PREMESSA
Dopo la recensione dell’ Oberwerk SE ED 8×32 ho ricevuto molte richieste da parte degli appassionati riguardo il formato piu’ grande. Per questo motivo, sempre grazie alla collaborazione di www.oberwerk.eu e di www.oberwerk.com, ho avuto la possibilità di testare l’SE ED 12×50. Anche in questo caso la ricetta non cambia: é un binocolo dotato di prismi di PORRO che utilizza obiettivi ED in vetro FK-61 che, vi anticipo, ha fatto impallidire nel contenimento dell’aberrazione cromatica (al centro del campo) binocoli dal costo ben superiore.
Costa soltanto 319 euro IVA INCLUSA e secondo me apre le porte verso molteplici generi osservativi. Vi invito a guardare il video e a leggere l’articolo per conoscere il mio giudizio maturato dopo alcune osservazioni pratiche sul campo.
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DATI TECNICI DICHIARATI DALLA CASA MADRE
Modello |
Oberwerk SE ED 12×50 |
Ingrandimento |
12x |
Obiettivi (mm) |
50 |
Pupilla di uscita (mm) |
4.2 |
Estrazione pupillare (mm) |
14 |
Distanza minima di messa a fuoco (m) |
6 |
Campo reale di vista (°) |
5.6 |
Campo apparente (°) |
67.2 |
Trasmissione di Luce |
N.D |
Distanza inter-pupillare (mm) |
56-76 |
Regolazione delle diottrie |
N.D. |
Composizione scafo ottico |
N.D |
Tipo di Prisma |
Prismi di Porro |
Impermeabilizzazione |
Sì , con azoto |
Dimensioni (cm) |
17x17x7 cm |
Peso (g) |
1050 |
Prezzo (Euro Iva Inclusa – Oberwerk.eu) |
319 |
Sito Ufficiale |
www.oberwerk.eu – www.oberwerk.com |
ACCESSORI IN DOTAZIONE
Similmente all’8×32, anche questo binocolo arriva custodito in una scatola di colore nero al cui interno sono stati inseriti: la borsa in cordura di colore verde militare (decisamente robusta) le cinghie per il binocolo e la borsa, i tappi copri ottiche e quello copri oculare e un panno per la pulizia.
ACCESSORI OPZIONALI
Il sito ufficiale americano consiglia il monopiede della serie 2000 e il treppiede della serie 3000:
MECCANICA E SISTEMA A FUOCO
Anche in questo caso, in tale fascia di prezzo, la cura per la realizzazione di questo binocolo è eccellente . L’Oberwerk SE ED 12×50 risultato ben gommato con una ergonomia ottimale. Il maggior peso rispetto al 8×32 consente una migliore stabilità nell’uso a mano libera. Anche in questo caso saranno privilegiate le persone con le mani medio grandi che potranno appoggiare totalmente le dita sulla zona dei prismi per ottenere una ottima presa, salda e sicura.
Il dito medio cade perfettamente sulla grande manopola di messa a fuoco. Il design e i colori sono identici in tutti e tre i formati: 8×32, 10×42 e 12×50, ergo, come vedrete nel video e in queste immagini “formula sobria e vincente non si cambia”. L’armatura con trama a buccia di arancia è di colore verde militare, ci sono delle parti di colore nere, mentre il logo e i dati tecnici del binocolo sono più visibili grazie all’uso sapiente di un elegante colore grigio.
La mia solita prova con la bilancia elettronica ha evidenziato un peso (senza tappi e cinghia) di 1047 grammi che sono distribuiti su circa diciassette centimetri.
Modello |
Peso |
Dimensioni |
Oberwerk SE ED 12×50 | 1047 g | 17x17x7 cm |
Per ciò che concerne la qualità meccanica della messa a fuoco, poiché le componenti sono le medesime (oculare e archetto di traslazione) ho appurato delle prestazioni identiche all’8×32, ossia una messa a fuoco non cedevole ma precisa con un buon punto di fuoco.
Oberwerk dichiara una distanza minima di messa a fuoco di 6 metri, personalmente ho raggiunto il fuoco a 5.7 metri e per raggiungere l’infinito ho dovuto ruotare la manopola in senso anti-orario per poco meno di un giro e un quarto.
Come già ribadito nel test dell’8×32, avrei preferito, il blocco della ghiera per la compensazione diottrica ma devo dire che grazie al maggior diametro degli obiettivi , anche trasportandolo nella maniera classica, gli oculari non sfregano sul petto e non c’è modo di spostare la ghiera accidentalmente.
Modello |
Distanza minima di messa a fuoco |
Senso di rotazione |
Raggiungiment1o dell’infinito dalla distanza minima |
Oberwerk SE ED 12×50 |
5.7 metri |
anti-orario |
Poco meno di un giro e un quarto |
OTTICA
Obiettivi
Pensavo che l’utilizzo di vetri ED da 50 mm comportasse un esborso maggiore, in realtà, Oberwerk è stata in grado di fornire un ottimo 12×50 a soli 319 euro. Si tratta di vetri K-61 ED che hanno un numero di ABBE pari a 81.6 − molto simile al vetro FPL-51.
Ricordo ai meno esperti che i vetri a bassa dispersione sono progettati per minimizzare l’aberrazione cromatica, un fenomeno ottico in cui la luce bianca viene dispersa in diversi spettri cromatici durante il passaggio attraverso una lente. Questo può provocare una perdita di nitidezza e di contrasto nelle immagini osservate. L’aberrazione cromatica si verifica perché i diversi colori della luce hanno lunghezze d’onda lievemente diverse e vengono focalizzate in punti variabili quando attraversano una lente. Nei telescopi e nei binocoli, l’aberrazione cromatica può manifestarsi come una sfocatura colorata intorno ai bordi degli oggetti osservati, il cosiddetto “alone spurio”.
I vetri a bassa dispersione (ED) sono realizzati con materiali speciali che hanno un indice di rifrazione variabile in base alla lunghezza d’onda. Questo permette di ridurre l’effetto dell’aberrazione cromatica, perché il vetro ED può focalizzare i differenti colori della luce in un unico punto di messa a fuoco.
Anche in questo caso le immagini sono contrastate, decisamente nitide e con una ottima resa dei colori. Al centro del campo ritengo competa realmente con prodotti dal medesimo formato e dal prezzo decisamente superiore. Penso che un 12×50 con vetri ED a questa cifra sia realmente una ottima occasione.
In questo caso, come leggerete nel paragrafo delle aberrazioni cromatiche, l’utilizzo dei vetri FK-61 ED ha concesso di ottenere immagini nitide, contrastate e con un eccellente contenimento dell’aberrazione cromatica. Anni fa era praticamente impossibile beneficiare di tali visioni in queste fasce di prezzo. Ho apprezzato molto, inoltre, l’incassamento della cella obiettivo nel tubo ottico perché fornisce una specie di paraluce che oltre a prevenire graffi e urti, migliora il contenimento della luce diffusa.
Oculari
Grazie al formato 12×50 il campo apparente di questo binocolo si spinge sino a 67° e questo concede una ottima immersione nella scena. Seppur apprezzando la struttura metallica dei paraluce, la loro grandezza è “al limite” per la mia distanza interpupillare, dato che tocco il naso contro i bordi. Inviterei chi possiede una distanza inferiore ai 65-66 mm (e un naso un po’ grande come il mio) di verificare l’eventuale confort generato.
I paraluce sono di metallo, ruotabili ma senza click stop netti e sono protetti da una morbida gomma, sebbene non siano particolarmente confortevoli. Ho notato che sono accessori già presenti su altre marche. Utilizzando un calibro, ho misurato una distanza inter-pupillare di 54-77 mm, mentre a una distanza di 66 mm tra i tubi ho rilevato una misura di 19.80 mm.
Inoltre, ho misurato la distanza dalla lente di campo dell’oculare al bordo del paraluce completamente estratto, che è di 15 mm.
Modello |
Diametro lente di campo |
Diametro barilotto |
Distanza tra gli oculari con una distanza di 66 mm |
Oberwerk SE ED 8×32 |
22 mm | 45 mm | 19.80 mm |
Prismi
Anche in questo caso ho evidenziato la buona qualità dei prismi di PORRO utilizzati: la pupilla di uscita è circolare con una ininfluente vignettatura ai bordi. Ripeto ancora di aver apprezzato l’ottimo contenimento della luce diffusa intorno alla pupilla (vedesi video e foto) che potrebbe far impallidire i proprietari di binocoli dal prezzo decisamente superiore.
Trattamento anti-riflesso
Il trattamento utilizzato da Oberwerk, se comparato al prezzo, è di tutto rispetto. La resa è molto buona e il rivestimento consente di ottenere delle immagini molto soddisfacenti anche durante l’osservazione della luna piena, oppure dei rapaci in controluce.
ABERRAZIONI CROMATICHE E GEOMETRICHE
Aberrazione cromatica al centro del campo
Ho mostrato le prestazioni di questo binocolo ad alcuni appassionati che utilizzano dei 10x di alta qualità e sono rimasti tutti stupiti dalla capacità di contenere a 12x il cromatismo residuo. Al centro del campo le immagini sono perfettamente corrette anche in situazioni decisamente critiche dove ad esempio uno Swarovski EL 12×50 (seppur piu’ brillante e nitido) mostra un po’ di cromatismo residuo. Ritengo sia una eccellente prestazione se proporzionata al prezzo.
Cromatismo laterale
Si nota soltanto agli estremi bordi del campo, una prestazione superiore a quella di molti blasonati binocoli a tetto che costano anche 1000 euro.
Curvatura di campo
Non ho avuto la possibilità di compararlo all’8×32 ma mi pare che questo 12×50 sia piu’ performante ai bordi, nell’uso prettamente diurno, infatti a breve-media distanza le immagini sono leggibili sino all’estremo bordo del campo, si percepisce soltanto una minima differenza di nitidezza ( che dipende in parte da coma e astigmatismo) guardando all’infinito ma ritengo che sia stato fatto un ottimo lavoro.
Distorsione angolare
Si osserva una leggera distorsione angolare a cuscinetto a partire da circa il 75% dal centro del campo, che favorisce l’utilizzo di questo binocolo nel panning. Consiglio ai lettori meno esperti di consultare il glossario di Binomania, nella sezione che riguarda l’effetto palla rotolante.
Altre aberrazioni
Ho avuto il piacere di utilizzare questo binocolo durante diverse notti, sia a mano libera che su cavalletto, e posso confermare che si percepisce la coma e l’astigmatismo verso l’80% del campo di vista, non è un binocolo progettato per questo genere di osservazioni ma senz’altro si può sfruttare con piacere.
TEST CON USAF CHART A 35 METRI
Il test con la USAF CHART è servito per vari motivi: in primis ho verificato l’ottimo contenimento dell’aberrazione cromatica, visto che anche a 12X si percepisce in maniera ininfluente il cromatismo ai bordi delle righe nere, sensazione piu’ che altro visibile verso il bordo. La nitidezza è buona ma non è pari a quella di un TOP di GAMMA e il contrasto è alto.
La differenza di percezione dei dettagli a mano libera è comunque evidente. Potete vedere in tabella le differenze (molto soggettive) che ho ottenuto con l’uso su treppiede, l’uso con appoggio dei gomiti e a mano libera. Di fatto – a mano libera – ho ottenuto lo stesso risultato dell’8×32 (su treppiede) che però è stato surclassato da un semplice appoggio con i gomiti.
PROVA SUL CAMPO
Birdwatching
Con un 12×50 si apre un mondo di osservazioni, forse questa mia asserzione farà storcere il naso e scuotere la testa ai piu’ puristi che amano addirittura un 7-8X ma è indubbio che se usato con la giusta tecnica, l’Oberwerk SE ED 12×50 è in grado di fornire delle ottime prestazione soprattutto nella osservazione dei rapaci e dei soggetti piu’ lontani. Per osservazioni a media distanza potrebbe anche sostituire uno spotting scope compatto, dato che la percezione con due occhi, a 12x, è simile a quella ottenibile con uno spotting scope a circa 15x -18X. Se usato su cavalletto da una torretta di avvistamento pare un ottimo compromesso tra il campo inquadrato e il corretto ingrandimento che risulta anche facilmente gestibile con forte turbolenza estiva rispetto a ingrandimenti solo di poco piu’ elevati. I vetri ED, inoltre, consentiranno di osservare il profilo in controluce dei rapaci, gli aironi, le garzette e altro ancora senza la presenza di evidente cromatismo residuo. Durante la stesura di questo articolo sono stato contattato al telefono dal mio amico Roberto Glaviano che ha avvistato poco sopra casa mia un’aquila biancone. Vi posso confermare di averla ammirata con soddisfazione senza cromatismi residui o cali di nitidezza. Rammento ai lettori che sono solito osservare “l’aquila dei serpenti” con strumenti al Top della Gamma e sono stato felicemente sorpreso di aver ben apprezzato questo 12×50. Anche la manopola della messa a fuoco, seppur non fluidissima è grande e ben gestibile, così come trovo rapido il passaggio dai sei metri all’infinito.
Osservazione del paesaggio
Anche nell’osservazione del paesaggio i 12x sono un corretto compromesso che però per essere ben sfruttati si devono sapere utilizzare. Come avrete letto nel paragrafo relativo alla osservazione dei dettagli della USAF CHART la differenza rispetto a un 8x su treppiede si evidenzia soltanto in appoggio, quindi per ammirare maggiori dettagli del panorama dovreste trovare un appoggio naturale per tentare di raggiungere, senza superarle, le prestazioni ottenibili unicamente su treppiede fotografico. Con un valido supporto, ovviamente, sfrutterete tutto il potere risolutivo concesso dall’ingrandimento.
Osservazione astronomica
Nella recensione dell’8×32 avevo ipotizzato quanto segue: “ se il modello 12×50 conservasse la maggior parte delle caratteristiche di questo SE ED, potrebbe diventare uno dei migliori binocoli da utilizzare ancora a mano libera (o seduti sulla sdraio).”
Confermo, infatti, che possiede le caratteristiche dell’8X nel senso che mi sarei aspettato una inferiore correzione del cromatismo residuo…ma è non è successo, una evidente calo di nitidezza a 12x … e non l’ho rilevato. Ritengo, inoltre, che sia facilmente sfruttabile quando ci si sdrai su una sedia o ci si avvalga di un supporto artigianale da fronte (utilizzato da Piero Pignatta, già all’epoca del NIKON SE 12×50).
Nell’uso astronomico a mano libera è evidentissima la differenza di stelle visibili rispetto al classico 8×42. Un 12×50, grazie alla pupilla di uscita di medio diametro, scurisce il fondo cielo e si rileva piu’ soddisfacente nella osservazione dai siti medi inquinati. Il diametro di 50 mm, inoltre, è sufficiente per mostrare molti oggetti evanescenti come M81, M82 nell’Orsa oppure M31. Le ottiche ED forniscono una marcia in piu’ nella percezione dei reali colori delle stelle (da provare assolutamente sotto un buon cielo nella Costellazione del Cigno). Anche l’osservazione della Luna si è rilevata soddisfacente: un ottimo contenimento del cromatismo residuo, tonalità neutra della superficie lunare e ottimo contrasto.
PREGI E DIFETTI
Pregi
- Eccellente rapporto prezzo/prestazioni
- Utilizzo di vetro FK-61 ED
- Ergonomia
- Impermeabilizzazione
- Ottimo rapporto diametro/ingrandimento per le osservazioni astronomiche anche a mano libera
- Aberrazione cromatica praticamente assente
- Buona luminosità
- Campo di vista ottimo nell’uso diurno sino al bordo del campo
- Ottimo contenimento della luce diffusa
Difetti
- Non ha un campo totalmente corretto sino al bordo per l’uso astronomico
- Avrei preferito che la gomma dei paraluce fosse in materiale piu’ morbido.
IN SINTESI
Anche in questo caso Kevin Busarow ha ridato vito a un mito per molti astrofili, ossia il NIKON SE 12×50. Il binocolo OBERWERK SE ED 12×50 beneficia, inoltre, di vetri ED che migliorano la percezione dei dettagli, riducono il cromatismo e consentono di osservare la Natura con colori decisamente fedeli .Penso che sia un binocolo da affiancare ai classici 8×32 o 8×42. Ottimo- secondo me – per gli appassionati di rapaci che vogliono ” viaggiare leggeri” e per gli appassionati di astronomia che non hanno voglia di portare in vacanza il loro telescopio ma vogliono godersi ugualmente il cielo, magari ben piazzati su una comoda sedia a sdraio. In alcuni casi potrebbe anche sostituire gli spotting scope (50-56 mm) più compatti per le osservazioni prolungate a medio-breve distanza. Confermo che è un ottimo affare, soprattutto, in questa fascia di prezzo.
PREZZO E GARANZIA
L’Oberwerk SE ED 12×50 costa soltanto 319 euro IVA INCLUSA
RINGRAZIAMENTI
Ringrazio Kevin Busarow di Oberwerk.com per le preziose informazioni fornite e Pietro Romagnoni di Oberwerk.eu,.
DISCLAIMER
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Piergiovanni Salimbeni è un giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica.Nel 2021 è entrato a far parte della Patagonia PRO Team come professionista dell’outdoor. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero pratica fotografia di paesaggio, caccia fotografica, fototrappolaggio, digiscoping, enduro con la mountainbike.