Il titolo preso parzialmente a prestito dal recentemente scomparso Muhammad Ali, rispecchia abbastanza bene le caratteristiche di questo adattatore per smart phone da impiegare nel phonescoping; non stiamo certo parlando di una piccola farfallina ma forse più di una grande falena, ma comunque il concetto è quello.
Inanzi tutto a partire dalla forma metallica dell’aggancio per il telefono, che pare proprio un farfalla ritagliata nel leggero alluminio aeronautico; il bloccaggio del vostro device viene “insolitamente” garantito da 4 pioli conici a vite rivestiti in gomma, che una volta stretti nei fori che riterrete opportuni (sulle “ali della farfalla” ne troverete in gran numero per adattarsi alle più svariate dimensioni dei moderni cellulari) manterranno la presa in modo solido ed efficace, sopratutto senza costringervi a togliere la cover protettiva che già abitualmente usate.
Attaccato a questa farfalla in allumino troverete un braccetto terminante con una ghiera forata al centro che permette di montare con precisione l’obiettivo della fotocamera in corrispondenza dell’oculare del vostro cannocchiale. Le due parti sono tenute insieme da un grande e comodo pomello a vite che serrandosi, una volta che avrete trovato il corretto posizionamento, terra questa impostazione solida ed immutata anche durante il trasporto dei vostri strumenti, e soprattutto eliminerà qualsiasi gioco indesiderato durante l’uso fotografico.
Terza ed ultima parte di questo adattatore è un collare con tre viti disposte 120° che va lasciato montato sull’oculare del cannocchiale; le tre viti permettono un centraggio abbastanza preciso e più sarete accurati in questa operazione e migliore sarà l’accoppiamento tra obiettivo dello smart phone e oculare, riducendo così al minimo la vignettatura che di solito affligge questo sistema di ripresa fotografica. Il diametro di questo collare “universale” consente di inserirlo su oculari di al massimo 60mm di larghezza, ma il costruttore ha già annunciato la produzione di collari dedicati che permettano un montaggio ancora più preciso e veloce per gli spotting delle maggiori marche, è già in arrivo per esempio quello per gli oculari Kowa. Una precisazione ulteriore va fatta sul diametro massimo degli oculari accettati: se il diametro massimo dichiarato è di 60 mm quello realmente sfruttabile è di soli 50 mm, perché i gommini che ricoprono le 3 viti di serraggio a 120° riducono ulteriormente il diametro utile dell’oculare accettabile. Si possono togliere questi cappucci in gomma, per riguadagnare il diametro originale di 60 mm, ma naturalmente poi si dovranno serrare le estremità metalliche delle viti direttamente sul corpo dell’oculare.
L’utilizzo pratico di questo adattatore, nelle settimane in cui l’ho avuto a disposizione per il digiscoping con un cannocchiale Celestron Regal M2, si è rivelato efficiente ed abbastanza comodo; nonostante l’ingombro dimensionale (17 x 11 x 6 cm) ed il relativo peso (175 g) non siano dei più ridotti non ho avuto problemi ad infilare il DA-1, con già inserito il mio Samsung Galaxi S6, nel tascotto del gillet mimetico che uso di solito per le mie uscite naturalistiche, lasciando il collare metallico già montato sull’oculare del cannocchiale. In questo modo il mettere e togliere l’adattatore dallo spotting è sempre risultato “relativamente” facile, va detto che la precisione con cui il DA-1 si inserisce sul proprio collare se da un lato garantisce un montaggio fermo e preciso dall’altro richiede un minimo di cura all’atto di estrarlo per evitare inutili forzature.
L’adattatore può essere inserito sul collare fino ad arrivare ad una battuta di fine corsa oppure tenendolo più o meno estratto per mettere l’obbiettivo della fotocamera alla distanza ottimale dalla lente dell’oculare, che di solito corrisponde a quella della massima estrazione pupillare: per trovarla basta semplicemente inserire più o meno in profondità il DA-1 fino a quando il cerchio della vignettatura non si riduce al minimo. Solitamente l’immagine utile sarà maggiore al crescere dell’ingrandimento nel caso dell’uso di oculari zoom. Una volta trovata, per mantenere questa regolazione, basta stringere il pomello di sicurezza sulla ghiera di centraggio.
Questa vite di sicurezza da una ulteriore solidità di ancoraggio e mi ha permesso di spostare l’attrezzatura completamente montata per brevi tragitti, senza il rischio di distacchi accidentali e pericolose cadute per lo smart phone.
Per concludere devo dire che di questo DA-1 Lens2scope ho apprezzato soprattutto la sua solidità, dovuta alla precisione della costruzione, esente da giochi indesiderati che possano causare vibrazioni noiose al momento dello scatto delle foto. Certo non è uno degli adattatori più tascabili ma questo permette l’utilizzo anche di cellulari di generose dimensioni per di più inserirti in cover protettive già di per se voluminose. Insomma un possibile acquisto da tenere presente per avere una soluzione “relativamente” universale, sufficientemente pratica e soprattutto ben stabile per il phonescoping.
Ringraziamo l’azienda tedesca ACCTIVER per aver fornito l’esemplare oggetto di questo test.
Disclaimer. Questa recensione è stata pubblicata nel mese di luglio 2016. Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali accessori foto ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di visionare direttamente la pagina dedicata sul sito di ACCTIVER
Monti Paolo: quarantenne, un po’ astrofilo, un po’ birdwatcher, un po’ digiscoper; colleziona binocoli da qualche anno, ne possiede di vari.E’ un membro del gruppo Astor (Associazione per l’osservazione e lo studio dei Rapaci) insieme a Piergiovanni Salimbeni e Abramo Giusto.