Recensione degli oculari Baader Morpheus. I Parte: osservazione astronomica

 

 Negli ultimi mesi nel gruppo WhatsApp di Binomania si è fatto un gran discutere dei Baader Morpheus: degli oculari a grande campo presentati qualche anno fa dalla nota ditta tedesca Baader Planetarium che sin dall’inizio si sono rilevati eccellenti sotto vari punti di vista surclassando molti prodotti blasonati e decisamente piu’ costosi.  Qui di seguito potete vedere due video dove insieme ai miei collaboratori Corrado Morelli ed Elio Biffi, in tempi e modalità differenti, avevamo anticipato i pregi di questi nuovi oculari.

 




Finalmente è giunto il momento di scrivere una recensione piu’ completa che sarà divisa in due parti. Nella prima, scriverò delle loro prestazioni durante le osservazioni astronomiche, nella seconda -che sarà pubblicata a dicembre – analizzerò la loro resa utilizzandoli con una novità: il binocolo Oberwerk 100 SD, dotato di ottiche FCD e gentilmente fornito da Pietro Romagnoni di Oberwerk Europe.

Grazie alla collaborazione di UnitronItalia, distributore ufficiale dei prodotti Baader Planetarium, ho avuto il piacere di testare il set up completo avvalendomi di tre telescopi:

  • Rifrattore alla fluorite Takahashi FS 128 (128 mm F/ 8.1- doppietto alla fluortie)
  • Schmidt Cassegrain Celestron Ultima 8 su forcella Celestar (203 mm mm F/10)
  • Rifrattore apocromatico William Optics 81 Gran Turismo IV (81 mm F/ 5.9- tripletto apocromatico – FLP-53)
Un bel primo piano sugli oculari Baader Morpheus
Un bel primo piano sugli oculari Baader Morpheus

Le focali testate sono le seguenti:
17.5 mm, 12.5mm, 9 mm, 6.5 mm e 4.5 mm

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Scheda tecnica ufficiale: premere per ingrandire
Scheda tecnica ufficiale: premere per ingrandire

I contendenti sono stati innumerevoli, tutti prelevati dalle mie valige di oculari che custodisco gelosamente da anni: oculari ortoscopici Takahashi TOE, Circle T, Baader Genuine e Fujiyama, Takahashi HI-LE, Vixen LV, Baader Classi Ortho, TMB SuperMono, Docter UWA 12.5 mm, Vixen SSW, Vixen LVW  e altri ancora.

 

Alcuni degli oculari utilizzati per le osservazioni "marziane"
Alcuni degli oculari utilizzati per le osservazioni “marziane”

L’idea di compararli attraverso tre differenti strumenti non è solo uno sfizio ma una esigenza. Le aberrazioni geometriche e cromatiche di un oculare sono direttamente proporzionali allo schema ottico del telescopio utilizzato.  È giusto rammentare, infatti, che soprattutto le prestazioni di oculari grandangolari (e quindi dotati di uno schema ottico complesso) come i Baader Morpheus dipendono dai telescopi utilizzati. Per questo motivo, avrete spesso letto pareri contrastati sulla resa di un oculare, leggendo le impressioni di diversi utilizzatori. E’ ad esempio inutile cercare di verificare la correzione geometrica reale di un oculare, osservando in un newton aperto a F/4 e privo di spianatore di campo.
Avvalendomi, invece, di un rifrattore aperto a f/5.9, di un rifrattore adatto alle osservazioni planetarie (F/8) e un classico C8 (F/10) ho avuto ” in parte” la possibilità di verificare il comportamento degli oculari Baader  Morpheus quando messi alla frusta attraverso differenti schemi ottici.


Cosa ho osservato?

La Luna, Saturno e Marte ma anche decine di oggetti del cielo profondo visibili dal giardino di casa mia situato a circa 600 m di altitudine sulle Prealpi lombarde.
Prima di entrare nel vivo della recensione, vorrei analizzare le loro caratteristiche tecniche e la dotazione standard che è forse una tra le piu’ complete che io abbia avuto il piacere di utilizzare.

 

Caratteristiche tecniche

I Baader Morpheus forniscono un campo apparente di 76° gradi, non sono quindi i piu’ grandangolari giacché ci sono oculari che possono abbracciare anche 100 gradi di campo apparente, tuttavia pochi astrofili non considerano che il nostro sistema visivo ha una percezione abbastanza limitata.

Mediamente l’occhio umano ha una visione periferica di 120 gradi, ma la zona di maggior risoluzione (la parte centrale della retina, ove sono presenti molte piu’ cellule coniche) è di circa 6 gradi.
Si ha però la percezione di poter abbracciare un campo piu’ ampio grazie ai micro movimenti dell’occhio. Anche per tale motivo, soprattutto con i binocoli, ho rivalutato molto le prestazioni degli ultra-grandangolari e in astronomia non faccio follie per gli oculari con 100 gradi di campo che ritengo abbastanza inutili, insomma a volte meglio 70-76 gradi di campo ben corretti che le esagerazioni. Se poi considerate che i portatori di occhiali hanno una percezione periferica ancora inferiore, comprenderete che io reputo piu’ che sufficienti i gradi forniti dai Morpheus, visto che non ho la necessità di continuare a roteare gli occhi per esplorare tutto il campo fornito.

Per leggerezza, dimensioni e qualità mi sono sembrati degli ottimi alleati per gli amanti delle visioni binoculari
Per leggerezza, dimensioni e qualità mi sono sembrati degli ottimi alleati per gli amanti delle visioni binoculari


Oltretutto, progettare un oculare grandangolare con un campo di vista di 70-75 ° presenta anche dei pregi, poiché le aberrazioni geometriche sono inferiori e si rischia meno di incorrere nei problemi di parallasse.

Lo schema ottico dei Morpheus è composto da otto lenti in cinque gruppi di cui una ED (a bassa dispersione) e due al Lantanio.
E ‘stato applicato un trattamento anti-riflesso su ogni superficie, i bordi delle lenti sono anneriti così come l’interno dello scafo ottico. Gli appassionati un po’ pignoli come me si divertiranno a osservare la cura dei dettagli proferita per la costruzione di questi oculari. La lente di campo in tutti gli oculari ha un diametro di 37mm, inoltre, il bordo oculare è molto ribassato e questo consente sia una rapida pulizia della lente, sia un ottimo confort per i portatori di occhiali.

Come ben sapete godere di un ottimo trattamento anti-riflesso è essenziale per aumentare la trasmissione luminosa di un treno ottico e diminuire i riflessi interni. L’idea, quindi, di annerire i bordi delle lenti degli oculari mi è parsa ottima, insieme alla pregevole costruzione dello scafo ottico che contiene le lenti.
L’estrazione pupillare dichiarata è perfetta anche per i portatori di occhiali: da 17.5 mm a 21 mm. Ho cercato di misurarla per ogni focale, con un sistema che dopo vi esporrò, ma vi anticipo che Baader ha mantenuto fede a quanto dichiarato mentre in alcuni casi mi è parsa anche leggermente superiore.

In questa immagine è visibile la parte del barilotto da due pollici di diametro, come vedete sono presenti anche delle zone anti-scivolo nei pressi della lente di campo
In questa immagine è visibile la parte del barilotto da due pollici di diametro, come vedete sono presenti anche delle zone anti-scivolo nei pressi della lente di campo

È possibile montare gli oculari in duplice modo, grazie al sistema a doppio barilotto. Nella parte inferiore il suo diametro è di 31.8 mm, mentre più in alto il diametro del barilotto si allarga fino a raggiungere i 50.8mm (due pollici). Questo è un sistema universale e spesso utilizzato in molte produzioni e che ha un unico lato negativo: se voleste utilizzare il barilotto da due pollici, dovreste verificare che la parte inferiore non vada a toccare, ad esempio, il bordo del vostro costosissimo diagonale a specchio. Per tale motivo sarà utile avere un po’ di accortezza nel primo utilizzo.

Da appassionato di visioni binoculari sia con il telescopio, sia con il rifrattore ho apprezzato molto il sistema antiscivolo adottato dai progettisti. Sono presenti delle fessure o zigrinature (safety-kerfs) che evitano che l’oculare si sfili quando non è serrato alla perfezione. Oltretutto senza la zona incava del barilotto è possibile mettere in asse con maggiore facilità gli oculari anche all’interno dei vecchi porta-oculari non dotati del collare di fissaggio, ma dei classici sistemi a serraggio con un anello di ottone pressato da una piccola vite.

Ho apprezzato particolarmente la luminescenza della grafica
Ho apprezzato particolarmente la luminescenza della grafica

Il “solco” nel barilotto degli oculari, poi, è un vero problema per chi osserva con i binocoli giganti e solo questa scelta progettuale potrebbe far propendere l’acquisto da parte degli amici binofili. Sempre parlando di idee economiche ma intelligenti mi è piaciuta molto l’idea di creare gli elementi grafici (logo, serie e focale) con una vernice fluorescente che consente di percepire meglio le vari focali durante la notte. Personalmente li sensibilizzavo con la mia potente torcia LED e potevo compiere osservazioni rilassate a luce spenta per molti minuti, prima di perdere la percezione delle focali appoggiate nella base porta oggetti del mio treppiede Berlebach. Era poi sufficiente chiudere gli occhi, accendere la torcia e ridargli un po’ di… vita.

La dotazione di serie è di tutto rispetto, forse la piu’ completa mai vista.

Eccellente la dotazione di serie
Eccellente la dotazione di serie

All’interno della scatola (peraltro di ottima fattura) sono presenti:

  • Un piccolo manuale delle istruzioni, con descritti i vari metodi di collegamento (metodo afocale, digiscoping, utilizzo con la torretta binoculare, etc.,etc.)
  • Due tappi per la lente di campo e uno per il barilotto da 31.8 mm
  • Un paraluce “a fetta di salame”
  • Un paraluce classico (già inserito di serie sull’oculare)
  • Un adattatore con passo M43 per la fotografia
  • Una piccola custodia in cordura da agganciare al treppiede e alla cintura
  • Un indicatore metallico di focale per trovare il proprio oculare anche al buio

Cosa volere di più?

 

Aggiungo inoltre che, come avrete intuito, è presente la filettatura con passo M43 per facilitare la fotografia, mentre i barilotti e la conformazione della parte finale degli oculari sono stati ottimizzati per essere facilmente utilizzati con i visori binoculari e i binocoli (infatti sono molto comodi da “indossare” rispetto a tante altre soluzioni).

 

Gli oculari, inoltre, sono sigillati per essere impermeabilizzati. Ciò non significa che siano stati riempiti in azoto – ci dovrebbero essere le valvole di riempimento in mostra e così non è – ma che probabilmente sono stati utilizzati degli O-Ring per prevenire l’infiltrazione di umidità o semplicemente sigillati. Infatti, rispetto ad altri oculari, non è possibile svitare alcun componente meccanico, come ad esempio il barilotto, l’unica opzione concessa è di smontare i paraluce dal passo M43.

 Per essere robusti e dotati di uno scafo di alluminio, sono decisamente leggeri. Pubblico per maggior precisione  i pesi che ho riscontrato con la mia bilancia elettronica:

  • 17.5 mm: 305 g
  • 12.5 mm: 319 g
  • 9 mm: 329 g
  • 6.5 mm: 330 g
  • 4.5 mm:  357 g

 

Prove sul campo

Ho effettuato tre sessioni osservative principali, senza toccare le serate “mordi e fuggi” per motivi familiari o meteorologici

Giorno: 7 Novembre 2020 dalle 20 alle 22

Telescopio utilizzato: Takahashi FS 128, (128 mm F/8.1)
Osservazione di Marte
Seeing: a tratti ottimo, era presente un po’ di foschia

Giorni: 8-9 Novembre 2020 dalle ore 23,30 alle 2.30
Telescopio utilizzato: William Optics Gran Turismo IV 2020 (81 mm F/5.9), Takahashi FS 128, (128 mm F/8.1) Celestron C8 (203 mm F/10) con torretta binoculare
Osservazione lunare, Pleaidi e Doppio Ammasso di Perseo

Giorno 9 Novembre 2020 ore 23.30
Telescopi utilizzati: Takahashi FS 128, Takahashi FS 128, (128 mm F/8.1) Celestron C8 (203 mm F/10)
Osservazione di Orione e di vari oggetti del cielo profondo.

La torretta Baader sostiene il peso dei contentendi e non solo...
La torretta Baader sostiene il peso dei contentendi e non solo…

La sera del 7 di Novembre, ho avuto il piacere di osservare Marte comparando alcune focali dei Morpheus con gli oculari che uso da anni per le osservazioni planetarie.
La comparativa principale è stata effettuata contro la focale da 6.5 mm e i seguenti oculari: ortoscopici Circle T da 6 mm e Baader Genuine da 6 mm, Tahahashi MC ABBE  6mm, Vixen LV da 6mm. Comprenderete la minima differenze di focale ma non potevo fare altrimenti.

Il Morpheus da 4.5 mm, invece, l’ho potuto confrontare con un vecchio ortoscopico giapponese Circle T da 4 mm, dei vecchi Vixen LV al Lantanio da 4 mm e l’MC ABBE della Takahashi, sempre da 4 mm.

Ho fatto anche un’ulteriore prova con un oculare TMB SuperMono da 9 mm, un MC ABBE della Takahashi da 9mm e un Baader Genuine da 9 mm, alternando una barlow Baader Vip 2x e quella venduta da Takahashi. In questo modo ho potuto ottenere 4.5 mm di focale.


Nitidezza e contrasto
I due oculari Morpheus utilizzati mi hanno stupito per l’alto contrasto e l’ottima nitidezza in asse, paragonabile in linea di massima a quella dei migliori ortoscopici utilizzati.

Luce diffusa, riflessi
Grazie al trattamento Phantom Coating® di Baader e alla costruzione di pregio sopraccitata, ho notato poca luce diffusa.  Per essere uno schema ottico così complesso era quasi paragonabile al mio esemplare di Docter UWA 12.5 mm che all’epoca della sua commercializzazione costava circa 800 euro. Ovviamente gli oculari ortoscopici mostravano un po’ meno di luce diffusa, ma vista la presenza di foschia, ho preferito fare ulteriori prove nel corso delle altre serate.  

 

Luminosità
 
Il Baader Morpheus da 9 mm non era ovviamente luminoso come il TMB Monocentrico (che ha un campo di soli 30°!)  ma grazie ai trattamenti anti-riflesso di alta qualità rivaleggia con gli oculari ortoscopici e mi è sembrato anche piu’ luminoso dei Vixen LVW, almeno basandosi su una prova successiva avvenuta tra i 17 mm di focale.

Un rapido confronto con i Vixen LV da 4 mm e 6 mm ha dimostrato come i vecchi oculari giapponesi fossero poco nitidi e con una maggior luce diffusa rispetto ai Baader Morpheus, che di contro apparivano piu’ nitidi contrastati, luminosi e neutri.

Nell’osservazione di Marte si percepiva una lievissima luce diffusa in piu’ rispetto ai Takahashi MC ABBE ma non posso dire di non aver visto i medesimi dettagli. In linea di massima sono rimasto ben impressionato dalle prestazioni delle due focali utilizzate.
Il bordo del pianeta era molto nitido e con dettagli ben evidenti e contrastati. Lo ripeto, in asse, è quasi comparabile a un ottimo ortoscopico, incredibile!

Questi oculari presentano anche altri lati positivi, come la possibilità di osservare con piu’ tranquillità attraverso un telescopio installato su una montatura altazimutale e il grande diametro della lente di campo che non consente all’oculare di appannarsi con molta facilità. 

Quando mi sono avvalso delle lenti di Barlow (moltiplicatori di focale) con gli ortoscopi e il monocentrico da 9 mm il divario è ancor piu’ diminuito: La luce diffusa è aumentata (meno nel combo Barlow + monocentrico) ed alla fine dei conti non li ho preferiti ai Baader Morpheus.

Il 4.5 mm mi ha stupito anche durante le osservazioni planetarie...
Il 4.5 mm mi ha stupito anche durante le osservazioni planetarie…

Confort osservativo

Lo reputo essenziale anche a discapito di qualche grado in meno di campo apparente. Come sapete ci sono vari lati negativi che inficiano la visione e non solo l’aberrazione cromatica, la distorsione di campo o la curvatura. In molti oculari si può notare il così detto effetto “blackout” che avviene quando i nostri occhi si avvicinano troppo all’oculare. Con i binocoli capita spesso e per vari motivi: dalla nostra conformazione del viso, dalla conformazione dell’oculare, dall’ampio campo di vista inquadrato…
Ma come mai? Dipende dalla estrazione pupillare, che come sapete è la distanza dalla lente di campo dell’oculare dove tutti i raggi convergono dentro la nostra pupilla. Quindi stando alla corretta distanza il nostro occhio vedrà l’intero campo visivo fornito dall’oculare.

Se, invece, si sposta l’occhio piu’ indietro, i raggi marginali saranno tagliati dal bordo del barilotto dell’oculare, mentre  se si terranno troppo in avanti  rispetto alla reale estrazione pupillare si avrà l’effetto blackout.
Per questi ed altri motivi si nota spesso una zona nera circolare o che si sposta lateralmente in base alla posizione del nostro occhio (quando non è perfettamente centrato sull’asse ottico e in posizione perfetta rispetto alla estrazione pupillare)

Con i Baader Morpheus l’effetto blackout è abbastanza facile da evitare, anche se talvolta con alcune focali (soprattutto con il 4.5 mm) mi è parso che la estrazione pupillare fosse maggiore di quanto dichiarato e leggermente piu’ fuori rispetto alla profondità fornita dai paraluce, anche se potrebbe essere in parte colpa mia dato che spesso osservo in piedi. Penso però che siano degli oculari molto comodi da utilizzare, piu’ comodi ad esempio dei Pentax XW che all’epoca mi avevano fatto un po’ tribolare durante le osservazioni astronomiche. Ovviamente l’effetto “blackout” peggiorerà al diminuire della pupilla di uscita, per questo motivo  in base all’apertura del vostro telescopio, potrete percepire sensazioni contrastanti con quelli di altri appassionati che hanno strumenti piu’ piccoli, o li usano sui binocoli o portano gli occhiali ( i portatori di occhiali tengono meglio in asse i loro occhi) per ovvi motivi.

Nell’uso diurno si nota solo un anello blu ai bordi estremi del campo che ovviamente non inficia le osservazioni. Di notte è impercettibile e grazie alla conformazione degli oculari li ho trovati molto molto comodi. Non vedo l’ora di provarli per bene con l’Oberwerk 100 SD.



Prestazioni fuori dal centro dell’asse ottico
Purtroppo nelle serate successive all’osservazione di Marte non ho avuto la possibilità  di utilizzare questi oculari con un telescopio Newton molto aperto, quindi la mia esperienza è limitata ai due rifrattori e al mio vecchio Schmidt Cassegrain.
Anche in questo caso tutti gli oculari Baader Morpheus hanno mostrato delle ottime prestazioni fuori asse.

Nel piccolo ma performante rifrattore della WIlliam Optics si notava con alcune focali, una lieve coma agli estremi bordi del campo unita a un filo di astigmatismo, che inficiava lievemente la puntiformità stellare. In questo caso il Docter UWA mostrava delle stelle un poco piu’ puntiformi (ma stiamo sempre parlando di un oculare da 800 euro confrontato con uno da 250 euro)

Con il Takahashi FS128 la percezione di avere a che fare con un po’ di coma era completamente svanita e il campo dei Morpheus era ben corretto sino al bordo del campo con stelle doppie pari a capocchie di spillo. Lo stesso dicasi  per le immagini fornite anche nel Celestron C8, la cui puntiformità inferiore dipendeva unicamente dallo schema ottico del telescopio.

La Nebulosa di Orione M42 nel Takahashi Fs128 era semplicemente fantastica con un fondo cielo molto scuro e un’ottima percezione dei dettagli. Il Morpheus da 17.5 appariva piu’ luminoso del Vixen LVW da 17 mm (e non era solo una differenza data dalla minima differenza focale). Una breve panoramica sugli oggetti del cielo profondo ha rinforzato ancor di piu’ le mie impressioni riguardo l’alta qualità, luminosità e il confort osservativo di questi oculari.
La qualità delle immagini fornite dal Takahashi FS128 con la torretta binoculare e due oculari da 14 mm era di una bellezza disarmante: stelle puntiformi, contrasti netti anche su soggetti flebili come ad esempio la Nebulosa M1 oppure M78. Mirabolante il Doppio Ammasso di Perseo che nel William Optics 81 GranTurismo mi ha lasciato senza fiato, per la qualità dell’immagine fornita con gli oculari Morpheus da 12.5 mm.

Una comparativa veloce sempre “sul GranTurismo” con l’oculare Docter 12.5 e il Morpheus di pari focale, hanno mostrato una minima maggior correzione ai bordi del Docter ma tutto sommato la comodità osservativa del Morpheus ha sopperito non solo tale evidenza ma anche il maggior campo di vista. All’atto pratico sono oculari con 76° di campo sfruttabili in modo eccellente.

Un bel primo piano sui Baader Morpheus da 12,5 mm

Luce diffusa e riflessi. Seconda prova

Visto che durante la prima serata osservativa era presente un po’ di foschia devo ammettere che nei giorni successivi mi sono malignamente divertito a cercare qualche riflesso o luce diffusa, sia inquadrando dei lampioni, sia posizionando la luna e varie stelle luminose all’interno del campo di visione e sono rimasto sempre soddisfatto dai risultati.  In sintesi i Baader Morpheus non contengono la luce diffusa e i riflessi come ad esempio la serie degli ortoscopici Baader Genuine (ormai fuori produzione) ma non pensiate che le differenze siano eclatanti.

Per quanto riguarda l’osservazione lunare potrei tediarvi per ore, ma visto che ho già prodotto dodici pagine di impaginato (senza immagini) sarò poco prolisso. Ciò che mi preme farvi sapere è che la Luna vista con i due rifrattori e gli oculari Morpheus aveva dei bordi netti, privi di cromatismo. Il fondo cielo intorno al nostro satellite ero scuro con poca luce diffusa. Sia con la torretta che in mono-visione l’ampio campo di vista e tutti i pregi sopra esposti mi davano una impressione di estrema naturalezza che all’atto pratico me li faceva preferire ai piu’ “soffocanti” ortoscopici. I dettagli raggiungibili con il potere risolutivo dei due rifrattori erano facilmente visibili: micro crateri, qualche rima ostica concessa nel periodo delle mie osservazioni, anche il contrasto fornito concedeva di osservare con piacere le sottili sfumature di albedo dei mari lunari o nel plateau di vari crateri.

La percezione della cromatica laterale era differente, poiché dipende dal cono di luce del telescopio utilizzato e dall’angolo in entrata della luce, piu’ è ampio e maggiormente si nota quest’ aberrazione. In ogni caso era decisamente ben corretta.

In sintesi se possedessi degli ortoscopici forse vorrei anche questi oculari, per poter sfruttare al meglio le mie torrette binoculari su ampie zone della superficie lunare con effetto da “binocolo di pregio”. Se, invece, possedessi già gli oculari Baader Morpheus non sarei così tentato di acquistare degli ortoscopici per le mere osservazioni lunari. Forse comprerei un paio di focali di ortoscopici “molto performanti” per le osservazioni planetarie.

Per tutto il resto i Morpheus mi sono parsi una eccellente scelta.

Le mie focali preferite?
Beh: il 9 mm e il 12.5mm, ma vi dirò di piu’ nella prova che effettuerò con l’Oberwerk 100 SD.

 

Pregi e difetti

Pregi

Ottima trasmissione luminosa
Buon contrasto
Ottima nitidezza
Contenimento dei riflessi e della luce diffusa
Sistema antiscivolo
Accessori in dotazione
Leggerezza

Difetti

Onestamente non ne ho trovati, forse avrei preferito un altro paio di focali


Ringraziamenti

Questa lunga recensione non potrebbe essere stata effettuata senza la collaborazione di UnitronItalia nella figura di Andrea Camomilla e di Gianni Quarra che hanno accettato con estremo interesse la mia proposta riguardo questo test sul campo degli oculari Baader Morpheus, lasciandomi nel contempo libero di citare le mie impressioni.

 

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