Tecnosky acromatico 102 mm f/11

di Raffaello Braga

Nonostante la popolarità sempre crescente dei rifrattori apocromatici, l’acromatico classico rimane uno schema ottico duro a morire e che conserva ancora la sua popolarità. E nonostante si continui a dire e scrivere che i rifrattori di buona qualità sono necessariamente lunghi, pesanti e ingombranti, può invece capitare di scoprire che non è sempre necessariamente così, e infatti da qualche tempo assistiamo a un rinnovato interesse per gli obiettivi acromatici di “lunga” focale di cui fa parte anche il Kunming United Optics 102 mm f/11 importato e commercializzato in Italia da Tecnosky e che esaminiamo nel seguito. Di questo strumento esiste anche una versione “ED”, più recente, con la medesima focale.

TUBO OTTICO

Lo strumento ha proprio l’aspetto dei Fraunhofer classici, con un bel tubo bianco ottimamente rifinito e un fuocheggiatore nero molto ben proporzionato, certamente migliore di quelli che equipaggiavano i rifrattori giapponesi con cui ci siamo fatti le ossa anni or sono e quelli cinesi a basso costo di oggi.

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Il rifrattore su montatura T-Sky

Estraendo completamente il paraluce scorrevole il tubo diviene lungo 120 cm (col fuocheggiatore rientrato) mentre alla minima estensione la lunghezza si riduce a 97.5 cm, praticamente uguale a quella di un 100 mm ED f/9. Il peso con gli anelli e la barra (senza cercatore) è di soli 5.2 kg.

Il bel fuocheggiatore da 2 pollici, provvisto di riduzione a 31.8 mm e di una morbida demoltiplica, utilissima agli ingrandimenti più alti, si estrae per 18.2 cm e permette di mettere a fuoco agevolmente con tutti gli accessori standard (ma in visione diretta occorre una prolunga); non è invece fornito di serie il cercatore, che su uno strumento di questa focale soprattutto se usato senza il GOTO è invece indispensabile. Ottimi il baffling e l’opacizzazione.

Il tubo alla massima estensione. Anche se è presente qualche vibrazione lo strumento è comunque utilizzabile su un supporto come quello in fotografia.

Il tubo è sufficientemente leggero da potersi usare anche sulla T-Sky altazimutale, come si vede dalle immagini, a patto di accettare qualche vibrazione, altrimenti una Vixen GP è senz’altro adeguata allo scopo. La lunghezza del tubo alla massima estensione comporta un certo ingombro, quindi chi come me osserva da un balcone deve organizzarsi uno spazio di manovra adeguato. Sarebbe inoltre opportuno installarlo su un treppiede alto in modo da poterlo usare in visione diretta e limitare l’uso del diagonale agli oggetti molto alti in cielo.

OBIETTIVO

L’obiettivo è un acromatico di Fraunhofer con correzione CF di 102 mm di diametro e 1100 mm di lunghezza focale nominale (f/10.8) con un indice di aberrazione cromatica è pari a 2.7, vicino dunque a rispettare il criterio di Sidgwick (CA > 3). La cella possiede sul bordo delle coppie di grani tangenziali ma manca, come nel tripletto 115 già descritto in questo sito, la possibilità di inclinare la cella. E’ vero però che un doppietto a f/11 ha un campo corretto così vasto da non risentire di piccole scollimazioni e dunque se anche al Cheshire i riflessi non fossero perfettamente coincidenti è difficile che questo possa avere conseguenze negative: nell’esemplare esaminato, ad esempio, il riflesso più piccolo era tangente internamente al bordo del principale ma l’immagine di diffrazione, come si dirà più avanti, era assolutamente regolare.

Lo strumento non possiede gli spaziatori tra il crown e il flint e quindi gli anelli di diffrazione nell’immagine a fuoco non risultavano interrotti.

PROVA SUL CIELO

L’osservazione di Giove e di altri oggetti molto brillanti ha dimostrato che nei rifrattori acromatici la focale non è mai inutilmente lunga, anche se non sempre necessaria. Attorno a Giove, ad esempio, il colore dovuto allo spettro secondario di questo obiettivo è apparso estremamente contenuto, tanto che si può osservare tranquillamente anche senza fare ricorso al filtro Fringe Killer, godendo di un’immagine incisa e dettagliata, e lo stesso si può dire per la Luna e le stelle più brillanti: insomma pur non essendo al livello di un f/15 direi però che si è difeso molto bene, tanto che il colore residuo si è dimostrato allo stesso livello di un 80 mm ED f/7 usato in contemporanea.
Bellissime anche le immagini della Luna e di Venere nonostante, in quest’ultimo caso, si presentasse la necessità di un leggero filtraggio col Fringe Killer per avere la massima nitidezza d’immagine (sulla Luna ho trovato più interessante, ma assolutamente non indispensabile, il SemiApo). Come ingrandimenti l’obiettivo regge tranquillamente il massimo teorico e può andare anche oltre in condizioni favorevoli nell’osservazione di Saturno, della Luna e delle stelle doppie, pur non essendovi alcun guadagno in termini di dettaglio ma comunque una migliore visibilità di alcuni dettagli ben contrastati.

“Star test da manuale” è un linguaggio spesso abusato quando si parla di rifrattori, tuttavia non saprei come descrivere diversamente le immagini stellari a fuoco e fuori fuoco fornite da questo obiettivo, “textbook perfect” nel vero senso della parola: ho visto qualcosa di simile solo nei migliori esemplari di Vixen 102 in cui ho potuto osservare, i quali mostravano però un’aberrazione cromatica più evidente e dunque questo lungo acromatico secondo me è da preferire persino a quel vecchio e glorioso cavallo di battaglia. L’ottima lavorazione si è infatti tradotta in immagini molto secche e nitide di tutte le stelle doppie verso cui ho puntato quest’ottimo rifrattore, con poca o nessuna luce diffusa attorno alle componenti principali e quindi con ottima visibilità delle stelle compagne, anche a ridosso del potere separatore.

CONCLUSIONI

Chi scrive si ricorda di quando per avere un rifrattore acromatico di qualità paragonabile al Tecnosky 102 mm f/11 occorreva spendere oltre due milioni di vecchie lire per il solo tubo ottico. Da allora sembra sia trascorso un secolo se è possibile entrare in possesso di un rifrattore come quello descritto per nemmeno 500 euro, un “all round performer” di ottima qualità indicato per tutti i tipi di osservazioni astronomiche (e terrestri) ma particolarmente votato a quelle del Sole e delle stelle doppie.

Come accessori consiglio senz’altro un cercatore, un buon diagonale e soprattutto un prisma di Herschel mentre non è necessario fare uso dei filtri di abbattimento dell’aberrazione cromatica né di oculari pregiati in quanto un f/11 lavora benissimo anche con gli schemi più economici come il Kellner e i derivati. Poiché nonostante la focale il tubo risulta facilmente trasportabile grazie al paraluce retrattile e al peso contenuto, può far comodo anche un borsone o una valigia imbottita.


Si ringrazia Tecnosky srl (Felizzano – AL) per aver messo a disposizione l’esemplare testato.