A inizio Marzo 2015 mi sono recato insieme con alcuni appassionati birdwatcher in Valtellina per partecipare alla “Contemporanea”, il censimento di Aquila Reale e Gipeto organizzato due volte all’anno dal Parco Nazionale dello Stelvio. Ho sfruttato quest’occasione per testare un esemplare di Swarovski Swarovision 12×50 EL, curioso di valutarne le prestazioni nell’osservazione dei rapaci.
Ero dubbioso sull’utilità di un 12x nell’osservazione a mano libera, sia per il minor campo reale che per le maggiori vibrazioni rispetto a un binocolo 8x o 10x. Tuttavia, come avrò modo di spiegare, mi sono dovuto ricredere su alcune “leggende” che accompagnano i binocoli da dodici ingrandimenti e ho scoperto che possiede alcune peculiarità che fanno di questo binocolo un valido compagno per l’osservatore di rapaci.
Meccanica
L’esemplare in oggetto presenta una meccanica di alta qualità e una messa a fuoco precisa, abbastanza fluida e priva d’impuntamenti.
Ergonomia
Lo strumento è ben bilanciato. La struttura a doppio ponte con finestra centrale permette una buona impugnatura dei tubi ottici, mentre la texture di cui è dotata la spessa gommatura migliora la presa in caso di pioggia o mani sudate.
Ottica
La visione fornita dello Swarovision 12×50 nell’uso diurno è brillante e nitida fino ai bordi estremi del campo. Il controllo dell’aberrazione cromatica al centro del campo è molto buono.
L’estrazione pupillare è buona: con gli occhiali e le conchiglie abbassate riesco senza troppi problemi ad abbracciare tutto il campo visivo.
Impressioni durante l’uso sul campo
Un binocolo 12x non è molto comune tra i birdwatcher; molti utilizzano i classici formati 8x e 10x preferendone la loro maggiore profondità di campo, il più ampio campo visivo e la visione più stabile.
Nella mia breve prova ho potuto però costatare che un 12x di qualità può meritare maggiori attenzioni da parte degli appassionati per i motivi che ora spiegherò.
Ho utilizzato questo binocolo molto intensamente durante i due giorni passati in Valtellina e devo dire che non ho mai sentito la mancanza di un 8x; l’ampio campo e la rapida messa a fuoco mi hanno sempre permesso di centrare l’obiettivo al primo colpo, sia che si trattasse di osservare le evoluzioni delle rondini montane a 15-20 metri che di ammirare i gipeti e le aquile distanti diverse centinaia di metri.
E’ presente un certo tremolio durante la visione statica a mano libera (paragonabile a quello prodotto dal mio binocolo 10×42) che rende sì la visione più “nervosa” rispetto a quell’offerta da un 8x, ma che non pregiudica la visione dei dettagli; di fatto riuscivo a puntare i soggetti e a osservarli brevemente anche con una mano sola. Durante il panning la visione è molto piacevole e stabile.
Esempio della facilità di osservazione di soggetti statici a mano libera è stato l’individuazione di una grossa femmina di astore ben nascosta tra i rami di un larice a diverse centinaia di metri da noi; in questa occasione la buona stabilità dello Swarovision 12×50 unita ad un’immagine decisamente più grande e godibile rispetto a quella restituita da un 8x, hanno permesso l’individuazione e l’osservazione del rapace.
I dodici ingrandimenti mi hanno consentito di ammirare dettagli spesso poco visibili attraverso binocoli dotati di minori ingrandimenti. Durante l’osservazione di un gipeto in Val Zebrù che volteggiava a circa 500 metri da noi, sono riuscito senza problemi a notare un’irregolarità nella coda del rapace identificandola con certezza come mancanza di una penna timoniera, dettaglio che é apparso più ostico da cogliere con l’8x di un amico. Eventi come questo li considero di grande importanza sul campo e sono un esempio di come un’immagine più grande, molto nitida e ancora piuttosto stabile come quella fornita dallo Swarovision 12×50, permetta di identificare con maggiore certezza i particolari diagnostici sulla specie e sull’età dell’animale, molto importanti ad esempio durante un censimento.
Ho molto apprezzato il maggiore ingrandimento osservando una scena di mobbing di un’aquila reale ai danni di un grosso gipeto. Nonostante la distanza coinvolta tra noi e i due rapaci fosse di diverse centinaia di metri, lo Swarovision 12×50 ha restituito una visione estremamente ravvicinata dell’azione, permettendomi di coglierne i particolari.
Personalmente consiglio di utilizzare le bretelle per portare con sé questo binocolo: il suo peso, infatti, non è indifferente (1 kg) e ho creduto che l’uso della cinghia in dotazione per lunghi periodi sia molto affaticante per il collo.
Paragone con lo Swarovision 10×42
Ho avuto modo di paragonare brevemente lo Swarovision 12×50 con il mio esemplare 10×42. Di seguito elenco i vantaggi che ho notato nei due binocoli.
Swarovision 10×42:
- minor peso e ingombro
- leggera maggior nitidezza
- campo leggermente più corretto al bordo
- maggior campo reale
- maggior estrazione pupillare
Swarovision 12×50:
- maggior ingrandimento (la percezione del maggior ingrandimento è davvero notevole.)
- maggior campo apparente (permette una vera immersione nella scena.)
- finestra centrale più ampia (permette una presa più salda a vantaggio della stabilità visiva.)
In sintesi
Considero questo binocolo un ottimo compagno di osservazioni per l’appassionato di birdwatching in generale e di rapaci in particolare. I suoi pregi, che spero di esser riuscito a descrivere con questa breve recensione, sono stati apprezzati e condivisi dalla maggior parte delle persone cui ho fatto provare il binocolo durante il fine settimana in Valtellina. Il difetto che alcuni hanno contestato a questo binocolo è stato il maggiore tremolio rispetto ai loro 8x. Consiglio quindi di provare il binocolo prima dell’acquisto.
I consigli che mi permetto di suggerire al costruttore sono:
- la posizione della messa a fuoco è abbastanza comoda, anche se non ottimale in quanto, una volta impugnato il binocolo attraverso la finestra centrale, l’indice deve piegarsi non poco per giungere alla manopola.
- la finestra centrale non è abbastanza spaziosa per chi ha una mano media – grande.
Nato a Varese nel 1986. E’appassionato di rapaci sin da bambino, quando con il suo primo binocolo guardava le poiane sulle colline dietro casa.
Nel tempo libero studia i rapaci con il fedele binocolo e con l’indispensabile spotting scopes. Fa parte del Team- Astor.
Tra le sue attività naturalistiche rientrano anche l’osservazione di rettili e anfibi, degli ungulati, degli insetti e dei macro-invertebrati acquatici.