I lettori più attenti ricorderanno che, mesi fa, ebbi la possibilità di provare una demo del modello Zeiss Victory SF 8×42. Il tempo per testarlo, purtroppo, fu limitato, perché il distributore aveva la necessità di inviarlo, quanto prima, alla Stampa. Per tale motivo, Bignami, l’importatore italiano dei prodotti Zeiss, dopo avermi concesso la possibilità di una brevissima anteprima, promise che mi avrebbe inviato un altro esemplare il più presto possibile.
Nel frattempo le richieste in Germania aumentarono a dismisura e il reparto di produzione non fu in grado di affrontare i vari ordini: il tempo trascorreva inesorabile. Il sottoscritto, nello stesso periodo, iniziò a ricevere molte richieste da parte dei birdwatcher sia italiani sia stranieri, desiderosi di volerne sapere di più sulla versione 10X: l’ingrandimento classico per gli osservatori di uccelli. Data la piacevolezza della visione, dovuta all’ampio campo fornito dagli otto ingrandimenti, mi convinsi anch’io e chiesi la versione con l’ingrandimento maggiore per verificare se le sue performance avessero potuto variare a causa dei due ingrandimenti in più. Anche in tal caso, infatti, il campo di vista era il migliore fra i tre europei: 360 m/1000 m.
L’ergonomia del nuovo Zeiss Victory SF è ottima.
Le mie impressioni in merito al design a finestra centrale sono state riconfermate: l’ergonomia è ottima, la distanza fra i tubi ottici consente di inserire tutte e quattro le dita, mentre il rotore di messa a fuoco è situato in una posizione perfetta per essere controllato, con naturalezza dal dito indice.
Per ottenere questo risultato i progettisti Zeiss hanno cambiato il sistema di prismi, passando dall’Abbe Koenig – quello del Victory HT, per intenderci – al prisma Schmidt Pechan. In questo modo è stato possibile sia spostare il peso verso gli oculari, sia portare il ponte centrale più in alto, trasferendo il rotore di messa a fuoco. Questa è la classica scelta che rispetta più le richieste di chi utilizza un binocolo sul campo, che i risultati al banco ottico.
I due tubi ottici che compongono lo Zeiss Victory SF, inoltre, sono uniti da ben tre ponti al posto di due: questo consente una maggior robustezza agli urti ed una minor possibilità di scollimazione.
Il valido sistema di messa a fuoco si è rilevato perfetto per le mie sessioni naturalistiche.
Il colore e le rifiniture possono piacere o non piacere, il design è la colorazione è quasi sempre un fattore molto soggettivo, in ogni caso il colore grigio gli dona un aspetto serioso ma nel contempo adatto all’utilizzo in vari ambienti. Non mi dispiacerebbe vederlo anche con una livrea verde o con una marrone. Ho provato a fare una simulazione con un programma di grafica e l’impatto visivo è risultato piacevole, almeno ai miei occhi.
La messa a fuoco dell’esemplare che ho testato si è rilevata quasi perfettamente precisa (percepisco solo un lieve gioco durante la fase di rientro) non ho notato alcuna differenza di attrito sia ruotando in senso orario che in senso anti-orario. Da un punto di vista pratico, l’unico fattore che ho accettato con indifferenza è stata la compensazione delle diottrie per l’oculare destro che si attua, ruotando una piccola manopola sulla parte anteriore del primo ponte. La soluzione è, comunque comoda, dato che si può utilizzare il dito medio, mantenendo l’indice sul rotore principale, tuttavia, dovendo estrarla per attivarla, è sempre necessario utilizzare la mano sinistra. Il pomello centrale è decisamente ampio e lo ritengo il più funzionale fra quelli che ho provato, anche utilizzando (in piena estate) i guanti invernali.
Zeiss ha migliorato la messa a fuoco minima per consentire l’osservazioni dei fiori e degli insetti. In tale frangente ho stimato una distanza minima reale , almeno per il mio visus, pari a 1.4m. A questa distanza è abbastanza interessante analizzare la struttura della farfalle o delle libellule o ammirare la api impollinare i fiori. Per passare da questa distanza all’infinito è necessario far ruotare la manopola di un giro e mezzo, mentre per passare dai dieci metri all’infinito, occorrono soltanto pochi millimetri di corsa.
In linea generale, nel range di utilizzo medio per un birdwatcher, la messa a fuoco è certamente molto rapida.
La finestra centrale prevede tre ponti di collegamenti, questo consente maggior rigidità e robustezza.
I paraluce degli oculari si estraggono con una semplice rotazione, priva, però, di posizioni prefissate. La gomma che li compone è morbida e confortevole, similmente a quella che protegge lo scafo ottico che è stato anche ottimizzato per migliorare la presa e assorbire gli urti. La borsa dedicata è di buona fattura, seppur sia un po’ disagevole chiuderla con i paraluce del binocolo interamente estratti. Un paio di centimetri in più, onestamente, non avrebbe guastato.
Il peso contenuto è un altro fattore molto importante, soprattutto per chi è solito spendere molte ore in mezzo alla natura. La bilancia elettronica ha rivelato un peso reale pari a 785 grammi, un ottimo valore che consente di trasportare e usare il binocolo per molto, molto tempo, anche ai meno allenati.
Il nuovo Zeiss Victory SF è stato progettato specificatamente per il birdwatching, scordatevi, di fatto, l’alta luminosità del Victory HT o la resa glaciale dei precedenti Victory FL. Il binocolo fornisce una tonalità neutra, leggermente virata verso il caldo, scelta che mi ha piacevolmente stupito, dato che ricorda in maggior misura una “ricetta giapponese”; piuttosto che una prassi teutonica.
La nitidezza in asse è molto elevata, mentre il contrasto mi è sembrato inferiore allo Swarovski EL 8.5×42 e Leica HD PLUS . Di contro ho percepito una visione dei dettagli più naturali e una maggior capacità di “tirar fuori” le sfumature di grigio. Di fatto a volte pare essere più e luminoso di un binocolo più contrastato, solo perché quest’ultimo taglia le sfumature, mostrando con maggiore evidenza i chiaro-scuri. Consiglio di leggere il mio editoriale di Maggioper rinfrescare le nozioni sulla nitidezza e sul contrasto.
Lo Zeiss Victory è stato definito dai progettisti “ULTRA FL” grazie alla presenza di ben due lenti alla fluorite all’interno di ogni tubo ottico che lo compone.
Il contenimento dell’aberrazione cromatica è ottimo, grazie alla presenza di due elementi in fluorite per ogni tubo ottico. Al centro del campo non si percepiscono, quasi mai, colori spuri, si nota, però da circa il 60% del campo di vista, un po’ di aberrazione cromatica laterale, migliore, senz’altro del nuovo Leica HD PLUS, simile allo Swarovski EL 8.5×42 e di poco inferiore al mio Kowa Genesis che in sostanza non ne ha (ma che inquadra anche meno campo).
La parte posteriore dello scafo ottico.
La curvatura di campo, durante l’uso diurno è ben controllata e non si apprezza un degrado fastidioso neppure ai bordi del campo di vista. Seppur consapevole che la percezione dell’effetto palla rotolante sia molto soggettiva, posso confermare ai lettori che Zeiss, in questo caso, ha compiuto un ottimo lavoro: ho usato il Victory SF per molte ore in panning, ammirando la caccia dei falchi di palude che si muovevano rapidamente sulla palude dell’Oasi di Brabbia ed ho sempre percepito una visione molto, molto naturale.
Nell’utilizzo sul campo si apprezzano tutte le caratteristiche di questo binocolo; l’ergonomia, la rapidità con cui si mette a fuoco e con cui si opera sulla manopola centrale, l’ottimo e ampio campo di vista, una resa dei colori più neutra dei modelli Victory precedenti, un campo di vista più corretto rispetto alla serie Victory HT, e una ottima correzione dell’aberrazione cromatica al centro del campo. Ho anche apprezzato molto la conformazione degli oculari e il range di regolazione della distanza interpupillare: la conformazione degli oculari è perfetta anche per chi possiede un naso importante e una distanza fra gli occhi modesta. Peccato sia necessaria estrarre ancora un poco, oltre l’ultimo click per ottenere l’esatta estrazione pupillare (per chi non porta gli occhiali)
Il nuovo sistema ottico Ultra FL consente di ottenere delle ottime visioni nelle maggior parte delle condizioni, anche in quelle in controluce, ove, la presenza della fluorite, l’ottimo trattamento anti-riflesso e la costruzione interna consentono di abbattere egregiamente la luce diffusa.
Intervista a Mr Dobler, il creatore dello Zeiss SF.
Il dott. Gerard Dobler, prima lavorara in Swarovski, passato in Zeiss ha deciso di dedicarsi alla creazione di un binocolo perfetto per il birdwatching: da cui la nascita dello Zeiss Victory SF. Foto, cortesia Laura Erickson: https://www.flickr.com/photos/lauraerickson/14414278784
Ho avuto la possibilità di porre qualche domanda al Dott. Gerald Dobler, creatore del nuovo Zeiss Victory SF.
Pubblico qui di seguito le sue risposte.:
Gent.mo Dott.Dobler, in primis, la ringrazio per aver accettato di rispondere alle mie domande. Come mai avete deciso di utilizzare i prismi Schmidt Pechan nel nuovo Victory SF? Per l’ergonomia, la leggerezza o per cosa altro?
Buon giorno. L’utilizzo di prismi Schmidt-Pechan al posto degli Abbe-König è una scelta mirata per favorire caratteristiche di ergonomia, compattezza/bilanciamento ed altre qualità tecniche richieste dai Birdwatcher e (guarda caso) anche dai cacciatori di alta montagna, che possono fare a meno dell’ultimo punto percentuale in fatto di luminosità (anche questo binocolo ZEISS è comunque decisamente più luminoso di QUALSIASI altro prodotto della concorrenza!).
Ho notato che la resa del SF è molto più neutra rispetto agli HT ed ai vecchi FL, come avete ottenuto questo risultato?
E’ vero! Anche l’immagine più neutra è una caratteristica cercata ed ottenuta dopo un intenso lavoro di ricerca, perseguito con cura maniacale da me e dal compianto Konrad Seil, che già negli anni 90 migliorò notevolmente il discorso di neutralità cromatica proprio per una maggiore riconoscibilità dei piccoli dettagli forniti dai colori reali e scelta dello spettro luminoso ideale che un determinato uso richiede di trasmettere, fattori determinanti in ornitologia (come in altri campi specifici).
Osservando con lo Zeiss Victory SF 8×42 ho percepito, soprattutto utilizzandolo sul treppiede, a circa l’80% del campo, una lieve sfocatura che poi scompare ai bordi, similmente a ciò che ormai molto appassionati del sito “Birdforum.net” definiscono “Absam Ring” dato che è visibile in alcuni esemplari. E’ dovuto al grande campo di vista e al campo piatto unito alla distorsione angolare o dipende da altri fattori?
Pur apprezzando molto la bontà tecnica della sua domanda vorrei non ci soffermassimo troppo i su questo tema. Di fatto non è una caratteristica dei Victory SF, dato che è intrinseca in ogni prodotto “field flattener”, Per tale motivo se la associassimo soltanto alla nostra novità Victory SF temo che dai più verrebbe interpretata come caratteristica negativa del nostro binocolo. Lo è invece per tutti i sistemi analoghi.
Ho notato che l’estrazione pupillare del 8×42 è elevata, ma sui dati tecnici siete molto più modesti. Ho apprezzato molto anche la regolazione della distanza interpupillare.
I dati tecnici ufficiali che ZEISS indica sono notoriamente “modesti”, nel senso che – contrariamente ad altri – ZEISS in generale non ritiene corretto esagerare nel promettere cose che poi, nella produzione di serie, spesso, non vengono mantenute. Ad esempio, l’attuale produzione di serie di Victory SF è di norma molto vicina al dato indicato in 54 – 76 mm.
Mini comparativa: Zeiss Victory SF 10×42, Leica Ultravid HD Plus 10×42, Swarovski Swarovision 10×42.
Tabella comparativa con i dati dichiarati dalle Case Madri.
Modello
Leica Ultravid HD PLUS 10×42
Swarovski Swarovision 10×42
Zeiss Victory SF 10×42
Campo di vista
112m/1000m
112m/1000 m
120m/1000m
Estrazione pupillare
16 mm
20 mm
18 mm
Distanza minima di messa a fuoco
n.d.
1.5 m
1.5 m
Peso
750 gr
840 gr
780 gr
Dimensioni
120x147x68 mm
160x122x161mm
173x125mm
Euro (listino)
2160
2430
2610
Nel corso del mese di Giugno ho avuto la possibilità di confrontare molto rapidamente i binocoli oggetto di questo breve capitolo.
Purtroppo non ho avuto molto tempo per fare dei test approfonditi, tuttavia ho deciso di descrivere per punti e con una classifica le mie impressioni che, ovviamente, dipendono dai miei gusti personali e dalle mie esigenze osservative. Citerò i binocoli utilizzando la prima lettera iniziale.
Peso e dimensioni. Non c’è dubbio, bilancia alla mano, il Leica HD Plus 10×42 è risultato leggermente più leggero e compatto dei due concorrenti. La mia scelta è: L,Z,S
Ergonomia. Fra i tre contendenti ho preferito la grande finestra centrale dello Z e la posizione della manopola di messa a fuoco. Lo S è quello che possiede la manopola situata nella posizione più scomoda e innaturale e questo dipende dal ponte centrale sottostante che non consente di posizionare il dito indice accanto al rotore. Il Leica è dotato di una classica cerniera centrale, l’ergonomia è buona ma non come quello dello Z. Per tali motivi: Z-S-L.
Zeiss Victory SF 10×42 e Swarovski Swarovision 10×42.
Comodità degli oculari e estrazione pupillare.
Lo S dichiara una estrazione pupillare di 20mm, lo Z di 18 mm e il L di 16 mm, in realtà, forse grazie al basso profilo dei paraluce non ho notato particolari differenze (usando occhiali da sole) fra S e Z. Direi quindi. S-Z-L..
Campo di vista.
L e S inquadrano praticamente lo stesso campo, ma lo Swarovski ha uno sweet spot migliore, lo Zeiss è leggermente più ampio. Questa aumenta l’immersione nella scena.Z,S e L.
Focheggiatore. Pur consapevoli che i tre esemplari testati potrebbero non rappresentare la intera linea di produzione ho notato che lo Z possiede una messa a fuoco precisa, priva di giochi e decisamente comoda, non male neppure quella del L, anche se esiste un lieve gioco, l’esemplare di S, (con molte ore di utilizzo sul campo) presenta, invece, un’evidente resistenza in alcune fasi della rotazione. Z-L e a seguire S.
Distanza minima di messa a fuoco.
Seppur per poco, lo S ha fornito la prestazione migliore, seguito da Z, la peggiore è quella del L. Per mettere a fuoco da 10 metri all’infinito, il più veloce è risultato lo Z, seguito dallo S e poi dal L.
Preparazione dei binocoli prima di una uscita. Forse il maggior pregio del Leica HD PLUS 10×42 è la sua compattezza. Per il resto ritengo abbia bisogno di un vero aggiornamento.
Nitidezza e potere risolutivo. Questa prova mi ha lasciato un po’ di dubbi. Ritengo che la percezione dei dettagli sia data dalla somma di vari fattori: esperienza, acutezza visiva, conoscenza di ciò che si sta osservando, reazione personale al contrasto e ai colori ed altro ancora. In linea di massima, usando il test dei micro-caratteri e una USAF CHART tutti e tre i binocoli hanno mostrato la stessa risoluzione, ma in modo differente anche per le motivazione che spiegherò qui di seguito. E’ un po’come assaggiare tre pizze margherite fatte da tre pizzaioli diversi. C’è sempre il pomodoro e la mozzarella ma il sapore varia per altri piccoli fattori.
Contrasto.
L e S possiedono un ottimo contrasto, una breve prova con un esemplare di Kowa Prominar ha mostrato che il giapponese ha ancor più micro-contrasto, di contro lo Z è leggermente più soft, tuttavia pare fornire una migliore leggibilità nelle zone scure, dove si percepiscono seppur con difficoltà delle diverse sfumature di grigio . Questa è stata la prova che mi ha impegnato molto e che non si nota nel mero uso pratico a mano libera. Difficile decretare un vincitore dato che il piacere della visione fornita dipende dai gusti personali.
Luminosità.
Mah! Che dire? Nell’uso diurno sono decisamente comparabili, forse, dico forse, osservando i caprioli in tarda serata, ho notato una lieve predominanza del L, ma avrei necessita di fare ulteriori prove.
Contenimento dell’abberazione cromatica. In asse lo Z è risultato il migliore,seguito dallo S, il L, invece, mostra aberrazione cromatica anche nel test con le Usaf Chart dove si notano colori spuri ai lati dei disegni da analizzare. L’aberrazione cromatica laterale è quasi simile nello Z e nello S anche se lo Z mostra più campo. Il L, anche in questo caso fornisce la prestazione peggiore. Quindi Z-S e dietro di un bel po’ L.
Tonalità dei colori.
Lo Z, stranamente, fornisce una tonalità più calda, abbastanza simile la resa di S e L, forse, il L ha mostra una (lieve) brillantezza dei colori in più ma a causa dell’aberrazione cromatica spesso notavo un viraggio lu-violetto nella immagine resa.
Distorsione angolare.
Lo S è uno degli ultimi esemplari venduti, quelli che avevano già subito (senza che Swarovski lo pubblicizzasse, una modificazione alla distorsione angolare, che genera meno “effetto palla rotolante” tuttavia, lo Z mi è sembrato più naturale, cosi come il Leica. Direi quindi Z-L e poi S.
L’autore dell’articolo durante una fase del test.
Campo piatto.
S e Z sono abbastanza simili, anche se lo Zeiss inquadra più campo. In linea di massima, gli amanti del campo piatto, apprezzeranno entrambi i prodotti. L, invece, presenta una graduale curvatura di campo già a partire dall’80% del campo di vista.
In Sintesi.
Se dovessi dare dei rapidi consigli ad un ipotetico e dubbioso appassionati, scriverei che che:
Lo Zeiss Victory SF è veramente perfetto per il birdwatcher: ergonomia, campo di vista, messa a fuoco e panning. Ritengo che, attualmente, nella fascia dei Top di Gamma sia il migliore in questo campo di utilizzo. Se dovessi migliorare qualcosa opterei per una gommatura piu’ spessa e anti-scivolo ed una maggiore precisione della messa a fuoco (anche se il problema rilevato potrebbe essere caratteristico di questo esemplare).
Il Leica Ultravid Plus HD è molto compatto e leggermente più luminoso al crepuscolo, rimane, quindi, forse più apprezzabile da un cacciatore. Devo ammettere che questa nuova versione HD Plus mi ha lasciato un po’ indifferente, non sussistono praticamente migliorie rispetto alla vecchia versione,eccetto la presenza dei vetri SHOTT HT. Mi auguro che Leica possa ritornare in auge con una nuova versione del suo Top di Gamma.
Lo Swarovski Swarovision rimane ancora adesso un valido tuttofare, seppur ritengo, che dopo l’arrivo del Victory SF debba, anche’esso, beneficiare di un aggiornamento sia meccanico che ottico.
Buona scelta e buone osservazioni a tutti voi.
Disclaimer.
Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Giugno dell’anno 2015. Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di visionare direttamente la pagina dedicata dell’importatore italiano Bignami
Piergiovanni Salimbeni è un tester e giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica, geologia lunare. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il suo secondo romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero leggi molti libri, pratica tiro sportivo a lunga distanza, fototrappolaggio, digiscoping, fotografia di paesaggio.
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