Stereoscopio: suggerimenti ed accessori (I Parte)

Lo stereo microscopio è uno strumento sempre utilissimo, sia quando si inizia a curiosare nel micro mondo che ci circonda, sia quando, ormai esperti, lo affianchiamo allo strumento principale, il microscopio da laboratorio.

Lo stereo microscopio collegato al PC con una telecamera
Lo stereo microscopio collegato al PC con una telecamera

La sua caratteristica principale è la semplicità nell’utilizzo e la sua adattabilità ad ogni situazione di ricerca.

Per di più, bastano ben poche avvertenze per migliorare notevolmente le sue prestazioni, magari con qualche piccolo accessorio che noi stessi possiamo preparare ed estendere così le sue potenzialità.

Addirittura, pur essendo uno strumento creato appositamente per la sola visuale 3D, si presta anche alla fotografia, tipicamente bidimensionale, collegando “al volo” la telecamera in sostituzione di un oculare. Per vari motivi non è certo la soluzione ideale per una buona fotografia, ma se non si ha nulla di meglio, lo si può utilizzare, magari adottando alcune avvertenze che di seguito indichiamo.

 

La gabbia di luce

E’ un piccolo accessorio che noi stessi possiamo preparare senza alcun costo ed utilizzando semplicemente un bicchierino di plastica.

La sua utilità è quella di eliminare i riflessi delle superfici metalliche, necessità ben sentita da chi deve fotografare monete o qualsiasi oggetto metallico.

La gabbia di luce su di una moneta
La gabbia di luce su di una moneta

 

Si utilizza un bicchierino di plastica bianca traslucida, tagliandone il fondo ed utilizzandolo come una campana rovesciata. La luce penetra da un fianco, ma immediatamente si riflette e si diffonde in tutte le direzioni,  creando una illuminazione omogenea e diffusa, che non crea forti riflessi sul metallo.

Senza e con gabbia
Senza e con gabbia

 

 

L’eliminazione dei forti riflessi diminuisce il contrasto e “brucia” molti particolari della foto, ma basta un bicchierino di plastica per ottenere una illuminazione ottimale.

 

La scatola di sabbia

Vi sono  oggetti dalla forma irregolare che non riusciamo a fermare in nessun modo: noi vogliamo fotografarlo in una particolare posizione e quello no, non ne vuole sapere di restare fermo come vogliamo noi.

Ad esempio, vogliamo fotografare le costolature presenti sul bordo di una conchiglia fossile, ma quella “in coltello” non ci vuole stare.

Basta allora piantare la conchiglia in una scatolina piena di sabbia per ottenere immediatamente il risultato che noi vogliamo.

La scatola di sabbia
La scatola di sabbia

 

In questo modo, senza spendere nulla, abbiamo risolto il problema, ma con una unica raccomandazione: quando non la usate chiudete subito la scatola con il suo coperchio per evitare di rovesciare tutta la sabbia sul pavimento !

Le costolature del bordo della conchiglia fossile
Le costolature del bordo della conchiglia fossile

 

 

Il Campo Oscuro e le pinze

Vediamo ora due accessori che possono essere molto utili, ma solo in particolari occasioni: li trattiamo assieme perché quasi sempre se si usa l’uno, si deve utilizzare anche l’altro.

Il campo oscuro è un sistema a specchi che modifica la luce proveniente dalla base dello stereo e la invia fortemente inclinata verso il campione. In questo modo la luce crea meno riflessioni ed è utilizzata in particolare per visualizzare i minerali trasparenti o le ambre, per mettere in evidenza le eventuali inclusioni.

La pinza serve poi per mantenere fermo l’oggetto in questo preciso punto e poterlo quindi fotografare in sospensione e ruotandolo in ogni posizione.

L’accessorio per generare il Campo Oscuro e la pinza per posizionare il campione
L’accessorio per generare il Campo Oscuro e la pinza per posizionare il campione

 

In questo modo è possibile vedere meglio l’interno del minerale, alla ricerca delle eventuali inclusioni. Il metodo è molto utilizzato dai collezionisti di minerali o di pietre preziose.

Se non vi sono punti di fissaggio utilizzabili per le pinze, si può, come in foto, aggiungere una base calamitata, sfruttando i potenti magneti al neodimio attualmente disponibili

Un topazio pieno di inclusioni di rutilo e di tormalina
Un topazio pieno di inclusioni di rutilo e di tormalina

 

Supporti

Molto utili quando esaminiamo in luce trasmessa (da sotto) e utilizziamo il piano porta oggetto in vetro smerigliato. In questo caso è molto probabile che eventuali graffi o macchie presenti sul supporto vadano a “sporcare” l’immagine fotografata.

Vanno bene in qualsiasi materiale, meglio se un po’ pesanti (più stabili) e sollevano il vero soggetto da fotografare di una decina di millimetri, in modo da lasciare eventuali graffi del vetro smerigliato fuori dalla zona a fuoco.

Supporti in legno
Supporti in legno

 

Si ottiene anche un migliore contrasto dell’immagine ed, in conclusione, una foto più pulita.

Filtri dispersivi

Il loro compito è di disperdere nel modo più uniforme la luce quando si lavora in diascopia, con luce trasmessa.

Peccato però che hanno anche alcuni difetti: abbassano il contrasto, trasmettono alla foto eventuali imperfezioni presenti sulla loro superficie e diminuiscono la quantità di luce che viene trasmessa.

Abbiamo già visto come con l’utilizzo dei supporti si riesca a ridurre i primi due difetti, resta ora da vedere come minimizzare la perdita di luminosità.

Purtroppo non vi è un vero rimedio, proprio perché la perdita di luce è dovuta alla maggiore o minore dispersione che noi vogliamo ottenere.

E’ allora utile disporre di diversi filtri, dal progressivo effetto dispersivo, in modo da utilizzare sempre quello che rappresenta, in quelle condizioni, il miglior compromesso fra dispersione e perdita di luminosità.

Per recuperare al massimo la luminosità, conviene anche sostituire il piano in vetro smerigliato in dotazione allo stereo, con un normale vetro trasparente e tagliato al giusto diametro. Poi si sovrappone il filtro dispersivo più adatto.

Filtri con diverso coefficiente di dispersione della luce
Filtri con diverso coefficiente di dispersione della luce