Oculari Baader Hyperion e Hyperion Aspheric

di Raffaello Braga


La serie degli oculari Hyperion della Casa tedesca Baader Planetarium fa parte di quella categoria di oculari a grande campo ed elevata estrazione pupillare che ha soppiantato quasi del tutto i vecchi progetti Abbe e Plössl non solo per le osservazioni del cielo profondo ma anche per quelle in alta risoluzione. L’efficacia dei moderni trattamenti multipli antiriflesso e la purezza dei vetri oggi disponibili hanno fatto cadere definitivamente tutte le riserve sulle performance degli oculari costituiti da molte lenti, che considerati con sospetto (non del tutto a torto) ancora una decina di anni fa, sono oggi invece in grado di offrire vantaggi significativi sia in termini di ampiezza del campo corretto sia in termini di comodità d’uso rispetto ai progetti tradizionali. Gli Hyperion sono presenti sul mercato già da diversi anni ma poiché continuano a destare notevole interesse vale forse la pena di tornarci sopra considerando nel dettaglio alcuni esemplari a focale fissa da 8, 13, 17, 24, 31 e 36 mm, gli ultimi due appartenenti alla serie Aspheric.


CARATTERISTICHE COMUNI

Tutti gli oculari Hyperion sono progettati e realizzati per consentire agevolmente la fotografia in proiezione e quella afocale utilizzando specifici anelli adattatori, non essendo impiegabili per motivi dimensionali i raccordi fotografici per gli oculari a barilotto standard. Allo scopo l’estremità superiore di ogni oculare è provvista di un filetto M43x0.75 e, più in basso, di un filetto SP54 ciascuno dei quali è dotato di una protezione in gomma.

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Al primo filetto si avvita un adattatore (opzionale) da M43 a T2 che permette il collegamento delle fotocamere reflex, eventualmente tramite le prolunghe necessarie a ottenere la scala immagine desiderata, mentre al secondo filetto si collegano gli anelli adattatori richiesti dagli specifici modelli di macchine fotografiche digitali a obiettivo non rimovibile, reflex con obiettivo o videocamere. Con opportuni raccordi è naturalmente possibile utilizzare anche i CCD e le webcam. La Baader Planetarium fornisce gli adattatori per l’uso con la maggior parte delle fotocamere commerciali e anche gli spaziatori necessari a evitare il contatto tra le lenti dell’oculare e quella esterna dell’obiettivo della fotocamera.

Un’altra caratteristica comune a tutti i modelli è il doppio barilotto da 31.8/50.8 mm. Nel caso degli Hyperion nessuna operazione di montaggio o smontaggio è necessaria per utilizzare uno qualsiasi dei due diametri, mentre per gli Aspheric e per lo zoom occorre svitare prima il barilotto da 50.8 mm e poi avvitare il riduttore da 31.8 (o viceversa). In tutti gli oculari la possibilità di usare entrambi i barilotti comporta anche quella di poter impiegare indifferentemente i filtri da 31.8 o 50.8 mm senza ricorrere ad adattatori specifici.

Nella serie Hyperion l’uso del barilotto da 2 pollici implica un avvicinamento dell’oculare all’obiettivo e pertanto con alcuni rifrattori potrebbe non essere possibile la messa a fuoco in visione diretta per mancanza del necessario tiraggio, in questo caso occorre usare il diagonale oppure una prolunga. Tramite appositi riduttori è inoltre possibile impiegare gli Hyperion direttamente su alcune marche di cannocchiali terrestri come gli Zeiss Diascope.

Le superfici aria-vetro di tutti gli Hyperion sono rivestite con l’Hyperion Phantom Group multi-coating, un trattamento proprietario costituito da 7 strati dielettrici antiriflesso ad alta durezza ed efficienza (T = 99.75%).

L’imballo è costituito da una scatola di cartone all’interno della quale un sacchetto in pelle racchiude l’oculare (dotato di tappi in plastica superiore e inferiore) proteggendolo dalla polvere. All’interno della scatola si trovano anche gli eventuali riduttori forniti di serie.

LA SERIE HYPERION

Comprende sette oculari di 5, 8, 10, 13, 17, 21 e 24 mm, tutti (tranne il 24 mm) con schema ottico a otto lenti in cinque gruppi, dei quali l’inferiore è un doppietto divergente (lente di Smith) che si trova a corredo della maggior parte degli oculari a elevata estrazione pupillare. Nel complesso abbiamo dunque un gruppo ottico positivo, derivato dallo schema Erfle, preceduto da uno negativo con la funzione di spianatore-correttore e di moltiplicatore di focale.

Come accennato più sopra gli oculari possiedono un doppio barilotto (31.8/50.8 mm) filettato per i filtri e una doppia filettatura per fotografia afocale e in proiezione nella parte superiore dell’oculare. Il peso e le dimensioni degli oculari variano in funzione della lunghezza focale, ma a differenza di alcuni oculari high-end di altre marche gli Hyperion non presentano particolari problemi di ingombro o di peso, benché sia altamente consigliabile fermarli tramite un serraggio ad anello piuttosto che con le solite viti. La forma e il rivestimento del barilotto, di colore nero con un anello colorato che contraddistingue ogni focale, permettono una presa sicura anche al buio e grazie al diametro contenuto (58 mm, riducibili a 56 se si rimuove il rivestimento in gomma) è possibile utilizzarli anche coi visori binoculari.

L’oculare da 24 mm si differenzia dagli altri per non avere il doppietto negativo inferiore, anche se conserva il doppio barilotto. Il progetto è differente rispetto agli altri Hyperion ma le prestazioni, in termini di correzione, sono paragonabili.

Il campo apparente dichiarato degli Hyperion è di 68° (65° per il 21 mm) , quasi il massimo che è possibile apprezzare senza muovere l’occhio o la testa per cercarne il bordo. L’estrazione pupillare (20 mm) è comodissima, soprattutto nell’osservazione diurna, non c’è effetto di parallasse (negli esemplari qui testati) e benché sia possibile utilizzare questi oculari con le lenti correttrici per astigmatici in pratica non ve n’é alcun bisogno in quanto l’osservatore, astigmatico o no, può tranquillamente tenersi gli occhiali.

Le prestazioni degli Hyperion utilizzati per il test (8, 13, 17 e 24 mm) sono riassunte nella tabella che segue e sono state valutate con un rifrattore apocromatico a f/9.

Come si può vedere dalla tabella si tratta di oculari molto ben corretti,  sicuramente i migliori nella loro fascia di costo, e si sono fatti apprezzare sia nelle osservazioni a grande campo del cielo profondo sia in quelle ad alta risoluzione. Nell’osservazione di Luna e pianeti in particolare, ho cercato con cura eventuali differenze tra gli Hyperion e gli ortoscopici Kasai in termini di contrasto e nitidezza, senza però trovarne. L’unica differenza che ho riscontrato riguardava la luce diffusa attorno al disco della Luna piena (ma non dei pianeti), appena inferiore negli ortoscopici, e la presenza di immagini fantasma osservando sorgenti di luce artificiali molto intense, immagini assenti nei Kasai. Rispetto agli orto gli Hyperion risultavano comunque nettamente preferibili in termini di comodità d’uso e di campo apparente, caratteristiche particolarmente apprezzabili nell’osservazione solare, lunare e di panorami terrestri.

Mi è sembrato particolarmente valido il 24 mm, che essendo di ingombro e peso contenuti è più adatto degli altri ad essere impiegato con piccoli telescopi e montature leggere senza dare problemi di bilanciamento. Coi rich-field refractors, ad esempio, fornisce un campo reale variabile tra i 2.7 e i 4 gradi, piano e ben sfruttabile fino al bordo (se si prescinde dalle aberrazioni dell’obiettivo), decisamente preferibile a quello degli oculari wide field di basso costo venduti sotto i marchi più svariati. Si tratta quindi di un’ottima scelta per i telescopi molto aperti provvisti di correttore di coma.

L’unico appunto che mi sento di muovere al 24 mm e agli Aspheric descritti più avanti, è il fatto di avere la superficie esterna della lente inferiore molto vicina al fuoco, e pertanto l’eventuale polvere che si deposita su questa lente diviene visibile nell’osservazione di astri estesi e brillanti, come il Sole e la Luna, o nell’osservazione terrestre, con notevole fastidio. Questi oculari richiedono quindi una pulizia frequente (quanto frequente dipende dall’uso che se ne fa) che va condotta senza timori ma comunque con qualche cautela. E’ bene dapprima rimuovere la polvere usando un getto d’aria compressa (esistono delle bombolette specifiche per superfici ottiche di precisione che non lasciano residui di liquido) e quindi verificare il livello di pulizia raggiunto: di norma è sufficiente, altrimenti una piccola goccia di detergente specifico su una cartina per la pulizia delle ottiche farà il resto, avendo cura di rimuoverne tutti i residui. Da evitare invece i pennellini, per quanto morbidi, che invece di spazzare via la polvere dalle lenti più spesso si limitano ad accumularla ai bordi da dove poi diventa difficile rimuoverla.

GLI ANELLI FINETUNING

La serie Hyperion (tranne il 24 mm) permette di cambiare la focale originaria dell’oculare per mezzo di due anelli spaziatori che una volta avvitati, singolarmente o in coppia, tra il gruppo ottico negativo inferiore e i gruppi superiori, variano la focale risultante del sistema analogamente a quanto avviene allontanando un qualsiasi oculare dalla lente di Barlow con cui è accoppiato, operazione che ne aumenta il fattore di moltiplicazione. Gli anelli hanno lunghezze di 14 e 28 mm rispettivamente e il loro effetto sugli oculari provati è riassunto nella tabella seguente:

(per le altre focali si rimanda il lettore alla documentazione presente sul sito del produttore e dell’importatore).

In pratica introducendo l’anello da 14 mm si ha ancora un campo leggermente superiore a quello dei comuni Plössl, mentre con l’anello da 28 mm o con entrambi il campo apparente risulta confrontabile con quello degli ortoscopici.

L’utilizzo degli anelli FT lascia quasi inalterata l’estrazione pupillare, che resta molto abbondante. Per quanto riguarda la qualità dell’immagine, la correzione delle aberrazioni geometriche verso il bordo del campo è minore rispetto alla configurazione standard, si notano in particolare un maggior astigmatismo e un incremento della cromatica laterale e della distorsione, che rimangono comunque a livelli tollerabili. Ciò del resto non deve stupire, se si modifica uno schema ottico le cui prestazioni sono state massimizzate per una certa configurazione, modificando quest’ultima si noterà necessariamente una certa degradazione nella qualità delle immagini.

Gli anelli finetuning e la filettatura superiore del barilotto del gruppo ottico negativo sono compatibili con i filtri da 2 pollici i quali possono pertanto essere usati non solo per le loro proprietà ottiche ma anche come elementi spaziatori, da soli o in aggiunta agli anelli. L’introduzione dei filtri comporta una leggera riduzione della focale dell’oculare nella misura del 10 – 13% del valore originario.

Poiché gli anelli aumentano la lunghezza complessiva del barilotto dell’oculare, occorre verificare che la sua estremità inferiore, quella da 31.8 mm non vada a urtare contro lo specchio o il prisma dei diagonali da 2 pollici. Per evitare l’inconveniente è disponibile un anello di blocco opzionale (“stop ring”) che si fissa alla sezione da 2 pollici e che mantiene sollevato il corpo dell’oculare. In questa configurazione occorre però accertarsi che coi rifrattori e i newtoniani sia ancora possibile la messa a fuoco.

Il montaggio degli anelli finetuning deve essere effettuato in un ambiente il più possibile pulito per evitare il depositarsi di polvere sul gruppo ottico interno.

SENZA IL GRUPPO OTTICO INFERIORE

Meno positive sono state le prove degli Hyperion dopo aver rimosso il gruppo ottico inferiore. Secondo Baader in questo modo si ottiene un oculare di focale attorno ai 22 mm (32 mm per l’Hyperion 21) costituito da 6 lenti e di prestazioni simili a quelle di un Erfle. Tuttavia eseguendo un confronto proprio tra un Erfle “puro” e un Hyperion ho notato che il primo era un po’ meglio corretto per la cromatica laterale e anche per la distorsione. Rimuovendo il doppietto negativo, inoltre, l’estrazione pupillare viene a ridursi in modo considerevole e si fatica un po’ fatica ad apprezzare l’intero campo visivo indossando gli occhiali.

GLI HYPERION ASPHERIC

Sono due oculari da 31 e 36 mm di focale con barilotto da 2 pollici e un campo apparente di 72°. Questi oculari sono caratterizzati da sei lenti in tre gruppi e per contenere le aberrazioni del sistema e massimizzare le prestazioni fuori asse senza aggiungere altre lenti il progetto fa uso di superfici asferiche, da cui il nome dell’oculare. L’estrazione pupillare dichiarata è di 18 mm per l’oculare da 31 e 20 mm per il 36: le prove effettuate confermano che si tratta di oculari comodissimi anche per i portatori di occhiali e privi di effetto di parallasse.

Il campo apparente dichiarato di 72° è piano e quasi privo di distorsione. Al bordo le aberrazioni osservate con i telescopi di uso comune sono risultate modeste, un po’ di astigmatismo verso il bordo e aberrazione cromatica laterale, ma su un campo così vasto le prestazioni possono cambiare notevolmente da un telescopio all’altro. Paragonando l’Aspheric da 31 mm con un Celestron Ultima LX 32 mm è emersa la netta superiorità del Baader sotto tutti i punti di vista. Le prestazioni degli Aspheric sono riassunte qui sotto:

Gli Aspheric vengono forniti di serie con un riduttore da 31.8 mm per l’utilizzo con i portaoculari di questo diametro. Questo riduttore, limitandosi a ridurre la visuale senza modificare lo schema ottico, fornisce un campo apparente di circa 50° molto ben corretto e che rende gli Aspheric di gran lunga preferibili anche ai migliori Plössl di lunga focale, soprattutto nell’impiego con le Barlow, che al massimo daranno luogo a un certo effetto di parallasse a causa dello spostamento della pupilla d’uscita.

PRESTAZIONI DEGLI HYPERION CON LE LE LENTI DI BARLOW

Ho provato gli Hyperion con alcune Barlow commerciali senza notare alcuno scadimento apprezzabile nella qualità dell’immagine, anzi verificando che con alcune (ad esempio l’ottima TS Optics 2.5x) le aberrazioni extrassiali, già molto contenute, si riducevano ulteriormente. L’oculare da 24 mm dava luogo, com’era da attendersi, a una leggera vignettatura per evitare la quale era necessario impiegare una Barlow di lunga focale. Ottime in particolare le prestazioni con la Barlow “Hyperion” avvitata direttamente al barilotto inferiore.

Anche gli Aspheric si sono comportati molto bene: con la stessa Barlow di cui sopra (previo inserimento del riduttore) si ottenevano immagini ben corrette fino al bordo, anche se con un effetto di parallasse piuttosto evidente. Anche lo zoom ha mostrato di potersi usare comodamente con le Barlow benché abbia avuto l’impressione che la nitidezza delle immagini ne risentisse leggermente.

CONCLUSIONI

Da quando sono apparsi in commercio ho sempre avuto qualche Hyperion nel mio arsenale e non me ne sono mai pentito. Il costo in relazione alle prestazioni li rende preferibili rispetto a tanti wide-field cinesi che poi, alla prova dei fatti, fanno sì risparmiare ma finiscono per deludere. Oltre che per la qualità dell’ottica gli Hyperion si fanno apprezzare anche per la realizzazione meccanica che li rende di uso estremamente flessibile sia per l’impiego fotografico sia per poter avere a disposizione, grazie agli anelli finetuning, più focali con uno stesso oculare (l’alternativa essendo costituita dal Baader Hyperion Zoom).

Bisogna in ogni caso tenere conto che questi oculari danno il meglio di sè con focali medie e lunghe, ad esempio con rifrattori da f/7 in su e con i Cassegrain e i loro derivati, a rapporti focali molto bassi le aberrazioni sopra descritte divengono via via più evidenti e ciò non deve meravigliare.

Si ringrazia la ditta Unitronitalia di Roma (www.unitronitalia.com) per aver fornito gli oculari esaminati.