’opportunità di sperimentare il connettore TCA-4 che consente la fotografia per proiezione di oculari.

STAR TEST

 

L’ottica di questo esemplare della serie TSA ha dimostrato uno star test perfetto, senza traccia di aberrazione sferica e, ancor meno, di astigmatismo. A ingrandimenti medio-alti, i dischi di Airy erano perfetti e spiccavano nitidamente su un fondo cielo decisamente più scuro rispetto a quanto ho potuto osservare in molti rifrattori ED Made in China, forse anche a causa dell’intubazione più economica. Del resto, nulla è lasciato al caso in questo progetto e lo scafo ottico possiede una qualità ineccepibile, mentre i vari diaframmi interni impediscono alle luci parassite di giungere sul piano focale, evitando così fastidiosi riflessi.

FIG.4 – Un primo piano sull’tripletto super apocromatico

LUNA E PIANETI

 

Questo rifrattore è eccellente per gli appassionati di Luna e pianeti. Per anni gli astrofili hanno discusso se per tali osservazioni fosse più indicato un catadiottrico di lunga focale con almeno 203 mm di diametro oppure un ottimo sistema a rifrazione, anche se con un obiettivo di soli 100 mm.

Se le mie esperienze pluriennali nell’osservare Luna e pianeti possono essere d’aiuto, posso confermare che il TSA 102 si è sempre dimostrato più utile rispetto al classico C8 ed è in grado di offrire prestazioni notevoli nell’osservazione del suolo lunare. Con questo strumento, grazie alla sua maggiore “calma” e alla nitidezza superiore, sono riuscito a percepire la divisione di Cassini anche nelle serate più turbolente, mentre un Celestron 8, con gli stessi ingrandimenti, forniva immagini più luminose ma anche più sfocate. Ovviamente, in queste comparazioni entrano in gioco altre variabili come l’ambientamento termico, la turbolenza atmosferica locale, gli oculari utilizzati e le vibrazioni indotte dalle differenti montature. Tuttavia, in generale, il predominio visivo del Takahashi TSA 102 è evidente anche per chi si avvicina per la prima volta all’astronomia, soprattutto quando si osservano stelle doppie o pianeti ostici come Venere. È stato possibile, infatti, mostrare la separazione delle stelle doppie più strette del limite di Dawes dell’obiettivo (1,18 secondi d’arco).

Anche osservando sistemi stellari multipli relativamente larghi ma con una luminosità molto sbilanciata tra le componenti, il rifrattore ha mostrato la compagna con estrema facilità, a condizione di utilizzare buoni oculari.

Per quanto riguarda la ripresa di dettagli lunari e planetari, un sistema Cassegrain di lunga focale con un diametro di 30 cm potrebbe essere più adatto, poiché in certi casi conta di più la quantità dei dettagli piuttosto che la loro nitidezza, ma i visualisti più appassionati saranno sicuramente soddisfatti da un rifrattore come quello in esame.

A causa del diametro medio, ero piuttosto scettico sulla resa su Saturno utilizzando un visore binoculare. Tuttavia, anche se fornisce un’immagine meno luminosa rispetto al catadiottrico da 20 cm usato per il confronto, si poteva ammirare oltre alla calma delle immagini anche ciò che definisco con il termine “effetto Voyager”, cioè la sensazione di ammirare un globo ruotante nello spazio e non solo un dischetto bidimensionale.

Giove mostrava colori privi di dominante e le strutture della NEB e della SEB erano evidenti poche ore prima dell’alba, così come la nuova struttura compagna della GMR, vista in tutte e tre le mattine in cui abbiamo provato ad osservarla.

Con degli eccellenti oculari ortoscopici di Abbe prodotti alcuni anni fa dalla Zeiss, la resa su Venere è stata ottima: osservandolo direttamente dalle tardive ore pomeridiane fino alla sua scomparsa dietro l’orizzonte, si è notato che l’unico residuo cromatico osservato, percepibile solo nella fase finale della sessione di osservazione, era dovuto alla rifrazione atmosferica.

FIG.5 – Il semplice sistema di messa a fuoco del Takahashi TSA 102, i piu’ esigenti preferiranno acquistare un sistema con demoltiplica, fornito da altre aziende del settore, oppure la manopola aggiuntiva originale

 

CIELO PROFONDO

Una delle discussioni più frequenti tra gli astrofili riguarda la reale utilità  di investire grandi somme di denaro in un rifrattore apocromatico di medio diametro anche per l’osservazione del cielo profondo. È innegabile che in questo campo sia più vantaggioso investire in centimetri di diametro piuttosto che in qualità ottica. Tuttavia, l’alto contrasto, l’assenza di luce diffusa e l’estrema puntiformità delle immagini stellari mostrate dai migliori apocromatici, tra cui quello considerato in questo caso, costituiscono sicuramente motivo di riflessione anche per gli estimatori dei  telescopi Dobson  Inoltre, in campo fotografico, gli apocromatici hanno pochi rivali.

 

 

 

FIG.6 – La targhetta verde che si differenzia dal blu della precedente serie di doppietti alla fluorite denominata “FS”

PREGI E DIFETTI

Pregi

  • Tripletto super apocromatico
  • Ottima nitidezza e altro contrasto
  • Ottimo contenimento dell’aberrazione cromatica
  • Resa dei bianchi molto neutra
  • Rapporto focale medio che consente sia l’osservazione sia la fotografia
  • Ottima qualità degli accessori: cercatore, paraluce, raccordi, etc.etc

Difetti

 

  •   Un telescopio di tale qualità dovrebbe possedere di serie un sistema di messa a fuoco micrometrico, come ormai anche molti concorrenti  sanno offrire. Ovviamente  la casa giapponese  propone  come optional, l’MEF-1 un kit composto da una  micro-manopola che montata su quella di destra, consente una demoltiplica 10:1. Questo accessorio sarebbe davvero il tassello mancante ad un puzzle chiamato “perfezione.”
  • Alcuni accessori, come il cercatore oppure la culla, costano per la maggior parte degli astrofili davvero molto.

IN SINTESI

 

In conclusione, il rifrattore apocromatico Takahashi TSA-102S si dimostra un’ottima scelta per gli appassionati di astronomia, sia per l’osservazione di Luna e pianeti che per il cielo profondo. La sua eccellente qualità ottica, caratterizzata da alto contrasto e puntiformità delle immagini stellari, lo rende una valida opzione anche per chi pratica l’astrofotografia. Nonostante il costo potenzialmente elevato, l’investimento in un rifrattore di questo tipo può essere giustificato dalla qualità superiore delle osservazioni e delle immagini che offre.

 

RINGRAZIAMENTI

Ringrazio SkyPoint , distributore ufficiale dei prodotti Takahashi per aver fornito l’esemplare oggetto di questo test.

 

DISCLAIMER

Binomania non è un negozio, Nel mio sito web troverete unicamente recensioni di prodotti ottico sportivi, fotografici e astronomici.  Le mie impressioni sono imparziali come è dovere di ogni giornalista e non ho alcuna percentuale di vendita sull’eventuale acquisto dei prodotti. Per questo motivo, qualora voleste acquistare o avere informazioni su eventuali variazioni di prezzo o novità, vi consiglio di visitare il sito ufficiale di SkyPoint. Grazie.