Ricordo ancora quando misi gli occhi negli oculari del “mio primo” Zeiss 20×60: mi trovavo in Valtellina, presso il Rifugio della Corte, gestito dal caro amico Corrado Morelli. Era un suo esemplare, anzi, uno fra i suoi vari 20×60, poiché nella sua vita di rifugista, appassionato e sportivo ne ha posseduto ben più d’uno.
Nel corso degli anni, anche grazie agli eventi cui hanno partecipato molti appassionati ho avuto il piacere di osservare in questo binocolo saltuariamente, tuttavia mai avevo organizzato un vero e proprio test sul campo.
Dopo aver utilizzato per molte ore, il Farvision 20×50, ero oltremodo curioso di portare con me, in mezzo alla natura e sotto un buon cielo terso, il teutonico sessanta millimetri. Per questo motivo ho sfruttato, ancora una volta, l’estrema gentilezza di Achille Berti manager della Bignami SPA, che sono i rivenditori ufficiali Zeiss, qui in Italia.
Dopo la mia timida, quasi sussurrata richiesta (mi avevano da poco inviato due Top di Gamma per una comparativa), ho ricevuto con piacere, dopo un paio di giorni una valigetta metallica, nuova fiammante che custodiva uno degli esemplari di ultima produzione.

Dati Tecnici dichiarati dalla Casa Madre
Marca | ZEISS |
Modello | SPECIAL |
Ingrandimenti | 20x |
Diametro obiettivo | 60 mm |
Diametro pupilla d’uscita | 3 mm |
Valore crepuscolare | 34,6 |
Campo visivo a 1000 m | 52 m |
Distanza minima focalizzazione | 14 m |
Compensazione diottrica | +/- 7 dpt |
Estrazione pupillare | 13 mm |
Distanza interpupillare | 57-73 mm |
Tipo obiettivo | Acromatico |
Tipo prismi | Porro |
Riempimento di azoto | no |
Tenuta stagna | Spruzzi d’acqua |
Temperatura funzionamento | -20/+40°C |
Durata garanzia | 5 |
Peso netto | 1660 g |
Larghezza | 161 mm |
Altezza | 275 mm |
Prezzo (BIGNAMI 2018) IVA COMPRESA | 7.200 EURO |
Meccanica e sistema di messa a fuoco
Il binocolo è imponente, ma non pesa come le sue dimensioni potrebbero far presupporre: la mia bilancia elettronica, infatti, ha stimato solo 1642 g e considerando gli obiettivi da 60 mm e il sistema di stabilizzazione interno, non posso di certo asserire che sia un prodotto pesante.
Nell’uso pratico si “brandeggia” sicuramente bene, grazie all’ottima dimensione dello scafo ottico e ho avuto neppure problemi a utilizzarlo con i guanti invernali.
Nell’insieme è un mix fra sobrietà, eleganza, consistenza e minimalismo, non ci sono fronzoli, ciò che si vede, è necessario…punto e basta!
Il binocolo fa uso di un sistema di messa a fuoco centrale interno, con una manopola zigrinata, abbastanza ampia, i movimenti sono fluidi e precisi, non ho notato giochi o blocchi. La regolazione diottrica si applica ruotando l’oculare destro. Seppur sia un binocolo che fornisce venti ingrandimenti, beneficia di una messa a fuoco minima che ho stimato essere di tredici metri. Per raggiungere l’infinito, ovviamente, saranno necessarie due rotazioni n senso anti-orario.
Il binocolo è provvisto anche di filettatura per il collegamento ai comuni treppiedi fotografici e questa scelta non è poi così atipica come si potrebbe presupporre, giacché è dotato di stabilizzazione.

Sistema di stabilizzazione
Il sistema Zeiss è totalmente meccanico, non è rumoroso e non richiede alimentazione. E’ composto di uno snodo cardanico ammortizzato su quattro direzioni e che collega i prismi di Porro allo chassis. Ovviamente è previsto un sistema di bloccaggio che mantiene ferma tutta la meccanica per evitare danni durante il trasporto. Grazie al pulsante di sblocco, lo snodo cardanico si sblocca, assorbendo tutte le vibrazioni dello strumento senza che esso le diriga verso i prismi. Il mix perfetto fra sistema di ammortizzazione, gravità delle masse ovviamente qualità dei magneti frenanti, garantisce un’ottima stabilizzazione anche a ingrandimenti così elevati.
Obiettivi
Lenti
Il binocolo non è dotato di ottiche alla fluorite, tuttavia la qualità degli elementi acromatici è elevata, le immagini di questo esemplare si sono rilevate nitide e con un ottimo contrasto, un’immagine particolarmente secca e anche neutra, dissimile, ad esempio, ai vari esemplari, un po’ datati che presentavano maggior morbidezza nel dettaglio oltre a una tonalità molto calda.

Oculari
Gli oculari possiedono una buona estrazione pupillare, il campo di vista è ampio, trattasi di 52 m a 1000 m, ossia quasi tre gradi di campo, questo comporta una buona “immersione nella scena” e un campo apparente di sessanta gradi. L’estrazione pupillare che ho misurato è di tredici millimetri, un valore ottimo per me che non uso gli occhiali, ma che dovrebbe essere saggiato dai portatori, poiché la loro conformazione del viso o lo spessore delle lenti da vista, potrebbe essere un punto a sfavore.
La distanza inter -pupillare è compresa fra 54 mm e 74 mm. Alla distanza minima, quella fra gli oculari è di 17 mm. Nel complesso l’ho trovato un binocolo molto confortevole da utilizzare.

Prismi
I prismi sono gli stessi progettati da Ignazio Porro, il grande costruttore, ideatore della Filotecnica e del tacheometro. La presenza di prismi di Porro si nota: le immagini sono molto tridimensionali, soprattutto per essere un binocolo da venti ingrandimenti.
Aberrazioni
Aberrazione cromatica
E’ un binocolo equipaggiato con ottiche acromatiche, tuttavia, forte di ottimi elementi e dei prismi di Porro, le immagini possiedono un buon contenimento dell’aberrazione cromatica, che si palesa, spesso, durante le mere osservazioni in controluce.
Non mento, scrivendolo a chiare lettere, che è quasi impercettibile durante le normali condizioni d’illuminazione a patto di non divertirsi a puntare tralicci, rami in controluce o rapaci stagliati contro un cielo grigio ma luminoso.
Curvatura di campo
Lo Zeiss Special S 20×60 non è dotato di un campo piatto. Le immagini degradano ai bordi da circa l’80%. Si nota una buona correzione del coma e dell’astigmatismo, perché, focheggiando i dettagli a bordo campo, l’immagine diventa nitida come al centro, questo accade quando il degrado ai bordi del campo dipende principalmente dalla curvatura di campo.
Cromatismo laterale
E’ presente e si nota più che altro sui soggetti in controluce: è un lieve alone violetto – verde, intorno alle sagome, da circa il 75% del campo di vista.
Distorsione angolare
Ben visibile e si nota anche quella d’ingrandimento. Mettendo a fuoco una biglia al centro del campo e spostando l’immagine verso il bordo, si noterà un po’ di ovalizzazione. Oserei confermare un 7-8% da circa il 75% del campo di vista.

Altre aberrazioni
Nell’uso astronomico ho rilevato solo un lievissimo astigmatismo agli estremi bordi del campo.
Utilizzo sul campo
Utilizzare lo Zeiss 20×60 mi ha provocato differenti sensazioni, spesso contrastanti.

Tendo a premettere che non è il classico e maneggevole binocolo da birdwatching, quindi scordatevi di inseguire “gli uccelletti” a pochi metri di distanza dal capanno o di inseguire un picchio nero dentro un bosco fitto e scuro. E’ uno strumento maneggevole e poco pesante, se lo utilizza come sostituto di uno spotting scope o di un binocolo di maggior diametro e ingombro. L’ho amato nella osservazione del paesaggio:il sistema meccanico-magnetico non stabilizza totalmente l’immagine, se posso esemplificare è come se si stesse utilizzando un binocolo da sei ingrandimenti, ma con tutta la potenza di fuoco di un 20X. Invero, dopo un po’ di rodaggio, sono stato in grado di ottenere delle valide prestazioni anche su soggetti molto ostici come ad esempio le croci situate sulle montagne a 30- 40 km di distanza o le stelle del trapezio nella Nebulosa di Orione. Nel panning è molto piacevole: un vero “must to have” per ciò che concerne la sorveglianza, tanto è vero che l’ho portato con me, spesso e volentieri, quando il mio ordine di servizio come GEV (Guardia Ecologica Volontaria) era stato fissato presso l’oasi Palude Brabbia. Dal secondo piano dell’altana, infatti, è un vero piacere ammirare “a mano libera”, soggetti molto distanti e sfuggenti.
L’aberrazione cromatica, oltretutto, non è poi così invasiva come ricordavo di aver notato nei vecchi modelli testati fuggevolmente e mi ha consentito di apprezzare, con soddisfazione, anche il volo delle poiane e le acrobazie dei corvi imperiali.

Se nell’osservazione paesaggistica mi ha favorevolmente impressionato, il massimo del diletto l’ho ottenuto osservando il cielo. Il mix “ingrandimento- diametro degli obiettivi e stabilizzazione” è perfetto per delle rapide scorpacciate del cielo invernale.
Ho trascorso qualche rapido “dopo cena” sul monte Sette Termini con questo binocolo, senza la premura di dover smontare tutto e rientrare tardi. Arrivavo con il 4×4 in cima alla montagna, toglievo il 20×60 dalla valigetta e in pochi secondi ero già pronto per fare il mio consueto giro da oggetto a oggetto: M78, M42, M1, le Pleaidi, poi una rapida occhiata ad Albireo, ormai prossimo al tramonto. Infine risalivo verso il Doppio di Perseo, fra gli ammassi in Cassiopea, M36, M37 e M38 in Auriga per poi ridiscendere sino alle galassie nell’Orsa Maggiore.
Le stelle al centro del campo sono molto puntiformi, la luminosità è schiacciante rispetto al Farvision 20×50 e devo ammettere che mostra meglio gli oggetti di un 16×70 giapponese che ho usato, da casa, varie volte come metro di paragone.
Lo so! Costa molto, forse troppo, ma penso che sia uno strumento ottico unico e chi avesse la possibilità di togliersi questo sfizio potrebbe veramente ambire a osservazioni di tutto rispetto con un prodotto di pregio
Pregi e Difetti
Pregi
• Luminosità
• Nitidezza e contrasto alti
• Buon campo apparente
• Stabilizzazione che non richiede alimentazione
• Ottimo panning

Difetti
• Costo
• Waterproof solo agli spruzzi di acqua (senza riempimento in azoto)
• Ingombro
In sintesi
Il binocolo Zeiss Special 20×60 S è ancor oggi un punto di riferimento fra i binocoli stabilizzati. Il suo sistema è in pratica eterno, il suo ingrandimento rivaleggia con i telescopi terrestri e le sue dimensioni sono ancora perfette per il trasporto in uno zainetto da trekking.
Come anticipato, il suo costo è elevato, forse Zeiss, potrebbe fare uno sforzo per avvicinarlo “alle tasche” di molti appassionati, ma le prestazioni e le sensazioni che sarà regalare sono uniche.

Ringraziamenti
Ringrazio, come sempre, Achille Berti di Bignami SPA, importatore ufficiale dei prodotti Zeissche mi concesso di provare questo binocolo lasciandomi, come sempre, libero di scrivere le mie impressioni sincere.
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Disclaimer.
Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Dicembre dell’anno 2018- Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di contattare direttamente il distributore ufficiale Zeiss: Bignami.
Piergiovanni Salimbeni è un tester e giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica, geologia lunare. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il suo secondo romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero leggi molti libri, pratica tiro sportivo a lunga distanza, fototrappolaggio, digiscoping, fotografia di paesaggio.