Oculari Celestron X-Cel LX

Anche se di recente abbiamo assistito a un rinnovato interesse verso gli schemi ottici tradizionali come i Plössl e gli ortoscopici (ma persino i Kellner modificati) le realizzazioni più interessanti nel settore degli oculari da telescopio sono però ancora quelle caratterizzate da grandi campi ed elevate estrazioni pupillari. Qui troviamo sia modelli progettati e realizzati direttamente dai fabbricanti cinesi e poi commercializzati coi marchi più vari, sia modelli che vengono invece prodotti in base alle specifiche richieste dei committenti.

Celestron, da diversi anni nel gruppo Synta ma ancora profondamente in simbiosi col mondo dell’astronomia non professionale americana, ha recentemente messo in catalogo una nuova serie di oculari denominati Celestron X-Cel LX, i quali si differenziano dai vecchi X-Cel per il campo apparente più vasto (60° contro 55°) e una diversa ergonomia.

La serie comprende le focali di 2.5, 5, 7, 9, 12.5, 18 e 25 mm, di cui ho provato quelle più interessanti per l’alta risoluzione, più la Barlow 2x. Tutti gli oculari hanno un bello scafo ergonomico, di sicura presa, con paraluce twist-up e di peso e dimensioni molto contenute.

In tutte le focali il barilotto ha 31.8 mm di diametro, anodizzato nero, e provvisto di scanalatura di sicurezza. A proposito di scanalatura, questa caratteristica, presente ormai su gran parte degli oculari, è utile solo se si utilizzano portaoculari con serraggio a vite, ma con la diffusione di quelli col serraggio ad anello può capitare che l’anello venga a trovarsi proprio in corrispondenza della scanalatura, nel qual caso il serraggio non è completo: un caso del genere si verifica ad esempio con il prisma di Herschel Lunt/APM, e la conseguenza è che l’oculare tende a inclinarsi nella sua sede, soprattutto se è pesante, determinando una certa scollimazione. Data la crescente diffusione dei portaoculari con anello e considerando che l’osservazione diretta con rifrattori e catadiottrici è poco diffusa (la maggior parte degli astrofili usa il diagonale, che per sua natura evita il rischio di scivolamenti accidentali dell’oculare) forse sarebbe il caso di eliminare questo anacronismo.

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Le caratteristiche dei Celestron X-Cel LX sono le stesse per tutte le focali: trattamento multistrato su tutte le superfici aria/vetro, progetto a sei lenti, estrazione pupillare di 16 mm, campo apparente di 60°.

Tutti gli oculari testati sono molto comodi anche per chi usa gli occhiali (ho il sospetto che l’estrazione pupillare sia leggermente superiore rispetto a quella dichiarata) ed esibiscono un leggero effetto di parallasse, più fastidioso, com’è logico attendersi, durante le osservazioni diurne.

Usando l’immagine di diffrazione di Vega e il mio Celestron XLT 100ED (f/9) ho stimato le prestazioni di questi oculari in termini di correzione delle aberrazioni ottenendo i seguenti risultati:

  • Il 5 mm mostra un astigmatismo laterale e una cromatica laterale modesti ma ben percettibili.
  • Il 7 mm mostra aberrazioni minime al bordo del campo.
  • Il 9 mm è moderatamente astigmatico al bordo ma l’aberrazione cromatica laterale è quasi impercettibile. Con questa focale e il 12 mm inizia a palesarsi una certa curvatura di campo. Su oggetti molto brillanti si osserva una debole immagine fantasma al centro del campo.
  • Il 12 mm è apparso essere nettamente il migliore delle quattro focali esaminate con aberrazioni appena percettibili al bordo del campo, curvatura esclusa.

La distorsione angolare è parsa ben corretta in tutte le focali tranne il 7 mm, il quale è anche il meno parfocale degli oculari testati, nel senso che richiede un leggero aggiustamento del fuoco. Come correzione della cromatica laterale direi che la classifica, dal migliore al peggiore, è 12 > 9 > 7 > 5, come astigmatismo direi 12 > 7 > 9 > 5.

Naturalmente quanto sopra è relativo all’accopiamento col rifrattore citato, con strumenti diversi i risultati possono cambiare in misura impredicibile non conoscendo i dettagli del progetto. In genere le prestazioni sono migliori con i rapporti focali più alti, ma occorre tenere presente che con telescopi molto chiusi l’effetto di parallasse, in genere modesto, si accentua.
Nel 9 e nel 12 mm ho trovato uno o due piccolissimi granelli di polvere che apparivano a fuoco guardando il disco solare. Si tratta evidentemente di polvere residua all’interno, in quanto con l’uso – ho avuto gli oculari in prova per diversi mesi – non ho notato variazioni.

Ho fatto un confronto con due Baader Hyperion di mia proprietà, un 8 mm e un 13 mm, contro, rispettivamente, gli X-Cel da 7 e 9 mm e da 12 mm. Al centro del campo le due tipologie di oculari sono apparse molto simili, con l’ovvia differenza – di natura progettuale, non qualitativa – che gli Hyperion possiedono un’estrazione pupillare più elevata che consente una maggiore comodità a chi osserva con gli occhiali, anche se X-Cel si sono dimostrati comunque sufficienti allo scopo. L’ortoscopicità è apparsa paragonabile ma migliore nei Baader, mentre superiore è la correzione degli X-Cel in termini di aberrazioni laterali pur tenendo conto del maggior campo apparente dei Baader (68° contro 60°). Gli X-Cel non possiedono la modularità degli Hyperion, in particolare non si prestano alla fotografia in proiezione (sono invece ottimi per quella afocale) ma di contro pesano meno e sono meno sensibili alla polvere.

Paragonando gli X-Cel a focali equivalenti degli ortoscopici Kasai nell’osservazione diurna di Venere mi è sembrato che negli orto ci fosse meno luce diffusa e soprattutto un fondo cielo di colore più naturale. Un buon test per la luce diffusa consiste nell’osservazione dei satelliti di Saturno quando si trovano proprio a ridosso del globo o dell’anello, e in questo caso ho trovato gli orto e gli X-Cel quasi equivalenti.

GIUDIZIO FINALE

I Celestron X-Cel LX sono ottimi oculari sotto tutti i punti di vista, anche se le focali corte pagano maggiormente il tributo alle aberrazioni laterali, ma questo è vero con quasi tutti i progetti. In base alle prove che ho effettuato direi che sono senz’altro preferibili, nonostante il costo superiore, a molti wide field cinesi di colore nero che popolano il mercato sotto le denominazioni più svariate.